Casentino Telling: un processo partecipativo per rilanciare l’Ecomuseo
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Torniamo a parlare dell’EcoMuseo del Casentino, iniziativa nata alla fine degli anni Novanta con finanziamenti comunitari e entrata nella fase di gestione coordinata a partire dal 2004 come servizio dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino. Insieme a La Banca della Memoria è attiva nella valorizzazione del patrimonio locale in stretta collaborazione con le comunità locali.
La rete ecomuseale si articola in una serie di “antenne” tematiche in tutto il territorio della prima valle dell’Arno, da Pratovecchio Stia a Subbiano-Capolona, con specifici ruoli e caratteristiche che suggeriscono anche tempi, spazi e modalità di fruizione diversificate. Raccogliere, documentare, conservare, interpretare, mettere a confronto, comunicare, educare, sono alcune delle funzioni esplicitate dalle strutture tutte concorrenti, tuttavia, al raggiungimento della medesima missione: la tutela e la salvaguardia del patrimonio territoriale nelle sue componenti ambientali, storico-culturali, produttive ed etnografiche.
Nell’Ecomuseo del Casentino il volontariato, la partecipazione attiva degli abitanti nella gestione del patrimonio culturale locale, rappresenta non solo una componente importante, ma un fattore imprescindibile. Molte delle cellule della rete, infatti, sono gestite attraverso gruppi di volontari che gestiscono e promuovono le singole strutture, partecipando attivamente ad un progetto condiviso con le proprie competenze e interessi.
Quest’anno è stato caratterizzato dall’avvio di un processo partecipativo per il consolidamento e lo sviluppo dell’Ecomuseo e della Banca della Memoria del Casentino con il progetto “Casentino Telling. Dall’ascolto del territorio verso nuove strategie gestionali”, finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito della legge sulla partecipazione.
Il progetto si propone di analizzare l’Ecomuseo mettendo al centro i suoi punti forti e le sue criticità così come le opportunità e i rischi, in un percorso di lettura e di rilancio partendo prima di tutto dal confronto con chi è già più coinvolto nell’ecosistema, come amministrazioni e associazioni, per poi allargarlo a tutta la cittadinanza.
L’obiettivo è quello di sostenere e rinnovare la partecipazione e costruire una governance più inclusiva in cui i vari soggetti si sentano maggiormente responsabilizzati alla continuità e crescita del progetto. Ma anche progettare e realizzare attività che rendano l’Ecomuseo sempre più un aggregatore sociale e un’istituzione polifunzionale in grado di svolgere un ruolo di community building e di inclusione e attivazione dei “nuovi” abitanti e dei giovani.
L’Ecomuseo è infatti ritenuto dai suoi stessi abitanti custode centrale della memoria e della identità presente del Casentino e elemento imprescindibile nei processi di sviluppo territoriale e nello sviluppo di traiettorie innovative di sviluppo sostenibile per il territorio.
Tra luglio ed ottobre si sono svolte le prime tappe del percorso che hanno coinvolto principalmente volontari e amministratori. Ne abbiamo parlato con Andrea Rossi, coordinatore dell’Ecomuseo del Casentino in vista dell’appuntamento di sabato 7 dicembre aperto a tutta la cittadinanza.
«All’origine di questo progetto c’è la volontà di creare le condizioni per un cambio di governance dell’Ecomuseo, mettendo a punto nuove strategie gestionali che da un lato selezionino e ottimizzino le azioni del Centro Servizi della Rete Ecomuseale e dall’altro incoraggino la partecipazione e la responsabilizzazione nei confronti dell’Ecomuseo.
Il primo incontro è stato più un momento di informazione, aggiornamento e formazione con la base dell’ecomuseo, con le antenne e gli amministratori che circuitano intorno all’Ecomuseo. Insieme, negli incontri successivi, siamo poi andati a definire gli obiettivi strategici per il futuro, progettualità che riteniamo centrali per la crescita del nostro territorio» – ci spiega Rossi.
Un primo passo per inserire in modo ancora più strutturato le antenne e i volontari che ne costituiscono la forza operativa, nel processo di pianificazione strategica e facilitare il loro protagonismo nei processi di sviluppo territoriale.
«Da qui siamo partiti con dei gruppi di lavoro in cui ognuno si è preso un tema che consideriamo strategico per il Casentino del futuro. In generale, il gruppo ha condiviso l’importanza di articolare la pianificazione su temi che creano reti (materiali o immateriali) perché è proprio su questi che l’Ecomuseo, in quanto rete con una natura comprensoriale, può portare il suo contributo più significativo in termini di qualificazione e sviluppo, diventando interlocutore autorevole nei processi territoriali che vengono attivati».
Il gruppo di co-progettazione ha così individuato sette temi strategici. «I primi temi individuati sono quelli dei cammini e della ciclopista dell’Arno, con l’idea di considerare l’Ecomuseo come “casa dei cammini” e le antenne ecomuseali come luoghi di riferimento, accoglienza, informazione. La rete ecomuseale costituisce un valore aggiunto importante sia per i cammini presenti sul territorio, che per l’importante infrastruttura della ciclopista che necessita di essere animata con servizi ad hoc e comunicata in modo sinergico dai diversi attori del territorio.
Questo si connette naturalmente al tema del paesaggio e della pianificazione territoriale, altro elemento strategico individuato. L’Ecomuseo può contribuire in modo significativo, portando il proprio bagaglio di conoscenze e attività, al procedimento di Piano Strutturale Intercomunale che definisce la politica di pianificazione paesaggistica e urbanistica a livello di vallata e che andrà a definire anche elementi sensibili come l’uso del suolo e gli elementi che vanno salvaguardati in un’ottica di Casentino».
Anche l’offerta didattica, da sempre portata avanti dall’Ecomuseo, è stata individuata come tema strategico nell’ottica di potenziare il coinvolgimento delle scuole e sensibilizzare docenti e dirigenti scolastici per sviluppare progettualità congiunte che possano far conoscere il territorio, la sua cultura e la sua natura agli studenti andando così a rinforzare i presupposti per un maggiore ricambio generazionale nella tutela e valorizzazione del territorio. L’idea di base è quella di guardare alle antenne come a tante “aule a cielo aperto”.
Tema Strategico 5 e 6, la memoria orale, banca della memoria e patrimonio immateriale: «La conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e tradizionale del territorio è una delle funzioni maggiormente riconosciute all’Ecomuseo e alla Banca della Memoria. Con i fondi della Strategia Nazionale delle Aree interne si è avviato un processo per la creazione di un “Atlante del Patrimonio Immateriale” che coinvolge anche la Valtiberina. Abbiamo portato avanti un lavoro con le scuole legato ai temi della Carta UNESCO del patrimonio immateriale che vogliamo proseguire con dei circoli di studio cercando di interagire con più soggetti: università, associazioni, imprenditori. L’anno scorso abbiamo fatto dei corsi di aggiornamento per gli insegnanti sul tema del patrimonio immateriale, ma visto nella chiave dello sviluppo sostenibile, non quindi in modalità contemplativa, ma cercando di comprendere come da questo patrimonio possiamo creare elementi strategici per il futuro: cosa salvare, perché salvare, saperi, modi di fare, usanze, atteggiamenti verso la natura e il bosco, per una lettura dell’eredità che ci arriva».
L’ultimo tema strategico è quello della valorizzazione e qualificazione di feste e sagre: «è il tema dell’accoglienza e della cultura dell’accoglienza, connesso con il progetto “FestaSaggia” e al turismo esperienziale. Che ha a che fare con il mettere insieme quegli elementi di sopravvivenza, ma anche di eccezionalità che ci caratterizzano e con il come riuscire, in termini corretti e non invasivi, a contattare un turismo di una certa sensibilità. Il successo e il riconoscimento che sta avendo a livello nazionale il format “FestaSaggia” fa riflettere su come consolidare un modello di sagra/festa “a misura di paesaggio”. Il gruppo ha ritenuto importante individuare strategie per qualificare ulteriormente i momenti ludici ed enogastronomici organizzati sul territorio facendoli diventare momenti di riflessione sul patrimonio culturale locale e occasioni per istituire modalità virtuose di riduzione, riciclo e smaltimento dei rifiuti.
Dall’incontro del 7 dicembre dovremo trarre gli elementi per la gestione del processo che stiamo avviando. Saranno una sorta di “stati generali”».
Una giornata della partecipazione quindi per costruire una nuova programmazione strategica in chiave collaborativa, momento clou del progetto Casentino Telling realizzato con Sociolab Ricerca Sociale e CodesignToscana. Una giornata di confronto e co progettazione su tre grandi temi che chiama a raccolta amministratori, associazioni, operatori economici, studiosi, scuole e giovani per costruire una nuova programmazione strategica in chiave collaborativa.
Per iscriverti scrivi a ecomuseo@casentino.toscana.it oppure chiama il 0575-507272-269
Tema 1: percorsi e iniziative per un turismo esperienziale all’insegna del patrimonio culturale del territorio.
Tema 2: trasmettere il territorio: offerta didattico educativa, memoria e patrimonio immateriale.
Tema 3: paesaggio e territorio: pianificazione, salvaguardia e gestione.
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