Gli altri siamo noi: una mostra interattiva per superare i pregiudizi
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La possibilità di fare un viaggio verso la comprensione degli altri. La mostra interattiva “Gli altri siamo noi”, a Milano dal 18 novembre al 18 dicembre, attraverso spunti e riflessioni causa un percorso di autocoscienza, sulle nostre percezioni di pregiudizi e discriminazioni, portandoci a scoprire quanto sono alla base di azioni violente e linguaggio di odio.
Cosa c’è alla radice della violenza che sembra impossessarsi come un virus letale delle relazioni umane? Ragazzi e adulti, accomunati dall’interesse per gli spunti, leggono sui tabelloni della mostra e si fermano a riflettere. Alle volte accompagnati da domande che aprono porte di schemi mentali creati chissà quando e chissà come. Spesso i viaggiatori muniti di apposito passaporto devono rispondere a quesiti provocatori o sperimentare azioni pratiche per “entrare nei panni degli altri”.
«Questa è una mostra e voi dovete toccare tutto», esordisce Mercedes Mas Solè introducendo un nuovo gruppo di allievi di quinta elementare al percorso. Si inizia con due porte di ingresso, oscurate da un tendone che vela il cammino successivo, su una porta la scritta “Io non ho pregiudizi”, sull’altra “Io ho pregiudizi” . Il visitatore sceglie e comincia un percorso che rinnoverà la sua autocoscienza.
Mercedes è un’operatrice di Casa per la Pace di Milano ed è responsabile della diffusione della Mostra: «L’abbiamo importata dall’Olanda 28 anni fa nell’ambito di un percorso di non-violenza, dopo un anno di lavoro per tradurla e renderla utilizzabile abbiamo cominciato a proporla in giro per tutta Italia. Da allora è stata visitata da 200.000 persone e sono stati coinvolti 4.500 volontari per accompagnare le classi di studenti. Cerchiamo di rinnovarla costantemente con spunti che ci arrivano da incroci con altre esperienze. Due anni fa abbiamo effettuato un totale restyling grafico e di contenuti»
«Si diffonde con il passaparola – continua Mercedes – chi la viene a visitare ne resta colpito e decide di portarla nel suo territorio, nella sua realtà o nella sua scuola. In questo modo abbiamo visitato oltre 100 città coinvolgendo 12.000 insegnanti».
Alla domanda cosa si aspetta diffondendo questa iniziativa, Mercedes risponde: «Le reazioni dei visitatori sono diverse. Percepiamo che durante il percorso si fanno delle domande. Spesso nella Mostra non ci sono tutte le risposte e noi non abbiamo la presunzione di fornirle. Noi siamo soddisfatti quando le persone si interrogano. Desideriamo “confonderle” sapendo che, spesso si è convinti di conoscere, senza aver approfondito realmente la montagna di informazioni dalle quali siamo quotidianamente sommersi. Abbiamo fiducia nell’Uomo e siamo sicuri che ognuno troverà le risposte più funzionali a migliorare la situazione di insostenibile violenza che oggi osserviamo nella società».
Scoprire, sperimentare e agire sono le parole chiave dell’iniziativa. Non si desidera trasmettere cosa pensare quanto stimolare un nuovo modo di vedere le cose che aiuti a riconoscere l’uso anomalo che viene fatto del “capro espiatorio” nell’informazione finalizzata.
La mostra è attualmente ospitata nella Scuola primaria Renzo Pezzani di viale Puglia 4 a Milano dal 18 novembre al 18 dicembre. Gli insegnanti interessati possono trovare informazioni utili sul sito. La visita dura circa 90 minuti. Sarà aperta al pubblico gratuitamente sabato 30 novembre 2019 e sabato 14 dicembre dalle 15 alle 19. Gli organizzatori mettono a disposizione la mostra itinerante che può essere ospitata in uno spazio minimo di 150 metri quadrati, per ogni informazione si può visitare il sito.
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