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“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare, di unire le persone in una maniera che pochi di noi possono fare. Parla ai giovani in un linguaggio che loro capiscono. Lo sport ha il potere di creare speranza dove c’è disperazione. È più potente dei governi nel rompere le barriere razziali, è capace di ridere in faccia a tutte le discriminazioni.
Gli eroi che sono vicini a me sono un esempio di questo potere. Sono valorosi non solo in campo, ma anche nelle loro comunità, locali ed internazionali. Sono campioni, e meritano di essere mondialmente riconosciuti come tali. (…)
La loro eredità sarà quella di lasciare un mondo dove le regole del gioco sono uguali per tutti, e il comportamento è guidato dal fair play e dalla grande sportività”.
Sono parole di Nelson Mandela, a cui si ispira la Fondazione Laureus, organizzazione internazionale nata a Londra nel 2000 con l’obiettivo di promuovere lo sport come strumento terapeutico nella prevenzione del disagio.
Diffusasi in trentacinque paesi del mondo, è arrivata in Italia nel 2005 ed opera nelle periferie delle città di Milano, Torino, Roma e Napoli. Da allora, in tutto il mondo, la Fondazione ha sviluppato più di centocinquanta progetti in tutto il mondo, con un milione di bambini beneficiari delle sue attività.
In Italia il disagio infantile e giovanile ha diverse facce. Nel nostro paese le difficoltà più grandi si concentrano nelle periferie delle grandi metropoli: «In particolare abbiamo 1,3 milioni di bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta», ci spiega Daria Braga, Direttore della Fondazione Laureus Italia. «Abbiamo in Italia oltre 14 mila alunni che hanno abbandonato la scuola secondaria di primo grado, ed un 40% di bambini che non hanno mai praticato un’attività sportiva: una percentuale altissima!».
Nel corso di quest’anno, abbiamo seguito diverse attività della Fondazione, a partire da Milano per quanto riguarda l’organizzazione generale e la formazione interna dei professionisti, fino a Roma per seguire le attività degli allenatori e quelle del contesto di Ostia, che vi approfondiremo gradualmente nelle prossime settimane con tre articoli e altri tre video.
Come si può leggere nel suo sito internet, “Laureus Italia si impegna per sostenere minori che vivono in condizioni di forte deprivazione economica e sociale attraverso il potere dello sport, mediante la creazione di una rete territoriale composta da enti del terzo settore, scuole, servizi sociali e associazioni sportive”.
«Lo sport è uno strumento straordinario, per noi lo sport non è solo un gioco ma è anche terapia e lo facciamo mettendo in campo figure professionali di alto livello», ci spiega Daria. «I bambini che necessitano un sostegno ci vengono segnalati dai servizi sociali del comune o direttamente dalle scuole, con le quali abbiamo uno stretto rapporto di collaborazione». Prossimamente, a dimostrazione di questo, vi approfondiremo l’esempio della proficua collaborazione tra Laures Italia e l’Istituto Comprensivo Sangallo di Ostia.
«Nello strutturare questo tipo di attività, impieghiamo figure professionali che noi chiamiamo tutor: figure che rappresentano sia gli allenatori che gli educatori, tutti formati scientificamente in materia. Nel realizzare questo, stringiamo accordi e partnership con società sportive meritevoli che operano sul territorio di riferimento, chiedendo però alle società sportive di far seguire ai loro allenatori la nostra formazione, perché è estremamente importante riuscire a dare agli allenatori delle competenze relazionali adeguate, oltre che quelle naturalmente tecniche che loro già hanno».
L’attività continuativa insieme alle scuole garantisce alla Fondazione una continuità strutturale e temporale, importante per poter monitorare gli effettivi impatti delle attività sportive sui bambini e i ragazzi: «Un progetto educativo di almeno tre anni può veramente dare dei risultati e ci da la possibilità di monitorare le nostre attività – sottolinea Daria Braga – utilizziamo diversi strumenti di osservazione e misuriamo anche l’impatto delle nostre attività di formazione sull’allenatore, in un’ottica di confronto continuo. Nel 2016, in collaborazione con l’Università di Bocconi di Milano, abbiamo realizzato un’analisi triennale delle nostre attività in città utilizzando la metodologia SROI che ci ha fornito il valore sociale che le attività della Fondazione Laureus restituiscono alla società».
Nelle prossime puntate approfondiremo e vi mostreremo come avviene la formazione e i volti degli allenatori protagonisti delle attività Laureus.
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