Restart Cafè: a Torino gli studenti si incontrano per riparare gli oggetti rotti
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Torino - «Hai un elettrodomestico da riparare? Un pc che non funziona più? Un cellulare rotto? Vuoi dargli un’altra possibilità e non buttarlo via? Vuoi che a farlo siano dei professionisti e gli allievi che stanno imparando un mestiere nel settore elettrico/informatico?».
Ci sono scuole in cui gli studenti sono davvero i protagonisti e che sono intenzionati non solo a scrivere il loro futuro ma anche a riscrivere quello del pianeta in cui vivono, contribuendo in prima persona ad un cambio collettivo del modo in cui pensiamo la vita degli elettrodomestici. Si chiama “Artigianelli Digitali” il gruppo di studenti che promuove concretamente il tema della riparabilità dedicando volontariamente il proprio tempo alla riparazione di oggetti elettronici, animato dal desiderio di favorire processi di economia circolare e una nuova sensibilità che ripensi in chiave sostenibile il riutilizzo di apparecchi comunemente considerati rifiuto.
Come mi raccontano Antonio Alessio Di Pinto e Fabiana Delle Noci, il progetto nasce nel 2015 per volontà di alcuni ragazzi della classe terza del corso “Operatore Elettronico” dell’ENGIM Artigianelli e del loro docente, Alessandro Diliberto.
Insieme, hanno notato che nella scuola c’era una grossa percentuale di studenti con lo schermo del cellulare rotto e si sono chiesti se in qualche modo avrebbero potuto sfruttare le loro competenze per ripararli senza necessariamente portarli in un centro specializzato . Visto il successo ottenuto, hanno quindi iniziato a riparare i propri dispositivi e quelli dei loro compagni di scuola.
Nel frattempo l’istituto ha acquistato il kit di montaggio di una stampante 3D che è stata montata dai ragazzi, i quali hanno iniziato a creare cover per i cellulari, vari portachiavi ed altri oggetti che si erano rotti, in modo da ripristinarne la funzionalità. Alcuni esempi tra i tanti sono stati la sostituzione di una parte del meccanismo che permetteva alla campanella dell’intevallo di suonare, alcuni supporti per le ventole interne dei pc della scuola o delle scatoline per contenere viti e minuteria utili per le riparazioni.
Il passo successivo è stato quello di creare il vero e proprio laboratorio pomeridiano di “Artigiani digitali” in cui, con partecipazione volontaria ed extrascolastica, i ragazzi si sono impegnati ad essere presenti a scuola per riparare, con l’aiuto dei docenti, i piccoli elettrodomestici dei dipendenti della scuola (macchine del caffè, phon, lampade, lucine di natale, frullatori e molti altri oggetti). Il progetto si è strutturato, ha acquisito un’organicità sempre maggiore ed è stato possibile iniziare le attività di “Restart Cafè” grazie al coinvolgimento dell’insegnante Antonio Alessio Di Pinto.
Il Restart Cafè, ubicato nel centro di Torino, è “una specie di negozietto”, come loro amano definirlo, al cui interno operano per favorire il diritto alla riparabilità e combattere l’obsolescenza programmata dando agli apparecchi elettronici una seconda vita.
Il laboratorio sarà aperto al pubblico durante i cosiddetti “Restart Party” per coinvolgere chiunque abbia necessità di far riparare un oggetto elettronico, ridare vita allo stesso e sentirsi parte di un nuovo approccio economico, circolare, che fa bene al pianeta.
Il progetto nasce con la collaborazione dell’Associazione Culturale Soluzioni InformEtiche e il gruppo Restarters Torino, nonché movimento della riparazione comunitaria della città.
Come si legge sul sito di Engim, «l’evento si ispira ai Restart Party di Londra, eventi itineranti di 3 ore organizzati in spazi comunitari della città in cui volontari con competenze tecniche aiutano i londinesi a riparare e fare manutenzione a prodotti di elettronica di consumo». Quella di Artigiani Digitali è una vera è propria simulazione d’impresa dove gli studenti, dopo un periodo di formazione e preparazione, hanno la possibilità di mettersi in gioco confrontandosi con i clienti e svelando tutti i segreti della riparazione: mettere le mani nell’hardware, migliorare le loro competenze e risolvere problematiche che vanno dalla sostituzione del display del cellulare alla reinstallazione dei sistemi operativi dei computer.
La realizzazione del progetto, alla quale contribuisce la campagna di crowdfunding recentemente lanciata, permetterà di acquistare strumenti e attrezzature specifiche che gli Artiginan(ell)i Digitali utilizzeranno per riparare gli oggetti durante i Restart Party. Ne sono esempio le lavatrici a ultrasuoni (proprio quelle che asciugano il telefono quando cade nell’acqua!), la stazione di reworking bga che permette di sostituire quei componenti che sembrano insostituibili, i visori stereoscopici che aiutano a diagnosticare i problemi sulle schede elettroniche di pc, notebook e cellulari o i saldatori di precisione, indispensabili per effettuare le riparazioni su microcomponenti.
«Il Restart Party – si legge sul sito – è una risposta convincente a una serie di questioni collegate tra loro: l’ambiente, un utilizzo meno dispendioso ed energivoro delle risorse e un crescente desiderio di resistere a un consumismo sfrenato. The Restart Project sta moltiplicando i suoi eventi e aiutando altri gruppi a replicarli altrove, incoraggiando organizzazioni e associazioni esistenti ad aderire ad un sistema in promettente espansione».
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