Un ecovillaggio-laboratorio in permacultura nel Lazio: cercasi membri fondatori
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Lazio - Piccole comunità crescono. Possiamo sintetizzare così l’attenzione e il desiderio, sempre più diffusi in Italia, rivolti alla creazione di nuovi luoghi di lavoro e di vita al di fuori del tradizionale modello urbano. Luoghi nei quali si possa vivere in equilibrio tra l’autonomia della casa privata e la socialità della comunità, all’interno di spazi co-progettati insieme dalle stesse persone che li abiteranno.
L’ecovillaggio è un modello abitativo che punta sulla socialità e l’aiuto reciproco, lavora attivamente sulle relazioni tra i membri, permette di condurre stili di vita eco-sostenibili, consente un rapporto più diretto tra il proprio lavoro e i vantaggi che da esso si ricavano per sé e la propria comunità. Inoltre, più pragmaticamente, riduce di molto i costi della vita quotidiana, che beneficiano di diverse economie di scala.
Vivere in ecovillaggio è il sogno di molti fra coloro che soffrono l’individualismo estremo a cui veniamo educati dalla cultura dominante. Ma è anche una sfida per chi è cresciuto in quella cultura. Ecco perché ogni progetto di ecovillaggio si scontra con le capacità di adattamento dei propri membri alla vita comunitaria, cosa che determina molto spesso il fallimento o il successo di un progetto di comunità intenzionale.
È per ridurre questo rischio che Giorgio Tripodi e il suo gruppo hanno pensato di strutturare il loro progetto in forma di laboratorio per la sperimentazione di pratiche sociali innovative ed eco-sostenibili: dalla vita zero waste ai nuovi metodi decisionali, dall’adesione a modelli di educazione alternativi per i bambini alla realizzazione di abitazioni “leggere” e a basso impatto (yurte, case sugli alberi), fino alle attività di divulgazione.
“Parlare inizialmente di laboratorio e non di ecovillaggio è un modo di partire con un profilo basso. In questo modo si evita un eccesso di aspettative che vada a scapito della possibilità del gruppo di apprendere dai propri errori”, ci scrive Giorgio. “In un laboratorio si sperimenta, ci si mette in gioco, si corregge la rotta più facilmente rispetto a un progetto che parte già definito.”
Giorgio e sua moglie Ornella sono due ex operatori turistici che nel 2008 hanno deciso di cambiare vita e di ripartire da zero, dedicandosi all’agricoltura nella zona di Comano Terme (TN). Hanno cosi avviato un’azienda agricola biologica orientata prevalentemente su ortaggi e piccoli frutti, alla quale si è poi aggiunto un piccolo allevamento di animali da cortile. L’intera produzione viene distribuita direttamente da loro in diversi mercati del Trentino e in alcune fiere nel Triveneto.
Da qualche tempo, Giorgio e Ornella stanno progettando di trasferirsi più a Sud, dove le condizioni climatiche e di altitudine possano rendere più redditizio e diversificato il lavoro nei campi, garantendo così maggiori opportunità a una famiglia ormai diventata numerosa dopo la nascita di Enea (9 anni), Jacopo (8), Evan (6) – tutti e tre oggi iscritti a una scuola steineriana – e la piccola Gaia, di un anno e mezzo. Per questo motivo negli ultimi due anni, quando l’attività agricola lo consentiva, Giorgio e famiglia hanno più volte viaggiato in lungo e in largo nel Centro Italia a bordo del loro pulmino alla ricerca di un fabbricato rurale e di un terreno con le caratteristiche adatte.
Durante questo percorso, arricchito anche da momenti di formazione sulle comunità intenzionali, Giorgio ha incontrato un filmaker/organizzatore di eventi, un eco-chef/formatore e altre persone interessate a realizzare un progetto comunitario in permacultura che tenda all’autosufficienza alimentare ed energetica e ad attivare una sorta di “incubatore di decrescita”.
Ora, finalmente, il gruppetto ha trovato alcune soluzioni nel Lazio ed è pronto a fare il passo successivo. Gli immobili si trovano a una distanza che varia da mezz’ora a un’ora e mezza da Roma, hanno una disponibilità di terreno fra i 15 e i 20 ettari, con fabbricati rurali di pregio architettonico in parte già abitabili, sono situati in zone ad elevato interesse naturalistico e in posizione strategica sia per l’accessibilità alla capitale, sia per la vicinanza ad altri punti di interesse.
Il fatto che i fabbricati siano già in parte ristrutturati è di fondamentale importanza, perché consentirebbe ai membri fondatori di trasferirsi sul posto fin da subito e di iniziare subito le attività in grado di produrre reddito. “Il nostro progetto prevede l’unione di diverse competenze nel campo dell’innovazione sociale e l’apertura di un centro per la sperimentazione del vivere sostenibile e circolare progettato in permacultura”, continua Giorgio. “Il centro sarà gestito da un piccolo nucleo di membri residenti in loco – più eventuali altri soci localizzati a poca distanza – e si occuperà di produzione agricola biologica, gastronomia, ospitalità, eventi e formazione/educazione”.
Dal momento che i luoghi selezionati hanno un valore superiore alle capacità del gruppo attuale, Giorgio e i suoi stanno cercando ora altre persone/nuclei con un minimo di disponibilità economica per poter affrontare sia l’investimento iniziale, ossia l’acquisto dell’immobile e gli adeguamenti strutturali necessari.
“Cerchiamo persone che abbiano qualche competenza o interesse in ambito permacultura, eventi, educazione, ospitalità o simili. Non ha importanza se coppie, singoli o famiglie, purché siano interessati a vivere in maniera armoniosa con la natura, si pongano con il giusto grado di disponibilità a sperimentare la vita comunitaria e abbiano un piccolo capitale da investire”, conclude Giorgio, sottolineando che a chi è particolarmente convinto dell’idea ma non ha disponibilità economica per supportare l’investimento iniziale sarà riservata una call successiva.
Gli interessati devono compilare il questionario preparato dal gruppo e lasciare i propri recapiti. Sarà il gruppo stesso a contattarli una volta valutate tutte le candidature.
Compila il questionario per essere contattato.
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