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Un modello di integrazione all’attuale sistema economico e monetario è possibile. Lo dimostrano tutte quelle realtà che rientrano nella cosiddetta “economia della fiducia” tra cui la straordinaria esperienza di Sardex, una storia che nata in Sardegna da quattro giovani imprenditori si è diffusa in tredici regioni italiane ed è divenuta un modello virtuoso nel mondo.
A sette anni di distanza dal suo primo viaggio nell’Italia che Cambia e dal libro “Io faccio così”, Daniel Tarozzi racconta nel nuovo libro edito da Chiarelettere, “Una moneta chiamata fiducia”, la storia di un movimento monetario ed economico solidale e testimonia, con il suo racconto, che un’altra economia è possibile ed è già realtà.
Daniel, come nasce questo libro?
In questi sette anni ho incontrato centinaia di esperienze vincenti su Italia che cambia ne abbiamo raccontate migliaia. Ad un certo punto mi sono reso conto, però, che alcune di queste sono talmente emblematiche che a distanza di anni continuo a raccontarle. Tra tutte, una di quelle che fin dal 2012 mi ha più colpito per la sua straordinaria efficacia è stata l’esperienza di Sardex. Ho quindi proposto a Chiarelettere di approfondirla in un libro, insieme ad un quadro econonico che racchiuda il meglio di quanto abbiamo visto in quel settore. Ed ecco che è nato questo testo, quanto mai attuale quando tutti parlano di bitcoin o libra (la moneta di Facebook).
All’inizio si fa riferimento all’ “economia della fiducia”. Cosa si intende?
In questi anni abbiamo abbattuto molti luoghi comuni. Tra questi, quello che le garanzie economiche possibili siano solo quelle richieste dalle banche tradizionali. L’esperienza delle MAG, di Banca Etica e di Sardex insegnano che spesso la fiducia – unita ovviamente al buon senso – ripaga meglio di qualunque altra garanzia. Ma non solo in teoria. Per davvero!
Cos’è il Sardex e come funziona?
Beh, su questo vi invito a leggere l’articolo e visionare i video che abbiamo realizzato su questo giornale! In estrema sintesi è un circuito di credito e debito che mette in circolo la ricchezza in mancanza di liquidità. Una sorta di moneta, quindi, che però vincola la ricchezza al territorio, non permette speculazioni finanziare, è tracciabile, non può essere usata per attività illegali e non ha senso che venga accumulata.
Tra qualche mese Sardex festeggerà i dieci anni di attività. Cosa è successo in questi anni?
Di tutto. Dalla casa di Nonna Elvira ai giornali di tutto il mondo, dalla gita di “quattro giovanotti” in Svizzera, a consulenze internazionali. Sardex è partito come prodotto per le aziende e ha presto coinvolto dipendenti e consumatori, per poi sviluppare anche prodotti “terzi”, come – ad esempio – Social Pay. Ogni volta che incontro uno dei fondatori, hanno nuovi progetti in cantiere, nuovi risultati raggiunti, una rinnovata lucida follia nel voler cambiare il mondo.
Esistono esperienze simili in Italia e nel mondo?
Esistono centinaia di esperienze di monete complementari. In Italia voglio ricordare Arcipelago Scec, che spesso abbiamo raccontato su queste pagine. Esistono circuiti tecnicamente simili, come il VIR svizzero, a cui Sardex è ispirato. Ma non esiste nessuna esperienza che – in modo analogo – abbia saputo coniugare idealità e concretezza, raggiungendo risultati di questo genere. Per questo oggi Sardex viene studiata letteralmente in mezzo mondo e gli uffici di Serramanna ricevono continuamente richieste di collaborazioni dalle realtà più disparate, pubbliche e private.
Perché il Sardex è uno degli esempi più rappresentativi dell’Italia che Cambia?
Perché è nata dal basso, senza aiuti esterni, in un piccolo paese della Sardegna e ha raggiunto e coinvolto 13 regioni italiane. Perché ha unito idealità e concretezza. Perché dimostra che si possono realizzare i progetti più “impossibili”. Perché i fondatori non si sono arresi di fronte alle mille difficoltà. Perché lo strumento che hanno creato miglior la vita di centinaia di migliaia (milioni forse) di persone.
Quanto può incidere questa moneta sul modello economico attuale?
Se Sardex continuerà a crescere e diffondersi a questi ritmi, potrebbe incidere in modo sempre più significativo in tutta Italia, creando un’economia virtuosa che si radichi sempre più nel territorio e rimetta al centro l’economia reale anziché quella speculativa.
Si può vivere senza denaro?
Tutto si può fare. In questo momento storico, in Occidente è possibile vivere senza denaro, ma facendo una serie di scelte “difficili”. Già ora, però, è abbastanza semplice vivere con poco denaro. Se poi questo è in gran parte composto di Sardex è ancora più semplice!
Sono passati sette anni dal tuo primo libro edito con Chiarelettere che raccontava il tuo primo viaggio nell’Italia che cambia, quello che ti ha portato a conoscere Sardex e tanti altri progetti. Cosa è successo dopo l’uscita del libro nella tua vita professionale? E l’Italia è cambiata ancora?
Io faccio così, il libro che raccontava il mio viaggio in camper nell’Italia che cambia, ha “cambiato” per sempre anche la mia vita! Da quel libro è nato un progetto che oggi coinvolge professionalmente undici persone, è nato questo giornale, la mappa che lo affianca, i tavoli tematici che hanno dato vita alle visioni 2040 e alle oltre 500 azioni concrete che possiamo fare per cambiare l’Italia. Sono nate le campagne degli agenti del cambiamento e centinaia di relazioni locali e nazionali.
La mia vita è cambiata letteralmente in ogni ambito. Da allora viaggio incessantemente, ma vivo sapendo che l’Italia e il mondo sono infinitamente migliori di quanto pensassi o potessi anche solo immaginare. L’Italia cambia ancora. Ogni giorno. E in meglio. L’Italia dal basso, quella che non è quasi rappresentata in politica o nei media. Ma che è assolutamente reale.
Chi vorresti che leggesse questo libro?
Vorrei che lo leggessero i miei soci, i miei amici, i miei parenti, i lettori e le lettrici di Italia che Cambia, gli scoraggiati, chi pensa che non si possano realizzare le cose, chi è appassionato di monete, economia, finanza. Chiunque voglia sapere come da un minuscolo paese della Sardegna si possa progettare – senza nessun capitale iniziale – uno strumento in grado di trasformare in meglio l’economia del proprio Paese, arrivando ad assumere decine di persone e a replicare la propria idea nei modi e nei mondi più disparati. Vorrei che lo leggessero i giovani alla ricerca di ispirazione, i sardi che pensano di vivere in un territorio arretrato, insomma chiunque voglia cambiare se stesso e il mondo. Buona lettura!
Leggi il comunicato stampa sull’uscita del libro
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