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Greenpeace chiede ai leader che si riuniscono oggi a New York per il Summit delle Nazioni Unite sul clima, di presentare piani ambiziosi e concreti per contrastare l’emergenza climatica in corso. Il meeting ONU si tiene durante la Global #WeekForFuture organizzata dal movimento Fridays For Future, settimana di manifestazioni per il clima iniziata il 20 settembre e che si concluderà venerdì 27 con uno sciopero globale. Sette giorni di mobilitazioni contro i cambiamenti climatici, appuntamento a cui Greenpeace aderisce ufficialmente anche in Italia.
L’obiettivo del vertice, convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, è quello di rafforzare gli impegni nazionali in materia di clima e garantire che i leader presentino piani d’azione concreti, e non solo discorsi. Guterres ha chiesto che le proposte che i leader porteranno al vertice siano chiare, attuabili e compatibili con le più recenti scoperte scientifiche. Per l’Italia sarà presente il capo di governo, Giuseppe Conte.
«Greenpeace Italia chiede al premier Conte e al suo governo di non limitarsi ad annunci e promesse, ma di agire urgentemente per contrastare l’emergenza climatica», afferma Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia. «Non è più il momento di tergiversare, ma occorre intervenire subito, abbandonando le politiche che ci hanno portato alla situazione attuale, per mettere finalmente in pratica provvedimenti incisivi contro i cambiamenti climatici».
Greenpeace Italia, in particolare, chiede al governo italiano di:
– rivedere il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) con obiettivi coerenti con l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2040, con un piano energetico basato al 100 per cento su rinnovabili ed efficienza energetica;
– definire un piano che conduca allo stop dal 2028 della vendita di auto con motore a combustione interna;
– eliminare l’uso di biocarburanti di prima generazione, come l’olio di palma;
– promuovere l’abolizione dei sussidi agli allevamenti intensivi e utilizzare questi fondi per sostenere aziende agricole che producono con metodi ecologici;
– spostare progressivamente i sussidi dati alle fonti fossili verso misure di efficienza e verso la promozione delle rinnovabili.
Il summit ONU di New York si tiene a quasi un anno dall’allarme lanciato dal Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) che, lo scorso ottobre, ha sottolineato come sia urgente agire al più presto per cercare di mantenere la temperatura media globale entro 1,5°C. Poche settimane fa lo stesso IPCC ha reso noto che la temperatura sulla terraferma è già aumentata di 1,53°C, rispetto a una media globale di 0,83°. Una media che tiene conto della temperatura degli oceani e delle terre emerse.
«Dobbiamo tutti seguire quanto ci dice la scienza. Le giovani generazioni, in particolare, stanno dimostrando leadership e propongono strade che i politici devono necessariamente seguire», dichiara Jennifer Morgan, Direttrice Esecutiva di Greenpeace International. «Non c’è più spazio per leader deboli o per gli interessi dell’industria dei combustibili fossili. Se i leader, e le aziende che cercano di influenzarli, a New York non riusciranno a presentare piani concreti, ambiziosi, attuabili e non li porteranno fino in fondo durante le negoziazioni future, allora dovranno rispondere di tutto ciò a chi scende in strada per manifestare e a chi in futuro sarà chiamato al voto», conclude Morgan.
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