17 Set 2019

E se tutti lavorassimo meno e guadagnassimo meno?

Scritto da: Redazione

Costruire un nuovo modello sociale e lavorativo in cui ci sia meno bisogno soldi, più tempo libero a disposizione e che metta in discussione la schiavitù del lavoro. È l'obiettivo di un gruppo di attivisti del Movimento per la Decrescita Felice, che propone un sondaggio per valutare la sostenibilità dell’idea.

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Sono moltissimi oggi a essere insoddisfatti del rapporto fra tempo lavorato e soldi guadagnati. Quasi sempre però, per cambiare le cose, si interviene sulla seconda parte dell’equazione chiedendo adeguamenti dei salari o spremendosi le meningi per capire come guadagnare di più. Ma cosa succederebbe se tutti dessimo meno importanza al lavoro e al reddito, che oggi sono invece al centro della nostra vita?

 

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Valutare la fattibilità di questo percorso, cioè la sua sostenibilità sociale ed economica – quella ambientale è intrinseca nel processo stesso – è il compito che si sono dati alcuni soci del Movimento per la Decrescita felice, riuniti nel Gruppo di Studio Occupazione&Lavoro, costola del Gruppo Tematico Economia e Decrescita coordinato da Luigi Giorgio.

 

Gli attivisti sono impegnati da un paio d’anni ad analizzare le modifiche che sarebbe necessario apportare al sistema fiscale, a quello formativo, a quello produttivo e, più in generale, al ruolo attribuito al lavoro retribuito da ciascuno di noi e, collettivamente, dalle comunità in cui viviamo.

 

Sarebbe forse una buona soluzione per poter lavorare tutti ed essere ciascuno più ricco del tempo che il lavoro ci ruba in cambio di soldi che spesso finiscono in consumi superflui e, soprattutto, diventano causa di sprechi di risorse, generatori di rifiuti e di inquinamento.

 

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In questo modo infatti si spezzerebbe il circolo vizioso che lega la necessità di creare posti di lavoro con quella di consumare le merci e i servizi che quel lavoro produce, acquistandoli con i soldi guadagnati. Si potrebbe, in sostanza, avviare un percorso collettivo di Decrescita Felice.

 

Il primo risultato di questa attività è riassunto in un documento disponibile qui e verrà presentato in uno dei workshop del programma della scuola estiva di Rete di Reti.

 

Ma si tratta solo di un primo passo, poiché alla riduzione dell’importanza del lavoro retribuito deve corrispondere maggiore attenzione dedicata ad altre attività umane: lavoro domestico, autoproduzione, lavoro comunitario gratuito, volontariato e così via.

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Queste sono attività le cui capacità di generare valore, cioè di produrre benessere per sé e per gli altri, non sono oggi adeguatamente riconosciute, anzi, talvolta è osteggiata proprio perché toglie spazio al lavoro retribuito.

 

A questo scopo, Gruppo di Studio Occupazione&Lavoro ha avviato un sondaggio online al quale si può partecipare compilando il questionario anonimo sul ruolo del lavoro retribuito nella nostra società, i cui primi risultati saranno analizzati in un incontro che si terrà il prossimo 22 settembre nell’ambito della 2° Festa Nazionale del Movimento per la Decrescita Felice.

 

Compilare il questionario (il tempo necessario è di circa 15 minuti) può essere una interessante occasione per costruirsi una propria visione su questa questione, ed al Gruppo di Studio Occupazione&Lavoro per disporre di dati utili a proseguire nei propri studi. 

 

Se siete interessati a partecipare alla costruzione di un nuovo modello di vita che dia meno importanza al denaro e sia fondato sul tempo libero, sulla cura degli affetti e delle passioni, sulle relazioni umane, vi invitiamo a dare il vostro contributo cliccando qui

 

 

 

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