20 Set 2019

“Po d’aMare”: parte a Torino la raccolta dei rifiuti sul fiume

Scritto da: Lorena Di Maria

È stato avviato in questi giorni a Torino il progetto pilota “Po d’aMare” per contrastare la quantità di rifiuti che, lungo tutto il percorso del fiume, giungono fino al mare. Sarà la prima sperimentazione in ambito urbano progettata attraverso barriere galleggianti per intercettare e raccogliere i rifiuti che verranno in seguito riciclati per la realizzazione di arredi urbani destinati alla città, in un processo improntato all’economia circolare che farà emergere nuovi risultati e maggiori consapevolezze sull’inquinamento dei nostri fiumi.

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Torino - «Parola d’ordine: prevenzione. Fiumi puliti per mari puliti e il Po, con i suoi 652 km, 4 Regioni e 13 Province attraversate, è il corso d’acqua che meglio si presta a operazioni di raccolta, recupero e riciclo dei rifiuti, di plastica in particolare, prima che arrivino al mare».
È noto che circa l’80% dei rifiuti che quotidianamente si stratifica nei nostri mari proviene dalla terraferma attraversando gli scarichi urbani e i corsi d’acqua. La presenza di plastiche e altri materiali inquinanti sulle spiagge e nei mari ha un impatto fortissimo non solo dal punto di vista ambientale ma anche turistico ed economico, con un costo stimato dall’Unep (United Nations Environment Programme) che ammonta a circa 13 miliardi di dollari l’anno.

 

Proprio per questi motivi sempre più città si stanno interrogando su quali soluzioni siano le più adatte per preservare le nostre acque e contribuire a risolvere il problema “a monte”. In questi giorni la città di Torino ha infatti “adottato” il progetto “Po d’aMare” avviando la prima sperimentazione nel fiume più lungo d’Italia. Si tratta di un’iniziativa volta a combattere il problema dei cosiddetti “marine litter” ovvero rifiuti di ogni sorta che quotidianamente scorrono lungo i fiumi italiani per poi giungere e disperdersi nelle acque dei mari.

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«La messa in opera del progetto “Po d’aMare” a Torino – si legge nel comunicato stampa – è l’evoluzione della precedente attività di intercettazione, raccolta e riciclo svoltasi in prossimità del delta del fiume nel 2018, ma con un elemento strategico ulteriore: è il primo caso di sperimentazione localizzata all’interno di un grande nucleo urbano».

 

Come funziona la raccolta dei rifiuti?
Il funzionamento del progetto è molto semplice: attraverso l’installazione di un dispositivo composto da barriere galleggianti verranno raccolte le plastiche e gli altri rifiuti trasportati dal fiume. Il sistema, posizionato nella zona dei Murazzi in prossimità del centro storico, è composto da due moduli che saranno posizionati fino a dicembre 2019, le cui barriere sono state progettate appositamente per non interferire con la flora e la fauna del Po. Tramite un’imbarcazione e operatori da terra, i rifiuti verranno raccolti in appositi cassoni gestiti da Amiat, che provvederà a sua volta a conferire le plastiche presso un impianto Corepla che si occuperà della successiva valorizzazione dei materiali. I prodotti recuperati verranno infatti riutilizzati per la realizzazione di arredi urbani per la Città di Torino.

 

Successivamente, i risultati della sperimentazione verranno messi a confronto con la precedente attività di intercettazione, raccolta e riciclo dei rifiuti plastici del fiume Po presso Ferrara. Sarà così possibile valutare la fattibilità di un sistema nazionale di prevenzione dei rifiuti marini tramite sistemi di raccolta posizionati nei principali fiumi italiani e quindi la possibilità di creare una filiera virtuosa di riciclo e recupero delle plastiche raccolte.

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Il progetto pilota è stato predisposto dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile insieme al Consorzio Castalia che gestirà le modalità di intercettazione e raccolta dei rifiuti e a Corepla – Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, che si occuperà della successiva trasformazione dei materiali per dar loro nuova vita.
Realizzato grazie al contributo di Amiat, Iren e Corepla, prenderà avvio con il Coordinamento dell’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po, il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e la collaborazione con la Città di Torino.

 

Sperimentare una soluzione innovativa finalizzata alla salvaguardia ambientale è ora possibile: il progetto “Po d’aMare” vuole essere un nuovo strumento per la sensibilizzazione dei cittadini sulla corretta gestione dei rifiuti e la collocazione delle barriere nel centro della città, infatti, è stata pensata affinchè l’iniziativa possa ottenere la massima visibilità. Come afferma Lorenzo Barone di Castalia, «lo sversamento dei rifiuti solidi galleggianti in mare, compresi i materiali plastici, ha un vettore di trasporto principale con vari nomi propri: il fiume Po, il fiume Arno, il fiume Tevere, ma come sorgente un unico e solo responsabile: il cittadino irresponsabile».

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Il progetto pilota vuole inoltre dare delle risposte concrete al problema rifiuti. Come racconta Andrea Barbabella di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, «il progetto rappresenta un’occasione, specie se messo a sistema con altre iniziative, per comprendere meglio questo fenomeno a partire da domande apparentemente semplici: quanti rifiuti, sia plastici che non, trasportano i fiumi? Qual è l’origine di questi rifiuti? Quali sono le tecnologie migliori per il loro riciclo? Il percorso verso un’economia circolare ha bisogno non solo di soluzioni organizzative e tecnologiche innovative ed efficaci, ma anche di nuove e più solide conoscenze».

 

 

Foto copertina
Didascalia: Fiume Po
Autore: Pixabay
Licenza: CCO Creative Commons

 

Articolo tratto da Piemonte che Cambia

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