Piemonte che Cambia aderisce al terzo Sciopero Globale per il Clima
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Emergenza climatica, difesa dell’ambiente, transizione ecologica sono le parole scritte sui cartelli dei manifestanti e i cori dei giovani di tutt’Italia che oggi, 27 settembre, scenderanno nelle piazze per il terzo Sciopero Globale per il Clima, facendosi sentire con più forza che mai.
Perchè “la nostra casa è in fiamme”, ci ricordano, e l’emergenza climatica riguarda tutti, indistintamente.
Quella passata è stata la “Climate Action Week”, la settimana di mobilitazione globale per il clima partita il 20 settembre 2019 che ha visto svolgere in ogni città azioni a favore dell’ambiente e che si concluderà proprio oggi, con la terza manifestazione a scala globale.
«Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite) abbiamo solo undici anni per evitare il collasso degli equilibri ecosistemici causato dal riscaldamento globale da gas serra; il punto di non ritorno potremo forse evitarlo solo a patto di una decarbonizzazione a livello globale entro il 2050» hanno dichiarato nel mese di giugno gli attivisti dei Fridays for Future in una lettera aperta ai lavoratori, alle lavoratrici e a tutte le organizzazioni sindacali.
«Aumento di temperature, innalzamento del livello del mare, desertificazione, eventi climatici estremi distruttivi, scarsità di acqua, cibo, perdita di biodiversità: sono solo alcuni effetti della crisi climatica ed ecologica cui rischiamo di assistere inermi. Settori interi dell’economia, della società e la stessa civiltà umana per come l’abbiamo conosciuta rischiano il tracollo. In questo scenario catastrofico le disuguaglianze sociali si faranno ancora più estreme, poiché il fardello dei costi ambientali si scarica sugli ultimi anelli della piramide: i lavoratori, i disoccupati, gli studenti, i migranti».
Durante questa settimana gli attivisti di Torino hanno avviato diverse azioni, dimostrando ai più scettici che oltre alle manifestazioni, sono diversi i progetti di sensibilizzazione in cui sono impegnati. Ne è esempio l’azione di guerrilla gardening che ha visto la piantumazione di alberi in città, per contribuire ad assorbire CO2 e rendere più pulita l’aria.
Un gruppo di 50 attivisti ha inoltre realizzato un “die-in” per protestare contro il sistema della moda “usa e getta” e il sistema produttivo della fast fashion.
«Tre attiviste si sono esposte in vetrina con le mani sporche di vernice rossa – si legge dalle loro dichiarazioni – per rappresentare simbolicamente tutti i lavoratori e le lavoratrici che hanno perso la vita nelle fabbriche della moda a basso costo, ma anche le vittime dell’inquinamento causato da questo sistema».
Altri esempi di azioni in città sono la Critical Mass che ha visto sfrecciare per le vie del centro un centinaio di bici con l’obiettivo di sensibilizzare le persone verso una mobilità più sostenibile o il Flash-Mob davanti alla sede del quotidiano “La Stampa” per chiedere di mettere la crisi climatica e ambientale al primo posto tra le notizie da divulgare.
Durante questa settimana abbiamo incontrato i ragazzi del gruppo Fridays For Future presso lo stand in Piazza Castello, insieme ai gruppi locali dei Parents For Future ed Extincion Ribellion.
E proprio in questi giorni a Torino si stanno svolgendo le riprese del film “Ragazzi irresponsabili” (sottotitolo “Storie di giovani italiani che vogliono salvare il mondo”), che vuole portare sul grande schermo le storie e le testimonianze degli studenti che da quasi un anno si sono mobilitati in difesa dell’ambiente attraverso i Fridays For Future.
Il progetto, promosso da Terra Nuova insieme a Italia Che Cambia, come racconta il regista Ezio Maisto, ha un duplice scopo: “documentare a futura memoria la nascita di un movimento che sta segnando una svolta nell’ambientalismo di tutto il mondo e, nello stesso tempo, contribuire alla sua diffusione. Non vogliamo scoprire la Greta Thunberg italiana. Vogliamo dar voce alla Greta Thunberg che vive dentro ognuno di noi”.
È stato avviato il secondo e decisivo crowdfunding del film che permetterà di terminare le riprese dell’ultimo capitolo e di realizzare la post-produzione (montaggio video e suono, musiche originali, effetti).
Il progetto ha recentemente vinto il bando “Infinity Lab” del canale di streaming Infinity TV in collaborazione con la piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso. Un risultato che offrirà la possibilità di proseguire con la produzione e la distribuzione in TV del film ma soltanto nel caso in cui la campagna di crowdfunding avrà successo.
«Il bando Infinity Lab, infatti, prevede che se (e solo se) raggiungiamo i 5mila euro di donazioni, ossia il 50% della cifra obiettivo del crowdfunding, il restante 50% sarà coperto da Infinity» afferma il regista, e per questo motivo è necessaria la partecipazione di tutti.
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