5 Set 2019

OffGrid: la comunità che costruisce l’edilizia circolare – Io Faccio Così #259

Scritto da: Lorena Di Maria

"Scollegati dalla rete, vivi fuori dagli schemi" è il motto di OffGrid Italia, associazione che a Torino promuove un nuovo modello di vivere a basso impatto ambientale attraverso la bioarchitettura, il design e il riuso creativo. In che modo? Coinvolgendo i cittadini in progetti collettivi di autocostruzione e fai da te, creando reti che sul territorio collaborino promuovendo recuperi e scambi di materiali e realizzando un parco innovativo interamente dedicato ai temi del riuso e dell’economia circolare. Ce ne parla Marco Mangione, mente e cuore di una realtà che ogni giorno reinventa in chiave innovativa il concetto di “spreco”.

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Il termine anglosassone “Off the Grid” ha molteplici significati: scollegati dalla rete, vivere fuori dagli schemi. L’associazione OffGrid a Torino sta creando un movimento di persone accomunate dal sogno di vivere in un mondo a basso impatto ambientale.  «In italia basta poco per avere un atteggiamento off the grid!» ci racconta Marco Mangione, che incontriamo sempre con molto piacere e che riesce ogni volta a stupirci con la sua forte energia improntata al cambiamento.

«Uno dei motivi per cui siamo nati è che ci siamo resi conto, come movimento di persone, che l’Italia e più in generale il mondo è fatto di sprechi». Partiamo dal settore dell’architettura, ad esempio, dove le soluzioni improntate alla sostenibilità sono innumerevoli ma spesso mai sperimentate. Un caso emblematico è proprio il mondo “Earthship” che nasce in America come tipologia di abitazione resiliente e realizzata con materiali di recupero, indipendente in termini di approvvigionamento energetico, idrico e alimentare. Insomma, una soluzione che permette di non dover più pagare le bollette e sprecare le risorse che la natura ci offre. Ma allora perché non realizzarla proprio qui, in Italia?

Da questo punto di domanda nasce Offgrid Italia, con la convinzione che proprio nel nostro Paese tante persone hanno voglia di mettere in pratica la sostenibilità nella loro vita e aderire ad un modello che riduca l’impronta sul pianeta. In parole povere nasce “per costruire un movimento indirizzato al vivere sostenibile, fatto di persone che condividono la medesima filosofia di vita» ci racconta Marco.

E se pensiamo alle nostre città, esempi insostenibili per eccellenza, in che modo possiamo renderle più vivibili? «Ad un certo punto della vita ci siamo resi conto che, per portare avanti progetti che avessero un impatto positivo sul territorio, proprio come nel caso della “Earthship”, c’era bisogno di persone che, con i propri personali talenti e le proprie capacità, potessero farsi promotrici di un cambiamento. Per questo abbiamo cominciato a ragionare su quali potessero essere dei momenti pratici di condivisione che accogliessero persone intenzionate a mettere in gioco le proprie competenze. Così abbiamo iniziato ad organizzare dei momenti di incontro e sperimentazione, che abbiamo chiamato “Reuse Day”».

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Il Reuse Day è una giornata completamente dedicata al riuso, dove le persone si incontrano per realizzare un progetto di autocostruzione e fai da te, utilizzando materiali di recupero da riconvertire e condividendo idee progettuali per la creazione di qualcosa di nuovo. Il tutto si svolge all’interno degli spazi di OffGrid, attrezzati appositamente per permettere ai partecipanti di creare e imparare a “sporcarsi le mani”.

Ogni Reuse Day è incentrato sulla progettazione di un diverso manufatto, ci racconta Marco: «Recentemente una nostra socia ci ha confessato di voler costruire una libreria nella sua abitazione. Noi abbiamo quindi dedicato questo momento interamente a lei, aprendo una call di partecipazione che coinvolgesse persone interessate ad imparare a costruire una libreria con bancali. È stata un’occasione molto significativa che ha visto diverse persone collaborare insieme e proporre ipotesi progettuali e la migliore è stata realizzata in laboratorio».

Un progetto che guarda in grande è poi “Edilizia Circolare”, che nasce con l’obiettivo di dare nuova vita a materiali di scarto in ambito edilizio, mettendo in connessione le realtà presenti sul territorio.  «Attualmente viviamo nell’era dello spreco – racconta Marco – ma ci sono dei settori dove si spreca molto di più, come nel caso dell’edilizia”. Il progetto, da un lato, vuole mettere in evidenza che il mondo dell’edilizia genera un quantitativo di materiale che può essere riconvertito e dall’altro lato vuole avviare una valorizzazione di tutti quei materiali di scarto che possono diventare oggetti di utilità. “Nella sperimentazione stiamo creando un team che io chiamo, in modo un po’ giocoso, gli “Avenger dell’edilizia” o gli “X Man”, proprio perché accomunati da un “fattore R” dedicato alla riconversione».

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La sperimentazione sul territorio prevede la creazione di un cantiere collaborativo e circolare: collaborativo perché comporta il coinvolgimento di soggetti quali artigiani, progettisti, imprese, aziende, professionisti del settore edile e gli stessi abitanti del quartiere. Proprio per questo Offgrid sta realizzando una “harvest map”, nonchè “mappa del raccolto” che li riunisca secondo logiche di attivazione di comunità, affinchè siano capaci, insieme, di creare una rete e condividere la medesima visione di un’edilizia più sostenibile.  Circolare poichè uno dei principi alla base del progetto è proprio l’impiego di materiali e oggetti in disuso donati prevenendone il conferimento in discarica e al tempo stesso la riduzione di rifiuti provenienti dai cantieri stessi.

«Nei cantieri della città spesso sono presenti materiali di scarto che per noi hanno molto valore» ci dice Marco. Parliamo di prodotti quali isolanti o vernici destinate alla discarica, ma anche quantità infinite di materiali utilizzati negli eventi che possono essere reinvestiti in progetti di ecodesign, o ancora tettoie o fogli per costruire stampi nell’ambito della carpenteria.

«Tutti questi materiali sono scarti per loro e opere d’arte per noi» confessa Marco, raccontandoci che verranno individuati proprio grazie alla triangolazione delle realtà presenti sul territorio e alle collaborazioni che l’associazione sta aprendo con coloro che conoscono e vivono il quartiere. «Una volta prelevati i materiali che ci sono stati donati, li riconvertiremo e li recupereremo all’interno dei Reuse Day aperti alla cittadinanza», in collaborazione con la cooperativa sociale “La Fabbrica del Chinino”, che mette a disposizione gli spazi per la sperimentazione.

«La rete che stiamo costruendo è fatta di artigiani e creativi come parte manuale e architetti e designer come parte intellettuale, oltre a realtà imprenditoriali che hanno a che vedere con la produzione di materiale riciclato per l’edilizia, uniti al coinvolgimento del quartiere.

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Il progetto di Edilizia Circolare non ha solo un valore ambientale, ottenuto grazie alla riconversione dei materiali, ma anche un impatto sociale grazie al coinvolgimento di persone disabili che parteciperanno ai momenti creativi di riuso, oltre che un aspetto economico, grazie alla sostenibilità derivante dalla riduzione del materiale destinato alla discarica e al suo reinvestimento sul territorio.

Altro sogno nel cassetto improntato alla sostenibilità che sta diventando realtà è il progetto di Reland, un parco che sorgerà in provincia di Torino e che sarà, secondo la visione di Offgrid, un incubatore dove sperimentare modelli alternativi per il futuro, attraverso il gioco, l’intrattenimento e l’educazione alla sostenibilità ambientale.

«Dalle mie esperienze personali ho imparato a capire che le persone tendono a valorizzare quello che hanno proprio quando non hanno quasi più nulla. All’interno della nostra società avviene esattamente l’opposto poiché, nella realtà in cui viviamo, abbiamo quasi tutto ed è proprio da ciò nascono gli sprechi». Il progetto di Reland è una risposta diretta a questa emergenza: sarà un parco costruito con materiali di recupero, autosufficiente sotto tutti gli aspetti e realizzato da Offgrid insieme al Politecnico di Torino e al Comune virtuoso di Cambiano, dove il parco, ora in fase di progettazione, verrà realizzato. «Per noi è fondamentale che il parco sia pensato insieme alla cittadinanza. Molto spesso i progetti nascono senza domandare alle persone quanto realmente importanti siano. La vera sfida per noi è proprio questa, cogliere i bisogni di un territorio».

Intervista: Lorena Di Maria e Paolo Cignini
Riprese e Montaggio: Paolo Cignini 

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