Mattia Maestri: “La mafia è ovunque ma possiamo vincerla” – Io faccio così #262
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Milano, Lombardia - “La mafia è dovunque, in tutta la società italiana, a Palermo e Catania, come a Milano, Napoli o Roma, annidata in tutte le strutture come un inguaribile cancro”
Giuseppe Fava nel primo numero de “I Siciliani”, anno 1983
Quando si pensa alle mafie, si pensa al sud. I più informati sanno che queste gestiscono traffici di droga internazionale o che sono presenti anche in altri paesi, ma in pochi associano il fenomeno mafioso al nord Italia e in particolare a Milano. Eppure, proprio nella capitale lombarda è nato anni fa l’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, con l’obiettivo di denunciare la presenza mafiosa, e in particolare ‘ndranghetista, in questi territori. Purtroppo, infatti, le infiltrazioni sono ormai drammaticamente diffuse e vanno dal riciclo del denaro, alla gestione del gioco d’azzardo, dalla droga, alla gestione delle “macchinette” dei bar e così via.
Abbiamo incontrato Mattia Maestri per farci raccontare come sia nato questo Osservatorio e le sue principali attività.
Tutto ha avuto inizio con il primo corso italiano di sociologia della criminalità organizzata, tenuto dal professor Nando Dalla Chiesa all’interno della facoltà di scienze politiche dell’Università di Milano. Il corso, che dall’anno accademico 2008/2009 è stato inserito nei crediti ad offerta libera e ha raccolto fin dai primi anni centinaia di studenti frequentanti, stimolando il loro interesse e la loro curiosità sul fenomeno.
Il 2013 ha visto la nascita della prima edizione della Summer School on Organized Crime e del Corso di Perfezionamento post lauream in Scenari Internazionali sulla Criminalità Organizzata, che tratta sia dell’internazionalizzazione della mafia italiana che delle mafie straniere: la mafia russa, la mafia cinese, i cartelli messicani e colombiani…
Sempre nel 2013 è partita la prima esperienza della cosiddetta università itinerante, un modo di fare università al di fuori delle mura consuete, che nel suo primo anno ha portato gli studenti sull’isola di Asinara, dov’è situato il carcere bunker in cui è stato detenuto Totò Riina negli anni novanta. Infine, nello stesso anno e culminando questo percorso del mondo accademico milanese, è nato l’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata.
“Il lavoro nelle scuole è fondamentale”, ci spiega Mattia, giovane ricercatore universitario dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, e attivista di Libera e di Stampo Antimafioso , una redazione web nata da un laboratorio di giornalismo antimafioso che vuole “smascherare i principali luoghi comuni sul fenomeno mafioso, squarciare il velo che ha reso la mafia al Nord invisibile per molto tempo, contribuire alla crescita e al rafforzamento del movimento antimafia” perché “la forza della mafia sta fuori dalla mafia più che dentro di essa”.
I Centri di Promozione per la Legalità, CPL, istituiti e finanziati dalla Regione Lombardia, svolgono un ruolo cardine nell’educazione alla legalità sul territorio, collaborando con numerose altre associazioni fra cui WikiMafia.
Libera, invece, ha attivi quattro principali progetti nelle scuole: l’educazione alla co-responsabilità, un progetto sui beni confiscati, l’Officina 21 marzo che in occasione della Giornata Nazionale delle Vittime Innocenti di Mafia porta i ragazzi a toccare alcuni dei luoghi simbolo e di memoria, e Mafia in Lombardia, un ciclo di lezioni volte a spiegare quali sono le organizzazioni presenti sul territorio lombardo e a mettere in luce le attività che svolgono.
Dall’associazione C02 Crisis Opportunity Onlus è nato invece il progetto di educazione alla legalità “Facci Caso”, realizzato in collaborazione con il CROSS e Italia che Cambia, con il nostro Daniel Tarozzi che ha partecipato al percorso nelle scuole articolato in varie attività, come la mappatura delle realtà positive che intervengono nel territorio in cui vivono.
Daniel Tarozzi che al termine di questa esperienza ha commentato: «Lo scopo del progetto era chiaro e definito. “Facci Caso!” era, infatti, l’invito. “La mafia c’è anche al nord, facci caso!” “Il riciclaggio segue i sentieri più inaspettati, facci caso”! “Il gioco d’azzardo è uno strumento di dolore e di criminalità diffuso un po’ ovunque, facci caso”! “L’Italia è meglio di quello che pensi e puoi attivarti per cambiare le cose, facci caso”! E loro, posso dirlo con certezza, ci hanno fatto caso…».
Mattia Maestri ci ha raccontato che gli studenti conosciuti svolgendo vari corsi di formazione si caratterizzano per un grande desiderio di conoscenza e per la voglia di partecipare. E nonostante lo preoccupi “la rassegnazione nei loro occhi o quando li sento parlare per luoghi comuni – “è tutto marcio”, “la politica non c’è”, “non si trova lavoro”, “non possiamo fare niente”, “tanto la mafia ci sarà sempre”, continua a portare avanti il suo impegno, perché “è necessario recuperare la bellezza dello stare insieme e del vivere il proprio territorio al meglio possibile”.
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