Centrale a carbone di Vado Ligure: aumento di mortalità del 49%
Seguici su:
Savona - Gli epidemiologi ambientali dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa hanno studiato per 13 anni tutta la popolazione residente in 12 comuni intorno alla centrale Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), avviata nel 1970 e alimentata a carbone fino al 2014, quando la procura di Savona fece fermare gli impianti per disastro ambientale doloso.
È stato così riscontrato un aumento di mortalità del 49%. Nello specifico, per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell’apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%). É stata valutata in particolare la relazione tra l’esposizione agli inquinanti atmosferici emessi dalla centrale e il rischio di mortalità e ricovero in ospedale in 144.019 persone, identificate con indirizzo di residenza e analisi dei ricoveri in ospedale.
I dati, spiega Fabrizio Bianchi, del Cnr-Ifc, indicano che, «anche considerando le diverse fonti inquinanti cui sono stati esposti i cittadini, ci sono stati forti eccessi di rischio di mortalità prematura e ricovero ospedaliero per i residenti intorno alla centrale a carbone di Vado Ligure, con numerosi eccessi di mortalità e ricovero in ospedale, in particolare per le malattie cardiovascolari e respiratorie».
Secondo Bianchi «è la prima volta che viene effettuata una quantificazione del rischio, purtroppo molto alto», relativo all’inquinamento delle centrali a carbone. Il ricercatore auspica che «si sposti con urgenza l’attenzione sulle valutazioni preventive degli impatti sulla salute e quindi sulle fonti che si conoscono come maggiormente inquinanti, anziché valutare i danni alla salute già verificatisi a causa delle esposizioni».
Analoghe ricerche si stanno conducendo infatti in altri siti e i risultati appaiono coerenti, pur nelle diverse condizioni geomorfologiche e urbanistiche.
I risultati della ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa sull’impatto della centrale di Vado Ligure, pubblicata su Science of the Total Environment, rappresentano un ulteriore, terrificante motivo per accelerare l’uscita dal carbone, secondo il WWF.
«Che il carbone fosse un killer per persone, ambiente e clima era risaputo, ma i dati vanno oltre persino la percezione della popolazione – dichiara Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia -. È una responsabilità tremenda per gli amministratori locali, regionali e nazionali. Alla luce di questi dati, ogni ritardo nella chiusura delle centrali a carbone assume il profilo dell’attentato alla vita di migliaia di persone. Per questo, pur non potendo procedere allo stop al carbone da un giorno all’altro, va attuato ogni sforzo per anticipare il più possibile la dismissione degli impianti, a partire da quelli già in scadenza, dandosi il 2025 come limite invalicabile. Ogni tentennamento avrà come diretta conseguenza pesanti responsabilità morali, e non solo».
Il WWF, insieme ad altre associazioni ambientali, è parte civile nel processo in corso sulla centrale di Vado Ligure.
La Strategia Energetica Nazionale del 2017 e la Bozza di Piano Nazionale Energia e Clima hanno fissato al 2025 il phase out (uscita) dal carbone.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento