12 Set 2019

Il Bambù: la pianta del futuro per una nuova economia

Scritto da: Lorena Di Maria

In questo periodo di forte dibattito sulle tematiche ambientali e sulla sostenibilità del nostro modo di vivere, c’è una pianta che ci può offrire molte soluzioni: il bambù. Le possibilità, in Italia, di una nuova economia basata sulle sue proprietà sono davvero enormi, per non parlare del ruolo importantissimo che potrebbe assumere nella salvaguardia dei nostri territori. Ma cosa sappiamo davvero del bambù? Ce lo racconta Lorenzo Bar, presidente e fondatore dell’Associazione Italiana Bambù, che da anni diffonde la conoscenza sugli innumerevoli utilizzi di questa pianta.

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Cuneo - Quando ero piccola, lungo la strada che portava verso casa, attraversavo spesso un sentiero costeggiato da innumerevoli piante bambù. Ricordo ancora il fruscìo delle foglie e gli alti fusti che ammiravo col naso all’insù, perdendomi in quell’ambientazione magica.
Mi sono sempre chiesta quale grande segreto custodissero queste piante così flessibili ed eleganti. Fino a poco tempo fa, quando ho conosciuto Lorenzo Bar, presidente e fondatore dell’Associazione Italiana Bambù. Sono rimasta immediatamente affascinata dalla sua grande conoscenza del mondo vegetale, dalla sua sconfinata cultura botanica, ma soprattutto dalla sua straordinaria capacità di trasportarti nel mondo del bambù, incuriosendoti e stupendoti ad ogni parola.

 

Girovagando intorno all’azienda si ha quasi l’impressione di trovarsi in una foresta tropicale, a soli due passi dalle caratteristiche coltivazioni di vigne che noi piemontesi ben conosciamo e che contraddistinguono i vasti territori circostanti. Eppure, in questo angolo di Langa, il bambù domina il paesaggio, in un ecosistema perfetto e in totale armonia con la vegetazione del luogo. Guardando intorno mi accorgo quanto poco sappiamo del bambù e mi chiedo in che modo la nostra società potrebbe migliorare se solo dessimo a questa meravigliosa pianta l’opportunità di essere nostra alleata.

 

Ho avuto la grande fortuna di incontrarlo e di essere ospite presso la sua Azienda Agricola “Terre di Langa”, nonché sede dell’AIB, in occasione di un imperdibile corso alla scoperta del bambù, organizzato dall’Associazione Altopia.

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Come ci racconta Lorenzo, nel mondo, due terzi della popolazione vive utilizzando il bambù quale risorsa fondamentale per i più svariati ambiti e usi: per lavorare, ripararsi, cucinare, intrattenersi e alimentarsi. E la cosa più interessante è che nulla di queste piante viene sprecato.

 

Una pianta piena di sorprese
Ma quali sono gli innumerevoli vantaggi che rendono il bambù così unico e speciale? Innanzitutto, è una pianta incredibilmente adattabile e resistente, tanto che, grazie al silicio contenuto al suo interno, ha una durezza paragonabile all’acciaio ed è quindi estremamente resistente se confrontata col comune legno che normalmente utilizziamo in edilizia.
Inoltre, è capace di crescere a tempo record raggiungendo incredibilmente il metro di altezza in sole 24 ore!

 

Date le 1200 specie esistenti, queste piante si possono trovare facilmente in ogni tipo di clima, sopravvivendo anche a quelli più estremi. Se pensiamo all’Italia e al suo clima mediterraneo ci rendiamo conto di avere tutte le condizioni più favorevoli per coltivarlo e proprio per questo motivo dovremmo iniziare a ragionare su un suo diverso e maggior utilizzo.
Il bambù potrebbe infatti essere il protagonista indiscusso della sempre più necessaria politica ambientale del nostro Paese. Ma in che modo?

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Progetti di riforestazione e riqualifica ambientale
Questa pianta è innanzitutto utilissima per il consolidamento dei terreni e delle scarpate e nelle opere di bonifica. Potremmo prendere spunto dai progetti già avviati in Giappone, come quello che ha visto la creazione di un parco di bambù su terreni contaminati da mercurio o come la nascita di un parco per bonificare vecchie discariche, come avviene in Cina. A differenza di altre piante, infatti, il bambù è adattabile proprio perché, come spiega Lorenzo, è «capace di colonizzare quei 50-60 cm di terreno più superficiali senza che le radici scendano troppo in profondità avvelenandosi nella parte di suolo sterile ed inquinato». Inoltre, l’apparato radicale di queste graminacee è molto sviluppato e quindi adatto ad evitare frane e dilavamenti.

 

Riduzione dell’inquinamento e risorsa rinnovabile
Nel nostro Paese le coltivazioni di bambù potrebbero avere un importante ruolo eco-climatico: parliamo di una pianta che assorbe inquinanti, polveri sottili e CO2 e in cambio ci regala enormi quantità di ossigeno. Insomma, è capace di creare un vero e proprio polmone verde nelle nostre città. E’ stato infatti calcolato che il bambù genera il 35% in più di ossigeno rispetto ad altri alberi. Lo possiamo utilizzare anche come risorsa rinnovabile sfruttando la grande quantità di biomassa favorita dalla sua rapida crescita. Pensate, il bambù può produrre fino a 20 volte più legname rispetto ad altri alberi di una stessa area!
È poi una pianta sempreverde capace di creare siepi e barriere che riparano dall’inquinamento acustico e chissà quanti benefici apporterebbe se posto intorno alle abitazioni e lungo le strade e autostrade delle nostre città.
Per non parlare del fatto che è una coltivazione totalmente naturale ed ecologica: mi piace pensare che questa pianta abbia “le difese immunitarie molto alte”, in quanto non soffre di particolari malattie o parassiti che possono danneggiarla e di conseguenza non ha bisogno di essere trattata con antiparassitari, pesticidi e diserbanti ma solo con del semplice e sano materiale organico.

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Edilizia
Le abitazioni in bambù sono a basso costo, veloci da costruire, resistenti ai terremoti ed ecologiche grazie alle sue resistenti proprietà strutturali. Immaginiamo quanto possono essere utili nelle zone maggiormente sismiche del nostro Paese! Inoltre, questa pianta è performante nell’ambito della bioarchitettura e nella fabbricazione di palchetti, multistrati e coibentazioni.

 

Oltre a tutti questi utilizzi, Lorenzo ci spiega che il bambù può essere impiegato anche nella produzione di fibre tessili, di cosmetici, nell’alimentazione, nella produzione di carta e come sostituto del legno in innumerevoli applicazioni di falegnameria, design e architettura.

 

«Il panorama degli usi delle varie specie di bambù è davvero ampio e le possibilità di una nuova economia basata su questa pianta sono davvero enormi» ci viene raccontato. Ma allora come valorizzarla maggiormente in Italia, sfruttando tutte le caratteristiche positive appena descritte?

 

«È necessario superare i pregiudizi che vedono il bambù come semplice pianta ornamentale o da giardino e bisogna iniziare a considerarla anche per la sua forte redditività, avendo, in particolare, un’ottima resa economica capace di favorire una blu economy e la filiera circolare» spiega Lorenzo, riferendosi ad una filiera che può contribuire a valorizzare la attuali monoculture puntando sulla qualità del prodotto molto più che sulla quantità.

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«Creando dei prodotti Made in Italy avremo inoltre la possibilità di aprirci uno spiraglio su altri mercati, facendo leva sul nostro design, molto apprezzato all’estero. E con buoni risultati per l’esportazione italiana, si pensi solo al mercato dei paesi arabi che rifiuta il made in Cina, nonostante la Cina sia uno dei massimi produttori di bambù».

 

Fino ad oggi il mercato italiano e quello europeo hanno apprezzato esclusivamente l’aspetto ornamentale del bambù, ma guardandoci intorno ci accorgiamo che sempre più paesi hanno iniziato a valorizzarlo come fonte di reddito. È quindi fondamentale, come suggerisce Lorenzo, «sensibilizzare i decisori politici e coloro che devono fare scelte determinanti per le prossime generazioni e per il pianeta Terra”, diffondendo una nuova cultura su questa pianta del futuro».

 

 

Foto copertina
Didascalia: Bambuseto
Autore: Pixabay
Licenza: CCO Creative Commons

 

Articolo tratto da Piemonte che Cambia

 

Articolo trat

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