Attraverso la cruna dell’ago: a Biella il mondo del tessile tra impresa, antropologia e arte
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Un mosaico di interventi che si intrecceranno in un racconto del filo tra impresa, antropologia e arte contemporanea: sono questi gli argomenti chiave dell’iniziativa “Attraverso la cruna dell’ago” che ha avuto luogo questo fine settimana a Biella. Nel dietro le quinte della serata figura la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che, in occasione della mostra “Padre e Figlio. Ettore Pistoletto Olivero e Michelangelo Pistoletto”, promuove un calendario di incontri e iniziative di approfondimento sui temi proposti dall’esposizione.
Non solo, sono stati organizzati incontri con personalità del mondo della cultura e dell’impresa, ma anche laboratori didattici per le scuole e una rassegna cinematografica in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
L’incontroè stato moderato dalla giornalista e direttrice del Festival della Mente di Sarzana Benedetta Marietti. Dopo un’introduzione di Franco Ferraris, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, prenderà parola Piercarlo Grimaldi, noto antropologo e accademico, già rettore e professore presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Bra), che interverrà per discutere del profondo legame tra cultura e arte della lana.
“Da quando – ha esordito il Professor Piercarlo Grimaldi – all’intorno di cinquantamila anni fa, è stato infilato il primo ago, il filo è alla base di una grammatica e di una sintassi d’umanità non riscontrabile in altri oggetti che rappresentano il percorso mitologico e storico del mondo. Il filo è la metafora letteraria, sociale e culturale del farsi e del disfarsi della vita così come interpreta la simbolica sintesi di tanti processi produttivi. Una gugliata è una sostantiva proposizione che parte da un nodo per terminare con un altro nodo e il punto è parte di una sistemica ritmicità logica e affettiva che allude al processo evolutivo dell’uomo. Se le cose stanno così, in un filo che attraversa la cruna dell’ago si possono individuare le più profonde, simboliche ragioni per identificare nella storia laniera di Biella i tratti costitutivi per riconoscerla Città creativa Unesco”.
Altri protagonisti di rilievo che hanno partecipato all’incontro hanno proposto approfondimenti sul rapporto tra arte, imprenditoria e committenza. Il secondo protagonista del poker di ospiti è stato Carlo Piacenza, Presidente dell’Unione Industriale Biellese: “La cultura di impresa – ha affermato – è un patrimonio che, soprattutto in territori come il nostro, viene tramandato di generazione in generazione sia all’interno dell’azienda che all’interno della famiglia. È un sapere diffuso fatto di valori e conoscenze che si fonda sull’esempio: a casa come in fabbrica, io per primo posso dire di aver imparato molto da mio padre e da mio nonno e spero di essere riuscito a tramandare quei valori anche ai miei figli. Le imprese di famiglia sono molto diffuse nel distretto e ne rappresentano un tratto distintivo, oltre che un ulteriore elemento di continuità nella valorizzazione e nella tutela dell’eredità culturale imprenditoriale biellese, improntata all’etica e al rispetto del territorio”.
Per quanto concerne il mondo dell’arte contemporanea, sono due i relatori che hanno portato la propria testimonianza (mettendo in luce, per l’occasione, il legame tra arte, sostenibilità e moda), ovvero Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, e Alberto Fiz, curatore del progetto espositivo Padre e Figlio.
“Il vestito – ha argomentato Naldini – è la nostra seconda pelle, nasce dalla terra, dalle piante, dagli animali e dall’industria chimica. Questa seconda pelle ci ricopre, ci protegge, ma racconta anche chi siamo. Come gli aruspici leggevano il futuro nelle viscere degli uccelli, la nostra seconda pelle può svelarci quanto si prepara per noi. E come l’epidermide è l’organo più esteso del corpo umano, la nostra seconda pelle, l’industria e la filiera tessile hanno un impatto immenso sul pianeta. Sta a noi oggi saper leggere la nostra pelle e mettere in atto quanto necessario per salvarla, la seconda ma anche la prima”.
Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Fiz, che si è focalizzato sulla relazione tra l’arte e i tessuti: “Sin dai tempi delle avanguardie, lane e tessuti s’intrecciano con l’arte contemporanea influenzandone profondamente la poetica. Basti pensare ai panciotti di Giacomo Balla o agli arazzi di Alighiero Boetti. Ma anche alle scritture su stoffa di Maria Lai o alla Mela reintegrata di Michelangelo Pistoletto collocata in permanenza a Milano presso Ermenegildo Zegna Headquarters. Una sfida che si protrae nel tempo attraverso la cruna dell’ago”.
L’incontro si inserisce nell’ambito della candidatura di Biella Città Creativa per la maestria e la creatività in campo tessile: un percorso molto articolato che ha portato la città laniera, espressione della candidatura dell’intero Piemonte, a superare il primo step di valutazione e a ricevere l’approvazione del dossier da parte della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco.
“La lana e la capacità di trasformarla in stoffe pregiate, apprezzate in tutto il mondo – ha concluso Ferraris – sono alla base della cultura e della storia del Biellese. Oggi, grazie alla collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e con il Professor Grimaldi, abbiamo avviato una riflessione importante su questo tema ricchissimo di contenuti. Grazie ai tanti partner uniti nel progetto di candidatura della città di Biella al network Unesco (UIB, Cittadellarte, Comune di Biella e molti altri) la riflessione sta coinvolgendo tutto il territorio. Sono certo che sarà il primo passo per immaginare un Biellese rinnovato e sempre più vitale”.
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