Il “Modello Pinzano”: il restauro del paesaggio attraverso un’economia locale autosostenibile
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Venezia - È nella stretta di Pinzano, nella Media Valle del Tagliamento, che l’alveo dell’omonimo fiume si restringe al minimo, mantenendo comunque un’ampiezza di circa 150 metri. Questo fiume e le terre che lo circondano, rappresentano un’ecosistema complesso, ricco e di grande interesse paesaggistico e naturalistico.
Qui l’opera dell’uomo è sempre stata poco invasiva, dal dopoguerra a oggi, quasi nulla. Questo ha fatto sì che il paesaggio mutasse profondamente nel tempo. Nel comune di Pinzano al Tagliamento, le sponde del fiume un tempo erano circondante da prati, ma l’assenza di cura e l’abbandono delle pratiche agricole, hanno dato spazio alla crescita di vegetazione spontanea che ha reso difficile e pericolosa la fruizione di questi spazi e l’accesso alle zone di interesse culturale inserite in questo contesto.
Per preservare i valori paesaggistici, la sicurezza del territorio e valorizzare ambiti di interesse storico e naturalistico, l’amministrazione comunale ha dato il via lo scorso anno, con il progetto “Riprendiamoci il paesaggio”, ad un percorso per il “restauro del paesaggio attraverso un’economia locale autosostenibile”, stimolata anche dal lavoro dell’architetto Andrea Bernava, già curatore della “Carta del paesaggio” di Pinzano.
Gli obiettivi di quello che abbiamo ribattezzato “Modello Pinzano”, sono quelli di creare un’economia locale auto-sostenibile coinvolgendo anche le aziende agricole e zootecniche che operano sul territorio – ci racconta Emiliano De Biasio, vicesindaco di Pinzano al Tagliamento e tra gli ideatori del progetto – Abbiamo presentato il progetto a febbraio dello scorso anno, dando il via alla creazione di una filiera corta virtuosa individuando un’azienda locale che si occupasse della manutenzione di quattro dei principali siti di interesse del Comune di Pinzano al Tagliamento: il colle del Castello di Pinzano, il Col Pion con il Sacrario Germanico, l’area della confluenza tra i corsi d’acqua Arzino e Tagliamento in località Pontaiba e il parco del Mulino di Borgo Ampiano».
Il “Modello Pinzano”, che si pone quindi come obiettivo il ripristino del paesaggio della collina e montagna friulana, ha ottenuto i fondi necessari per l’avviamento del progetto dalla regione e si è concretizzato attraverso vari strumenti programmatici e finanziari: L.R. 10/2010 per il “Recupero dei terreni incolti” e il PSR FGV 2014-2020. Un modello che ha previsto anche la partecipazione attiva di tutti gli attori del territorio grazie anche ad un laboratorio di microprogettazione extraurbana realizzato grazie al volontariato locale, perché l’obiettivo finale non è solo quello di ripristinare il paesaggio naturale, ma anche di rendere accessibili attraverso il disboscamento e il mantenimento di questi terreni di proprietà comunale, luoghi di interesse storico culturale e di promuovere un turismo lento e responsabile.
«Dopo l’iniziale fase di riconversione, con rimozione del bosco di neo formazione – continua De Biasio – ci troviamo ora nella fase del mantenimento a cui seguirà quella del restauro paesaggistico. Si tratta di un progetto sperimentale che ha destato molta curiosità per la sua attenzione non solo alla fase del taglio, ma alla progettazione e al successivo mantenimento. Abbiamo infatti individuato un’azienda agricola locale, Capramica, che si occuperà con le sue capre, corrispondendo un canone d’affitto al Comune, di garantire la conservazione delle aree recuperate per i prossimi cinque anni. L’utilizzo della capra è finalizzato in questa fase non tanto al mantenimento delle zone prative, quanto all’eliminazione della vegetazione invasiva (rovi, arbusti infestanti alloctoni, ecc.). L’animale è stato riconosciuto come il più efficace nell’assolvere questo compito.
In tal senso particolarmente importante ed emblematica è stata la salita al colle del castello di Pinzano delle prime settanta capre nelle scorse settimane, che attraverso un pascolo confinato manterranno il colle impedendo la ricrescita della vegetazione spontanea. Nel prossimo periodo verrà monitorato il loro comportamento e l’efficacia in termini di risposta al compito. Questo comporterà l’eventuale implemento o riduzione dei capi ed andrà a definire il tempo di permanenza al colle delle capre, che poi si sposteranno sul vicino Col Pion seguendo l’Anello CAI 822.
L’arrivo delle caprette al colle non impedisce il fatto di poterlo visitare, anzi vuole essere un incentivo a questo. Richiederà solo qualche piccolo accorgimento in più, a partire dall’attenzione nel chiudere il cancello alle proprie spalle, così come nell’usare il buonsenso nel rapportarsi a loro. Il tempo di permanenza sarà contingentato e in base al comportamento che terranno gli animali metteremo in campo gli accorgimenti necessari al fine di rendere piacevole la permanenza del visitatore.
Il progetto nasce anche per dare supporto e merito all’importante sforzo del volontariato locale nel mantenere e valorizzare le aree di interesse e l’Anello di Pinzano e che con questa compagine sociale intende definire e proseguire azioni concertate, al fine di migliorare la fruibilità dei luoghi».
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