Trasformare la propria auto in elettrica: una Mobility r-Evolution per il retrofit
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Milano - Stando a quanto riporta l’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) il traffico stradale è responsabile di più di un quinto delle emissioni di gas serra, con enorme danno anche per la salute umana. E in un periodo storico cruciale per ciò che riguarda la salvaguardia del pianeta come quello che stiamo attraversando, ogni azione volta ad alleviare i devastanti effetti climalteranti che si riversano sull’atmosfera e sulla salute delle persone non può che essere d’importanza vitale.
Si muove decisamente in questa direzione l’italianissima azienda Mobility r-Evolution (MrE), di cui vi avevamo già parlato poco dopo l’uscita del decreto retrofit, atto a convertire in elettrici i tradizionali veicoli con una spesa moderata. Ma non basta: come tiene a sottolineare Antonio Mozzo, titolare della Carozzeria Delle Rose dove si installa il retrofit elettrico (un kit composto da motore elettrico, batterie e interfaccia di ricarica) questa azienda ha anche la vocazione di riportare in vita una delle più antiche tradizioni italiane, quella dell’artigianato, grazie alla manodopera necessaria per il recupero dei pezzi di ricambio e non solo.
A distanza di 3 anni ci sembrava importante capire come si fosse evoluto nel tempo quello che riteniamo essere un ottimo esempio di imprenditorialità intelligente, lungimirante e sostenibile. Abbiamo quindi intervistato per voi Gaetano La Legname, ex presidente di MrE e attuale manager della rete (ha ceduto la presidenza all’On. Ivan Catalano, promotore della norma sul retrofit).
Da cosa nasce Mobility r-Evolution?
Mobility r-Evolution è una rete d’imprese nata in seguito al decreto retrofit per l’esigenza di mettere insieme piccole e medie imprese in Italia che si occupano della produzione, dell’installazione e della manutenzione dei kit retrofit, creando così un ecosistema di imprese che collaborano tra loro. Siccome in questo mercato le imprese sono tutte piccole è necessario unirsi per poter competere a livello globale con le varie multinazionali che via, via si stanno impossessando del territorio. Quindi, se da solo non ce la fai, tanti piccoli pesci, come nella famosa immagine, cacciano lo squalo: questo è Mobility r-Evolution!
Cosa è cambiato nella vostra azienda dalla nostra prima intervista?
Adesso siamo 5 imprese – ma stiamo già per raddoppiare – per il momento quasi tutte nella zona di Milano, eccetto una che è in Puglia; ma presto faranno parte della rete anche il Piemonte e la Toscana. Al momento gli unici a poter montare il retrofit elettrico siamo noi qui alla Carrozzeria Delle Rose: infatti ora l’idea non è tanto quella di creare più punti sul territorio che sappiano fare installazioni, quanto avere punti che possano commercializzare e spargere la voce su questo kit, noi poi mandiamo gli installatori.
In altre parole, rispetto a quando ci avevate intervistato per la prima volta, ora abbiamo cambiato la nostra politica: formiamo una squadra di ragazzi (appena usciti dalle scuole di meccatronica) che si recano a destinazione ad istallare il kit. Trasferiamo queste competenze ai ragazzi, tramite percorsi di alternanza scuola-lavoro. Poi le nostre squadre le possiamo mandare in tutto il mondo a fare questo tipo di conversione.
Quindi non c’è bisogno che l’autoriparatore faccia il corso di formazione o che si doti dell’attrezzatura necessaria, adesso è ancora più semplice: diamo un servizio chiavi in mano e la squadra di artigiani, è Antonio che sta allestendo la squadra. È un modello che si chiama “business liquido”.
Su quali macchine può essere montato il retrofit elettrico?
Su tutti i veicoli, con precedenza sui veicoli un po’ più datati, perché sui nuovi veicoli, essendo dotati di un’elettronica piuttosto avanzata, ci sarebbe da fare un complesso lavoro di “reverse engineering”, rallentando molto i tempi. Quindi il retrofit è particolarmente adatto ai veicoli più vecchi e di conseguenza anche più inquinanti, contribuendo così in modo efficace ad abbassare l’inquinamento.
Dipende poi anche dai chilometri che si fanno, se vogliamo parlare di decongestionare i centri urbani, sicuramente l’utilitaria di piccole e medie dimensioni è la macchina più adatta, ma anche le macchine storiche, sempre che la macchina debba fare tragitti di prossimità.
Quali sono i costi, anche per l’immatricolazione?
I kit partono da 5000 €, a seconda della potenza e dell’autonomia che vuoi dare al tuo veicolo, più 200 € per l’immatricolazione. Tieni conto che noi facciamo anche un’analisi delle tue necessità e moduliamo la proposta in base alle varie esigenze.
Le batterie sono comprese nel prezzo?
Se tu parti da un kit per una macchina in cui vuoi avere circa 100 km di autonomia, una utilitaria con poco più di 7 kWh di batterie, va a spendere sui 7-8.000 € tutto incluso. Se vuoi una macchina più grande con più di 100 km di autonomia, si sale a 10-15.000 €, perché ha bisogno di motori più potenti. Poi le batterie possono durarti anche 15 anni, se le tratti bene. Per quelli che hanno difficoltà a trovare la liquidità facciamo un finanziamento. Il tutto è modulabile. Si possono anche aggiungere moduli aggiuntivi al pacco batteria per renderlo più potente.
Quanto tempo si impiega per la ricarica? Che autonomia ha il veicolo?
Dipende: alla presa domestica sulle 8 ore, alla colonnina, massimo un paio d’ore. L’autonomia va dai 30 ai 300 km. L’autonomia limitata vale anche per tutti gli altri veicoli elettrici: non ha senso fare un viaggio di 10 ore con un veicolo elettrico, perché dovresti fare almeno 3 soste per ricaricare, ha più senso andare col treno a quel punto. Diciamo che fino a un percorso di 200 km il veicolo retrofittato va bene, ma oltre diventa un problema.
Il camper è un discorso a parte: avendo la possibilità di dormirci sopra, il viaggiatore non ha problemi. Poi si potrebbero installare anche dei pannelli solari, quindi posso ricaricarmi col sole, stare anche fermo alcuni giorni e poi ripartire. Il camper è la cosa più semplice da elettrificare del mondo: non hai problemi di autonomia, o di gestione: il camper è una casa. Il camion è un altro buon mercato: abbiamo la possibilità di installare più pacchi batterie sotto la carrozzeria.
Qual è il vostro cliente ideale?
Il nostro cliente ideale è un cliente che per qualsiasi motivo decide di utilizzare un’auto elettrica: per sensibilità ambientale, o anche perché gli piace distinguersi dagli altri e vuole un veicolo particolare, o anche un imprenditore che decide di investire in un veicolo retrofittato perché magari deve scaricare delle tasse con il credito d’imposta, perché lo Stato ti da degli incentivi, al momento solo per le imprese, ma molto interessanti.
Ma potrebbero diventare clienti anche tutti quelli che vengono da fuori Milano perché qui non possono entrare con furgoni e camion, perciò automaticamente da ottobre ci saranno dei grossi problemi, se non pensano a delle alternative. Essendo infatti noi proprio alle porte di Milano con tutte le tangenziali che raggiungono questo polo e la metropolitana a due passi, loro potrebbero decidere di arrivare qui coi loro furgoni, scaricare e ricaricare la merce su nostro furgone retrofittato.
Cos’è l’Italia che cambia, secondo te?
L’Italia che cambia è uno stile di vita, è fatta dalle persone che hanno una certa sensibilità. In Italia ci sono tante piccole “Grete” che in silenzio vanno avanti e apportano cambiamenti anche piccoli, ma significativi. Nel nostro paese abbiamo ancora delle piccole eccellenze e l’Italia che cambia (come dice il vostro giornale che seguo fin dagli albori e col cui pensiero mi trovo perfettamente in sintonia) deve puntare su queste nuove tecnologie, puntare sulla sostenibilità economica, alimentare, etc.
Noi nel nostro piccolo col retrofit stiamo cercando di salvare l’artigianato e puntare nel contempo sull’ecologia e sull’ambiente. Siamo il primo paese ad avere una norma sul retrofit elettrico in Europa, ma se continuiamo ad ignorarla facciamo sia un danno all’economia che all’ambiente.
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