15 Lug 2019

Il tessile guida la crescita dell'economia circolare

Scritto da: Redazione

Il tessile è tra i protagonisti dell'economia circolare in Italia, insieme al settore alimentare e alle attività di raccolta e gestione dei rifiuti. Questi alcuni dei dati diffusi in occasione del lancio della seconda edizione del concorso “Storie di Economia Circolare” che mira a valorizzare le esperienze virtuose di economia circolare nel nostro Paese.

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Sono sempre più numerose le aziende del settore tessile che hanno scelto di adottare un modello economico sostenibile: delle 210 esperienze reali di Economia Circolare mappate da Ecodom, il principale consorzio di gestione dei RAEE, e dal CDCA, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali, il 15,2% recupera tessuti e capi usati, rigenera fibre tessili, organizza scambio di vestiti e trasforma materiali di scarto come cartone, bucce di arance e pneumatici in abiti e accessori.

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Secondo quanto emerge dal primo Atlante Italiano dell’Economia Circolare, a seguire sul podio si posizionano il settore alimentare (11%) con realtà che redistribuiscono il cibo in eccedenza nelle mense, costruiscono una rete di economia solidale che comprende comunità di supporto all’agricoltura, riusano i fondi di caffè per coltivare funghi. Seguono al terzo posto, con il 10,4%, le attività di raccolta e gestione dei rifiuti: dalla diversificazione degli scarti domestici, alla produzione di sacchetti ecosostenibili prodotti con carta riciclata, dalla realizzazione di eco-isole automatizzate per la differenziata, al riciclaggio di plastica, rifiuti, legno, vetro.

Quasi un terzo (30,4%) sono realtà no-profit, mentre l’1,4% è rappresentato da enti di ricerca. La maggior parte delle aziende presenti (37%) realizza prodotti circolari, ovvero progettati per renderne più facile lo smontaggio e riciclo, il 32% appartiene alla categoria servizi, il 15,2% ha scelto un modello produttivo circolare in grado di riciclare i propri scarti per creare nuovi prodotti.

A livello geografico il Centro Italia guida la classifica italiana dell’Economia Circolare con il 37,6% delle realtà mappate, seguito dal Nord con il 35,7% e dal 26,6% del Sud e Isole. La più virtuosa delle Regioni è la Lombardia con il 19,5% delle attività, seguita dal Lazio con il 15,7%, dalla Toscana con l’11,4% e dalla Campania con il 9%. Fanalino di coda Umbria e Molise con solo due aziende inserite nell’Atlante. In Valle d’Aosta non è invece stata censita alcuna esperienza.

Sono questi alcuni dei dati diffusi in occasione della seconda edizione del concorso “Storie di Economia Circolare”, promosso per il secondo anno consecutivo dal CDCA – Centro Documentazione Conflitti Ambientali e dal Consorzio Ecodom promuovono “Storie di Economia Circolare”.

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Il concorso mira a valorizzare le esperienze virtuose di economia circolare in Italia, raccontate attraverso i linguaggi di video, foto, radio, scrittura e fumetto (si veda il Regolamento). È rivolto a giornalisti, videomaker, fotografi, scrittori, fumettisti e storyteller. L’obiettivo è quello di stimolare e promuovere, tra giornalisti, artisti e addetti del mondo dell’informazione una rinnovata consapevolezza sulla sostenibilità ambientale, i nuovi modelli produttivi e i benefici per l’ambiente e la società che derivano da processi di transizione virtuosi. Il video vincitore sarà proiettato durante la 31esima edizione del Trieste Film Festival, che si svolgerà dal 17 al 22 gennaio 2020. Le iscrizioni sono aperte fino al 31 luglio 2019.

Il Concorso è collegato all’Atlante italiano dell’Economia Circolare, piattaforma web che raccoglie e racconta le realtà economiche impegnate, in Italia, ad applicare i principi dell’economia circolare. I concorrenti potranno scegliere di raccontare storie già mappate sull’Atlante o individuarne di nuove, seguendo quanto previsto in tal senso dal Regolamento.

Attraverso il concorso le esperienze raccontate avranno l’opportunità di essere conosciute e di fare rete tra loro, innescando ulteriori processi di rafforzamento e visibilità per chi promuove buone pratiche in campo economico a livello nazionale.

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