17 Lug 2019

Il Terzo Paradiso sulle montagne della Sila

Scritto da: Redazione

Una installazione di 58 Pini Laricio a 1200 metri di altitudine disposti secondo il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. L'opera composta da tre cerchi diffusa in tutto il mondo come simbolo di cambiamento e rinascita diviene ora l’installazione ideale per la seconda edizione del SilunaFest, il festival di Acri, in Calabria, ispirato dal paesologo Franco Arminio.

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Cosenza - Si terrà ad Acri in Calabria, sulle montagne della Sila, dall’1 al 4 agosto la seconda edizione del SilunaFest. Il programma e alcune iniziative ne confermano sia le radici locali che la profonda connessione con un circuito culturale di più ampio respiro. Viene infatti rinnovato il gemellaggio con il Festival di Aliano “La Luna e i Calanchi”, ideato e promosso dal poeta Franco Arminio, ispiratore anche del SilunaFest.

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Il simbolo del Terzo Paradiso nell’area di Acri

Inoltre quest’anno il festival intreccia il tema del paese e del paesaggio ad un progetto ancora più esteso: il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, un progetto-installazione presentato nel 2005 alla 51ª Biennale di Venezia che negli anni ha subito una continua evoluzione, divenendo il simbolo-icona del cambiamento, inteso come trasformazione e rinascita.

 

Grazie infatti alla collaborazione tra il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Cittadellarte di Biella, negli anni si è sviluppata una grande opera collettiva, con sempre nuove installazioni in ogni parte del mondo, compresa oggi l’area di Acri nella Sila greca. Ideato, promosso e fortemente voluto dal direttore del SilunaFest, Giacinto Le Pera, il progetto artistico si concretizza in una grande installazione di verde: 70 metri di lunghezza e 35 di larghezza per 58 nuove piante di Pino Laricio, tipiche della Sila, disposte come il simbolo del Terzo Paradiso di Pistoletto. L’opera permanente installata su una radura a 1.200 metri di altitudine è promossa dall’Associazione Siluna.

 

L’obiettivo del festival è quello di arricchire ogni anno il programma di contenuti e proposte che possano rilanciare l’economia locale, partendo da un approccio culturale ed emozionale, configurando il festival come un momento di aggregazione imprescindibile nel vissuto della comunità-paesaggio.

 

«La questione dei paesi, sempre più soli e ripiegati su loro stessi – commenta Giacinto Le Pera – si affronta con una politica mirata e con la brama incalzante di valorizzarli attraverso la riscoperta: l’intera kermesse ha tale mission. La musica, la poesia, l’arte tout court trasformeranno Acri in un grande teatro a cielo aperto, sul cui palcoscenico il vero protagonista non sarà però il borgo, la sua bellezza e i suoi ritmi lenti, bensì il terzo cerchio: la comunità». Proprio come il terzo cerchio introdotto da Pistoletto nell’intersezione dei due cerchi del simbolo matematico, che rappresentano presente e passato stretti nel più saldo dei legami. Il terzo cerchio è la sede ideale di tutto quello che sarà e, dunque, del futuro.

 

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Tante le attività in programma durante il festival che sarà aperto da Franco Arminio con un dialogo sul tema dello spopolamento con cinque sindaci di piccoli borghi arbereshe del cosentino. Dalla Capitale Europea della Cultura arriverà poi ad Acri una video-installazione dedicata alla questione delle aree interne e che fa ufficialmente parte del programma Matera 2019. Molti gli artisti invitati e che arriveranno da ogni parte d’Italia, oltre che dalla stessa Calabria.

 

 

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