23 Lug 2019

Liberos, la comunità della Sardegna che promuove libri e cultura

Scritto da: Daniela Bartolini

Da un'idea della nota scrittrice Michela Murgia ha preso vita nel 2012 in Sardegna l'associazione Liberos, nata con l'obiettivo di promuovere la lettura mettendo in rete tutti gli operatori della filiera del libro. Questa realtà, che oggi è anche un social network che unisce i lettori appassionati, ha cambiato e ampliato nel tempo le sue attività: organizza eventi, incontri, attività per le scuole ed il festival letterario diffuso Entula, che coinvolge tutta l'isola e dura l'intero anno.

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I dati Istat ci offrono una fotografia del nostro Paese e del suo rapporto con i libri, con la lettura. Mentre negli ultimi anni si assiste ad una ripresa, anche se di piccole proporzioni, nella produzione editoriale, i lettori – che l’Istat intende come le persone sopra i 6 anni che nell’ultimo anno hanno letto almeno un libro per motivi non professionali o scolastici, in Italia sono una percentuale bassa – soprattutto se paragonata ai dati di altri paesi europei. Nel 2015 erano il 42%, un dato stabile rispetto al 2014, dopo però il calo iniziato nel 2011. Il 9,1% delle famiglie non ha alcun libro in casa.

I “lettori forti”, cioè le persone che leggono in media almeno un libro al mese, sono il 13,7% dei lettori (14,3% nel 2014) mentre quasi un lettore su due (45,5%) si conferma “lettore debole”, avendo letto non più di tre libri in un anno. Nell’opinione degli editori, i principali fattori che determinano la modesta propensione alla lettura nel nostro Paese sono il basso livello culturale della popolazione (42,6% delle risposte) e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura (38,4%). È vero anche che spesso l’offerta culturale che può incentivare e diffondere la cultura della lettura è debole, sopratutto al di fuori dei grandi centri cittadini.

Tenendo in considerazione tutto questo è nata nel 2013 in Sardegna l’associazione Lìberos. “L’idea l’ha avuta Michela Murgia nel 2012. Ed è stata lei ad individuare alcune persone insieme alle quali realizzarla concretamente – ci racconta Francesca Casula, una dei sette soci fondatori di Lìberos – L’obiettivo era quello di mettere in rete tutti gli operatori della filiera del libro, creare una rete sociale di scrittori, editori, librai, biblioteche e lettori che valorizzasse la filiera e la rendesse protagonista di progetti culturali”.

La scrittrice Michela Murgia, ideatrice di Liberos

La scrittrice Michela Murgia, ideatrice di Liberos

L’obiettivo è quello di sviluppare un modello capace di bilanciare le istanze commerciali e culturali: “Nel mondo del libro ci sono attori molto diversi: quelli commerciali (editori, librari, scrittori) e quelli non commerciali, come le biblioteche e le associazioni culturali. Tutti hanno interesse che aumenti il numero dei lettori, ma di fatto a volte questi soggetti si trovano a competere. Noi abbiamo voluto focalizzare tutti quanti sulla convergenza di interessi, cioè l’aumento della base dei lettori e del numero di libri letti annualmente da chi già legge, perché questo naturalmente va a beneficio di tutti”.

Francesca, ha lavorato in una casa editrice, Michela è una nota scrittrice e gli altri fondatori rappresentavano altre parti della filiera del libro. “Ognuno di noi conosceva benissimo il punto di vista del proprio settore, ci siamo messi intorno a un tavolo a stilare un codice che potesse andare bene a tutti: io rinuncio a questo, ma in cambio ho quest’altro. Invece che pensare solo al mio interesse individuale, metto in atto un comportamento che abbia una ricaduta positiva per tutti, non solo per me a discapito di quello che mi sta a fianco”, continua Francesca.

Questo ha portato alla creazione di un codice etico, oggi sottoscritto da numerosi autori, case editrici, biblioteche, associazioni culturali, festival letterari e librerie. Un patto di solidarietà tra gli operatori della filiera del libro che implica, ad esempio, l’impegno ad una concorrenza leale tra librai; in cui gli autori aderenti si impegnano a garantire agli operatori associati condizioni di esclusiva o di anteprima sulla propria attività professionale di promozione e in cui si rendono disponibili al supporto solidale di autori esordienti aderenti al circuito; in cui gli editori si impegnano a garantire agli operatori associati condizioni di esclusiva o di anteprima sui passaggi più significativi della propria attività editoriale.

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Le biblioteche aderenti, in fase di fornitura annuale dei libri, si impegnano a tenere conto del valore aggiunto rappresentato dalla professionalità degli operatori del circuito, privilegiando il rapporto economico con essi e in cui i festival e le associazioni culturali, si impegnano a garantire un’offerta culturale rispettosa delle relazioni di filiera, scegliendo librai locali per la fornitura dei testi in vendita negli eventi.

La svolta per Lìberos arriva con la vincita nel 2013 del Premio cheFare: 100.000€ come miglior progetto di innovazione ad alto impatto sociale ed economico. “La partecipazione al bando ci ha richiesto anche di stilare un business plan e un business model. Di fatto un piano di sostenibilità che ci ha permesso di comprendere come l’associazione potesse mantenersi nel tempo. Nelle associazioni ognuno fa quanto può e quando può, se non c’è un piano di sostenibilità i progetti muoiono.

Il modello che abbiamo elaborato con Sardex per il bando, è quello che ancora oggi, dopo 6 anni, ci permette di stare in piedi e che prevede di mettere insieme, a disposizione di tutti, le relazioni, e partendo da queste costruire un’offerta culturale. Sulla carta quello che ci eravamo immaginati nel 2012 era vantaggioso per tutti, ma non ha funzionato del tutto. Siamo stati percepiti più come un competitor, una sovrastruttura, che come un driver, come il facilitatore che volevamo essere. Nei primi anni abbiamo sofferto molto di non essere stati compresi, poi abbiamo capito che potevamo dedicare le nostre energie a chi invece aveva colto positivamente la nostra esistenza, e cioè i lettori”.

Francesca Casula, socia co-fondatrice di Liberos

Francesca Casula, socia co-fondatrice di Liberos

Oggi Lìberos è un social network che mette insieme appassionati di libri, singoli e gruppi di lettura etc, attraverso il quale si possono recensire libri, ma anche conoscere questa comunità radicata nel territorio, in eventi e non solo. Organizza eventi, incontri letterali, attività per le scuole: dagli incontri con gli autori ai laboratori di lettura fino a progetti di Alternanza Scuola-Lavoro.

“Soprattutto offriamo la nostra rete ai comuni, se si affidano a noi con il loro spesso piccolo budget, possiamo portargli qualcosa di grande qualità anche organizzativa. Ci occupiamo di tutto, dal contatto con gli autori, a quello con la libreria, portiamo fisicamente l’autore all’evento, troviamo un relatore e ci occupiamo della comunicazione. Siamo andati a portare attività culturali in paesi microscopici, lontani dalle grandi città dove questo tipo di attività non erano mai state fatte. Abbiamo trovato persone curiose e per gli amministratori locali siamo un partner estremamente comodo. A volte la difficoltà iniziale è che molti vogliono i nomi famosi, ma chi è famoso nel mondo del libro spesso non è famoso nel mondo reale (chi conosce il nome dei vincitori del Premio Strega o Campiello?), è famoso in un microcosmo che noi cerchiamo con il nostro lavoro di ampliare”.

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Éntula è il Festival letterario di Lìberos, un festival che coinvolge tutta la Sardegna e che dura tutto l’anno: “Dal 2013 siamo stati in più di cento comuni, dove abbiamo portato più di centoquaranta autori in quasi cinquecento giornate”. Non a caso Éntula si definisce il Festival letterario diffuso con la Sardegna. Momento visibile di relazioni invisibili, di collaborazioni e combinazioni, il punto di arrivo di mesi passati a trovare punti in comune e strade da battere insieme a strutture pubbliche e private.

Un festival letterario policentrico che è il primo passo per far diventare il consumo culturale da evento a consuetudine irrinunciabile, per rendere ordinario lo straordinario e accessibile l’inaccessibile. “Ci piace pensare che l’azione da cui Éntula prende il nome, entulare, sia proprio questo primo passo: separare il grano dalla pula, fare una scelta di valore, raccogliere quel grano che poi diventa pane e fare della cultura un pane quotidiano che abbia il sapore del pane della festa”.

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