Fondazione Oelle: la rigenerazione artistica per il futuro della Sicilia
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Catania - «Visione, possibilità, sogno, giovani. Ma soprattutto antenna»: sono queste le parole che Ornella Laneri, presidente della Fondazione Oelle Mediterraneo Antico, cita quando le si chiede di descrivere brevemente quali sono le idee che ispirano il suo lavoro e quello degli altri collaboratori della Fondazione. Quest’ultima opera in Sicilia, più precisamente a Catania, ma non ha una vera e propria sede «per scelta». Lo scopo, infatti, è quello di fungere da antenna per una cultura a 360° in Sicilia, che coinvolga il territorio, i suoi saperi, gli artisti che lo raccontano e i giovani, per una rigenerazione che non sia soltanto di facciata. Mostre, installazioni, eventi, progetti, workshop si alternano negli spazi dell’isola.
Tutto nasce da una passione personale di Ornella Laneri: «Diciamo che era un sogno che avevo messo da parte quando ero andata a studiare architettura a Milano. Volevo lavorare con l’azienda di famigliare (una struttura turistica) che contiene molta arte, ma non avevo idee progettuali». L’incontro con Carmelo Nicosia, attuale direttore della Fondazione, crea le condizioni ideali per promuovere un progetto più ampio, che non si limiti alla struttura ricettiva e alle mostre, ma che si muova sul territorio e per il territorio. Così, nel 2017 nasce la Fondazione Oelle Mediterraneo Antico, rimodulata su una già esistente, che mantiene il nome “Mediterraneo” perché «noi siamo come un ponte».
Da allora la Fondazione promuove collaborazioni, fa rete, ingrandisce il progetto di famiglia legato alla struttura ricettiva dedicando più aree ad eventi e mostre, condivide idee e progettualità in una «relazione continua con il territorio». L’idea è appunto quella di essere un’antenna per l’arte locale e per le unicità del territorio e la sua memoria storica. In questo senso, promuove il progetto “Area 43”, fortemente legato alla storia della Sicilia e alla sua liberazione dal nazifascismo, documentata da Capa e Stern: l’idea è proprio quella di promuovere questa memoria storica in particolare attraverso «lo sviluppo e l’innovazione nei settori culturale e turistico dei luoghi degli eventi bellici dello sbarco in Sicilia del 1943». Uno di questi momenti è già stato costruito nel Museo dello sbarco in Sicilia (Catania): lo storico Ezio Costanzo ha curato l’allestimento di 70 foto di Phil Stern all’interno del Phil Stern Pavilion per raccontare con quelle immagini questa memoria.
Altro luogo fondamentale è lo Sheraton Catania Hotel, albergo di famiglia che da sempre ha accolto l’arte al suo interno. «Diciamo che abbiamo in “affido” i cinque piani in verticale della struttura, dove creiamo continuamente realtà diverse: ora ad esempio al primo piano c’è la mostra degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania che hanno partecipato alla Masterclass di quattro giorni promossa da noi, mentre l’ultimo piano di solito è destinato a mostre fotografiche».
Quella con l’Accademia delle Belle Arti della città è infatti una relazione continua, che la Fondazione rinnova ogni anno “adottando” 20 studenti con delle borse di studio, perché i giovani sono una parte importante di questo progetto e sono proprio loro spesso a trovare spazio nelle sale dello Sheraton Catania Hotel, che siano street artist, fotografi o altro. «Non vogliamo fare grandi cose, ma dare grandi possibilità», spiega Ornella parlando degli obiettivi della Fondazione.
Si crea una rete virtuosa, all’interno della quale ci si muove per la cultura ma non solo. Ad esempio, la struttura ricettiva dove hanno luogo numerosi progetti della Fondazione, ospita anche un orto sinergico, che costituisce il 50% del cibo preparato dal ristorante dell’hotel per i suoi ospiti, ed è quasi plastic free, perché la plastica è stata bandita da camere da letto e bagni ed è sempre più in via di riduzione. Per avere un’impresa ecosostenibile l’hotel si dota anche di bici elettriche e ricariche per auto elettriche.
L’idea di eco-sostenibilità ha ispirato anche la promozione del “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto presso la Passeggiata del molo Foraneo di Levante del Porto di Catania, opera realizzata con la plastica prelevata dal mare ed esposta grazie alla Fondazione per la prima volta in Italia. Il significato è significato molto forte e anche i giovani lo hanno compreso: «Ho saputo che i ragazzi dell’Accademia hanno silenziosamente rimesso a posto l’opera di Pistoletto che era stata sporcata, vandalizzata, dal momento che l’ingresso era libero, e questo mi ha colpita tantissimo», ci racconta ancora Ornella Laneri. Una piccola testimonianza del fatto che fare rete e coinvolgere i giovani significhi automaticamente lavorare sul territorio, producendo effetti che non ci si sarebbe aspettati.
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