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La redazione di Italia che Cambia non si ferma mai e finito un viaggio si rimette in marcia seguendo le tracce di quella moltitudine di realtà virtuose che costellano il nostro Paese. E così il nostro Paolo, dopo il tour in Piemonte con Lorena Di Maria e la nostra assemblea in Casentino presso la Fondazione Baracchi, è rotolato verso sud insieme a Daniel. Direzione? Calabria! Una regione che a dispetto di molti luoghi comuni (“in Calabria non c’è niente!) è ricca di vita e di iniziative positive.
“In Calabria – mi racconta Daniel quando gli chiedo le impressioni di questi giorni – c’è tanto di buono e me ne rendo conto sempre di più. Forse rispetto ad altre regioni i progetti sono più frammentati e isolati, un po’ per la conformazione del territorio, un po’ per la presenza mafiosa e l’assenza dello stato. Ma i progetti sono davvero belli e i paesaggi difficili da immaginare”.
“Siamo passati dalla Sila, al Pollino e poi ai piedi dell’Aspromonte sul versante Ionico. La Calabria è davvero meravigliosa, inaspettata e sorprendente. Montagne rocciose, boschi, aziende agricole, progetti di turismo sostenibile, mulini ecologici, grani antichi, allevatrici giovani che curano al meglio i propri animali e fanno formaggi squisiti, liste politiche di sole donne in grado di rompere gli schemi, progetti di integrazione di immigrati che creano occupazione in zone considerate depresse e ad alta densità mafiosa. Insomma, un sogno! In tre giorni, un incontro dopo l’altro, questa regione ci ha sorpreso per la bellezza delle genti, la capacità di realizzare progetti ambiziosi e per la grande umanità”.
“Inoltre – continua Daniel – almeno nelle zone che abbiamo attraversato, siamo rimasti stupiti dal decoro delle cittadine, molto più pulite e con molti meno rifiuti di altre zone d’Italia. Sappiamo bene che non tutta la Calabria è così, ma anche questa è reale! Unico neo ‘i non finiti calabri’, ma qui si entra in dinamiche antiche”.
Tra le persone ed i progetti incontrati in questi giorni: Maurizio Zavaglia della Cooperativa Sociale “Nelson Mandela” di Gioiosa Ionica, che vuole contribuire al riscatto della Locride e della Calabria, “Il mulinum” a San Floro, il “primo mulino dei contadini”, l’azienda Cofone ad Acri gestita da due sorelle che cinque anni fa (quando la più piccola aveva 20 anni e l’altra 25) hanno ereditato dai genitori l’azienda agricola e da sole gestiscono un allevamento di mucche libere e felici per la produzione di solo formaggio, e ospitano un cavallo e altri animali.
“Sempre ad Acri, in provincia di Cosenza – mi raccontano Daniel e Paolo – abbiamo conosciuto il maestro Antonio Scaglione, liutaio che realizza chitarre come si faceva nel 1600. Abbiamo poi incontrato donne meravigliose come Paola Granata, che ci ha parlato della sua azienda agricola, Michela Cusano che abita a Civita nel Pollino in un posto incantato. Michela, romana d’origine, si è trasferita in Calabria e qui ha innestato una piccola rivoluzione con le donne al centro: Osservatorio Donne Pollino”.
“Una citazione speciale va fatta a Cristiana Smurra, nostra agente del cambiamento, e alla sua azienda agricola Biosmurra, di cui raccontammo la Storia e che io già incontrai nel mio primo viaggio. Cristiana è una potenza della natura! È lei che ci ha ospitato in questi giorni e segnalato molti dei progetti incontrati”.
Ma il viaggio non è ancora finito: “Oggi andiamo a Riace e dintorni. Domani a Rossano per altri incontri e domenica, prima di rientrare, intervistiamo Paolo di Funky Tomato, che vive a Civita (Pollino)”.
Questa sera, 28 giugno, Daniel e Paolo saranno i protagonisti di uno degli appuntamenti culturali organizzati dal Mulinum di San Floro per coniugare tradizioni, territorio e cultura.
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