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“Nel mese di Febbraio alcune notizie dalla stampa denunciavano delle opacità all’interno del progetto in costruzione del mattatoio più grande d’Europa. Abbiamo iniziato, come attivisti per la liberazione animale, a coordinare mobilitazioni in diversi punti dello Stato spagnolo contro la sua apertura.
Il mattatoio si trova in fase avanzata di costruzione nella zona industriale di Binéfar (Spagna), un’area le cui principali fonti economiche sono gli allevamenti di animali considerati da consumo alimentare, una delle prime cause di inquinamento (idrico, del suolo, atmosferico). In un solo giorno ucciderà da 16 000 a 30 000 maiali, userà 5000 mᶟ di acqua , emetterà 126 tonnellate di CO₂ e in un anno produrrà 1 300 000 mᶟ di residui. Responsabile dell’impresa è Piero Pini attualmente in carcere in Ungheria per frode fiscale, riciclaggio di denaro e irregolarità lavorative. Il progetto “Litera Meat” in realtà sarà composto da tre edifici in luoghi diversi: il macromattatoio, un essiccatoio di prosciutti e un mattatoio di scrofe madri.
Per questo, oltre ai coordinamenti creatisi nelle varie città spagnole, il 9 di marzo alcuni di noi hanno deciso di accampare di fronte al macromattatoio come opposizione permanente allo sfruttamento animale. L’accampamento è situato di fronte alla struttura in un parco pubblico tra un’autostrada, una strada secondaria e i binari del treno che ci permette di essere visibili e diffondere il messaggio che vogliamo trasmettere.
Nel corso delle prime settimane ci sono state forti pressioni da parte della polizia e aggressioni da parte dei fascisti del paese, apparsi di notte intimidendo, insultando e persino arrivando al lancio di pietre contro veicoli e persone in campeggio. Costanti sono gli insulti da parte dei lavoratori del mattatoio e di altre persone quando passano nella strada vicino al campo. Nel frattempo, resistendo, abbiamo diffuso informazioni per via digitale e per le strade dei paesi della zona, organizzato manifestazioni, cubi della verità, veglie, una marcia e un’azione alle porte dell’edificio bloccando l’entrata ai lavoratori.
Adesso l’opera si è quasi conclusa e il nostro obiettivo a breve termine è che non apra e non arrivi mai a funzionare. Per questo facciamo una chiamata a tutta Spagna come a tutta Europa: abbiamo bisogno di più rilievo e più gente. Come aiutare? Unendosi all’accampamento, diffondendo gli articoli e condividendo i post della pagina o anche facendo donazioni economiche. Facciamo sentire questa voce contro lo sfruttamento e la crudeltà, parliamo con i nostri vicini, i nostri amici e gli sconosciuti, apriamo il dibattito su come ci relazioniamo con gli altri animali e con la Terra”.
Facebook e Twitter: Stop Macromatadero de Binéfar
Instagram: stopmacromataderob
Blog: stopmacromataderobinefar.blogspot.com
E-mail: stopmacromatadero@gmail.com
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