21 Giu 2019

OLTREfood Coop, il supermercato partecipativo ed ecologico di Parma

Scritto da: Cristina Diana Bargu

Dopo avervi parlato di Camilla, che ha sede a Bologna, e Mesa Noa, che sta per aprire i battenti in Sardegna, abbiamo oggi il piacere di annunciarvi la prossima apertura del terzo supermercato autogestito d'Italia. Arriva ora a Parma OLTREfood coop, l'emporio di comunità che sovverte le regole della grande distribuzione.

Salva nei preferiti

Parma, Emilia-Romagna - Vi abbiamo raccontato per la prima volta delle Food Coop a ottobre del 2017, con l’augurio di veder nascere numerosi empori autogestiti in tutta Italia. A dicembre del 2018 abbiamo avuto il piacere di annunciarvi l’apertura di Camilla a Bologna e in seguito vi abbiamo presentato Mesa Noa, la cooperativa di consumo sorta in Sardegna.

 

Siamo ora lieti di annunciarvi la costituzione della cooperativa OLTREfood Coop e di anticiparvi che l’apertura è prevista in autunno a Parma.

OLTRE-FOOD-2

 

OLTREFood Coop è la terza esperienza italiana di “supermercato autogestito” o di “negozio partecipativo” o ancora di “emporio di comunità” e consente ai suoi soci di essere contemporaneamente proprietari, lavoratori e consumatori. La difficoltà a trovare una traduzione univoca di “food coop” ha sicuramente a che fare con la multidimensionalità di questo progetto, che tocca temi fittamente intrecciati come l’alimentazione, l’ambiente, la comunità, il lavoro e tanti altri, formando un poliedro ben sfaccettato. “Fare parte di questo tipo di esperienza implica una visione politica globale, di tutela dell’ambiente e dell’uomo” afferma Carlotta Taddei, presidente dell’Associazione OLTREFood Coop.

 

Non più “consumatori”, i soci diventano soggetti attivi che possono scegliere quale filiera sostenere e dunque che tipo di impatto ambientale, sociale ed economico desiderano avere. Pagata una quota sociale di circa cento euro, infatti, i soci hanno la possibilità di partecipare alle scelte sui prodotti e su altri aspetti organizzativi e possono acquistare presso OLTREFood a prezzi agevolati, garantendo al contempo un equo compenso ai produttori. La richiesta di dedicare tre ore ogni quattro settimane al progetto risponde sia all’esigenza di mantenere dei prezzi equi per tutte le parti, sia alla necessità di avere una partecipazione che non sia solo sulla carta, ma vissuta.

 

Pur avendo come chiari riferimenti esperienze come Park Slope, Bees Coop, La Louve e Camilla, OLTREFoodCoop sente una continuità anche rispetto alla storia del cooperativismo e del solidarismo che ha caratterizzato l’Italia dalla prima metà dell’Ottocento, quando la rivoluzione industriale mutò gli assetti sociali e generò, per reazione, le prime associazioni di mutuo soccorso come strumento di autodifesa dal nuovo liberismo che si andava imponendo.

I soci di OLTREfood coop

I soci di OLTREfood coop


Il territorio parmigiano si distingue già da tempo per una forte sensibilità in questa direzione, tant’è che il primo Gruppo di Acquisto Solidale italiano è stato fondato nel 1994 nella vicina Fidenza. Tuttavia, mentre la grande distribuzione gode di un’enorme visibilità, questo “mondo parallelo” di consumo etico e di sostegno ai produttori può sembrare irraggiungibile a chi non appartiene a queste reti. Per questo OLTREFood Coop vuole costruire un sistema che abbia una sede fissa, visibile, che possa essere veramente aperto a tutti, pubblicizzato ed estendibile all’infinito. L’aspirazione ad essere un luogo aperto e di conoscenza reciproca trapela anche dalla scelta nome: OLTREFood si rifà a Oltretorrente, il quartiere popolare e libertario, ma anche conflittuale, in cui si è scelto di aprire il negozio.

 

Ad oggi c’è la soddisfazione di aver raggiunto il primo centinaio di soci che, pur vivendo nella stessa – piccola – città, non si conoscevano, e che sono arrivati a compiere insieme scelte dal contenuto molto profondo. “Altri tipi di associazioni, con intenti altrettanto lodevoli, raccolgono chi già la pensa allo stesso modo” mentre OLTREFood, ha attirato non tanto “per un’impronta ideologica di partenza, ma per la condivisione di tutto un processo di ragionamento, studio e autoformazione. Attraverso questa pratica siamo riusciti a raccogliere persone molto diverse”, racconta Carlotta Taddei.

 

OLTREFood coop ha una formula legale tanto innovativa quanto faticosa da comunicare all’esterno e le occasioni di confronto e supporto reciproco con l’emporio di comunità Camilla hanno giocato un ruolo importante. Mentre, speriamo, le food coop diventeranno un modello pian piano sempre più diffuso, la costruzione di una forte rete regionale e nazionale si intravede all’orizzonte.

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Oltre il mito della longevità, la Blue Zone è un modello da preservare
Oltre il mito della longevità, la Blue Zone è un modello da preservare

Back to The Roots: la nuova edizione di Smart Walking è un viaggio a ritroso
Back to The Roots: la nuova edizione di Smart Walking è un viaggio a ritroso

Riverberi, a Milano il festival della sostenibilità per diffondere il cambiamento
Riverberi, a Milano il festival della sostenibilità per diffondere il cambiamento

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Com’è andata la COP16 biodiveristà di Cali fra flop, successi e disinteresse – #1013

|

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

|

La biodiversità arriva a scuola con il progetto “Azioni e voci per il clima”

|

Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

|

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

string(9) "nazionale"