24 Giu 2019

È nata la Città delle Api!

Scritto da: Redazione

L’apicoltura naturale familiare e urbana diffusa sul territorio costituisce una preziosa possibilità per aumentare la biodiversità. È da questo presupposto che ha preso vita in provincia di Lodi la Città delle Api, iniziativa è stata lanciata da Gli Orti del Pellicano, realtà lodigiana appartenente alla rete Agricoltura Sociale Lombardia che coniuga inclusione e biodiversità.

Salva nei preferiti

Avviare progetti di apicoltura domestica ed ecologica come dono all’ambiente. È da questa intenzione che è nata in provincia di Lodi la Città delle Api, la cui inaugurazione è avvenuta pochi giorni fa. L’iniziativa è stata lanciata da Gli Orti del Pellicano, realtà lodigiana appartenenente alla rete Agricoltura Sociale Lombardia.

62544079_10218124380733690_2482737370512752640_o

“Nelle aree limitrofe alle coltivazioni abbiamo posizionato una dozzina di arnie, sia di tipo tradizionale che Top Bar, attorno alle quali, tra la fine dello scorso anno e l’inizio del 2019, sono stati sviluppati i primi corsi di apicoltura gestiti dai docenti del Pellicano, finanziati dal Rotary Club e promossi dalla Provincia di Lodi – racconta Marco Denti, responsabile della comunicazione della cooperativa “Il Pellicano” – L’attività di apicoltura coinvolge diverse persone con svantaggio e richiede una preparazione oltre che una responsabilità.

 

Dai nuovi e intraprendenti apicoltori è emersa l’esigenza di avere spazi adeguati ed è così nata l’idea della Città delle Api a Rossate di Lavagna, una frazione di Comazzo, in provincia di Lodi. In collaborazione con il Parco dell’Adda Sud, che ha concesso lo spazio, sono state così collocate una decina di arnie Top Bar che vanno ad aggiungersi a quelle già presenti negli Orti del Pellicano costituendo un polo di apicoltura in rapida crescita oltre che un’importante riserva di biodiversità”.

 

L’attività di apicoltura ha spalancato nuovi scenari per quella che una volta era una zona incolta ed i corsi realizzati a Lodi e in provincia di Milano hanno richiamato un pubblico numeroso e molti giovani. “Oltre alla parte teorica è stata prevista quella pratica con utilizzo di arnie Top Bar che sono più semplici da gestire oltre che più rispettose dell’ambiente essendo fatte in legno ed evitando lo sfruttamento delle api – evidenzia Marco Denti – Abbiamo coinvolto sia il nostro agronomo che gli apicoltori, i quali hanno insegnato a gestire un’arnia a livello domestico per produrre miele per la propria famiglia”.

64371676_10218124385053798_4017577481727901696_o (2)

“L’apicoltura naturale familiare e urbana diffusa sul territorio – continua Marco Denti – costituisce una preziosa possibilità per aumentare la biodiversità. Resta importante diffondere la conoscenza delle api, preziose alleate della biodiversità in quanto rappresentano delle vere e proprie sentinelle dell’ambiente. Basti, ad esempio, pensare che nella loro cera si raccolgono le particelle dell’aria, dell’acqua e delle piante diventando così dei rilevatori precisi e attendibili dello stato reale di salute dell’ambiente circostante. Stiamo, infatti, studiando le potenzialità di questi aspetti per realizzare ulteriori strumenti a favore di un’economia circolare e consapevole. Abbiamo diversi progetti in cantiere”.

 

L’inaugurazione della Città delle Api – avvenuta venerdì 14 giugno – ha dato il via a ulteriori sviluppi. Nel corso dell’incontro, il presidente del Parco Adda Sud, Silverio Gori, ha dato, infatti, disponibilità per identificare altri spazi nell’ambito del parco dove collocare le arnie. Soluzione che offre la possibilità sia di aumentare e diversificare la produzione del miele, sia di intervenire sulle biodiversità di un’area molto vasta caratterizzata da ben 24.260 ettari all’interno di un territorio fluviale. Un’opportunità che si è legata in modo immediato alle proposte di Carlo Ghiglietti, consulente ed esperto di economia circolare, il quale che ha sottolineato l’utilità di postazioni come quella della Città delle Api anche in funzione di un monitoraggio dell’aria e dell’ambiente. La cera delle api, infatti, ospitando tutti i residui, è un ottimo campione per verificarne le qualità.

03

Gli Orti del Pellicano
Il progetto “Gli Orti del Pellicano”, nato nel 2015 e derivante dalla cooperativa “Il Pellicano” che gestisce la comunità omonima dedicata ex tossicodipendenti e situata a Monte Oliveto, località di Castiraga Vidardo. “Nel 2015 Il Pellicano ha deciso di ripartire dalla terra: la comunità disponeva di due ettari di terreno e voleva metterla a disposizione per potere realizzare qualcosa per gli altri – spiega Marco Denti, responsabile della comunicazione della cooperativa – Nascono così gli Orti del Pellicano che coinvolgono soggetti con svantaggio.

 

La coltivazione delle verdure viene affidata a persone disoccupate, attraverso apposite borse lavoro del fondo anticrisi del Comune di Lodi, agli ospiti della comunità, ossia giovani e adulti ex tossicodipendenti, e a un nutrito gruppo di volontari. La vendita dei prodotti viene gestita dal Gruppo d’Acquisto Popolare e parte dei proventi sono destinati a ripristinare il fondo anticrisi, completando così l’intero ciclo di quello che si è rivelato, a tutti gli effetti, un sistema alternativo di welfare”.

 

Un’iniziativa all’insegna dell’anti-spreco a favore di ambiente e persone. Solo nel 2017 sono state distribuite circa dieci tonnellate di verdura, di cui due destinate gratuitamente alle piattaforme di raccolta di cibo per situazioni di indigenza. Un modello che raggiunge importanti traguardi di inclusione. Nel corso dei primi quattro anni di attività gli Orti del Pellicano hanno attivato 20 borse lavoro della durata di circa nove mesi, ciascuna dedicata a persone, sia italiane che di origine straniera, in situazioni di difficoltà, coinvolgendo altrettanti 20 volontari e sostenitori che hanno distribuito in forma gratuita circa otto tonnellate di verdura.

 

“Tutto questo ci ha portato a diffondere i valori in cui crediamo che sono quelli della pace, della solidarietà, del costruire qualcosa di buono come piccolo segno della nostra terra” sottolinea a questo proposito Giuseppe Castelvecchio, responsabile del progetto. L’esperienza degli orti del Pellicano si è rivelata molto dinamica anche nello sviluppare una rete di collaborazioni tra realtà sociali e istituzioni del territorio portando alla creazione di un orto sociale (progetto SanfereOrto) nel tessuto urbano di Lodi.

 

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni
CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

L’agricoltura può contrastare lo spopolamento delle aree interne?
L’agricoltura può contrastare lo spopolamento delle aree interne?

La storia di A Cà du Ricci: oltre il biologico c’è la fiducia verso chi coltiva
La storia di A Cà du Ricci: oltre il biologico c’è la fiducia verso chi coltiva

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(9) "nazionale"