20 Giu 2019

Nasce la scuola di Agricoltura Indigena: un percorso di autoproduzione e riscoperta delle tradizioni

Scritto da: Lorena Di Maria

A Cherasco ha avvio, per il periodo estivo, la scuola di Agricoltura Indigena, un percorso finalizzato ad apprendere pratiche tradizionali quali agricoltura naturale, biodinamica e permacultura, oltre che tecniche di autoproduzione del cibo e relazione con la natura. La scuola nasce dallo sviluppo del progetto in agroecologia dell’ecovillaggio LaCasaRotta, un polo di ricerca e pratica di agricolture naturali e di stili di vita, insieme all’organismo agricolo NuoveRotte.

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Cuneo - Per il periodo estivo l’ecovillaggio “La Casa Rotta” di Cherasco avvia la Scuola di Agricoltura Indigena, un percorso all’insegna dell’autoproduzione e della riscoperta di metodi e pratiche tradizionali legate alla terra.
Una scuola che si rivolge a chi si approccia per la prima volta all’agricoltura, a chi ha avviato o vorrebbe avviare un progetto di comunità intenzionale e si sta muovendo verso l’autosufficienza alimentare, ai piccoli coltivatori interessati ad una nuova metodologia di coltura sostenibile, rigenerativa, produttiva e del tutto rispettosa dell’ambiente, a chi vuole fare un percorso di autoconoscenza.

nasce scuola agricoltura indigena percorso autoproduzione riscoperta tradizioni 1560765743

L’Associazione LaCasaRotta di Cherasco (CN) rappresenta un laboratorio attivo di cultura, un crocevia di scambi tra saperi diversi e prove pratiche di sostenibilità ambientale. Un luogo dove le persone possono incontrarsi, dialogare e condividere conoscenze nei più svariati ambiti quali quello agricolo, culturale, gastronomico, artistico, architettonico.
La scuola di agricoltura indigena, nello specifico, ha come obiettivo la creazione di connessioni e collegamenti tra individui, hobbisti e aziende che vogliano autoprodursi il cibo, in totale sinergia con la natura e dove la creatività e la collaborazione diventano qualità fondamentali per nuovi modi di fare impresa tra le persone.

In particolare, l’agricoltura Indigena attinge a tecniche non solo locali, come il termine potrebbe far pensare, ma pone l’accento sulla relazione tra l’essere umano e ciò che lo circonda. Come si legge sul sito, “con agricoltura indigena intendiamo l’insieme di tutte le osservazioni, le tecniche e le conoscenze che per migliaia di anni hanno accompagnato l’evoluzione e la sopravvivenza dell’uomo. Spesso in passato l’agricoltura era di competenza non solo dei contadini ma anche dei sacerdoti, dei monaci, degli alchimisti e di tutti coloro che studiavano la vita. Questo è un patrimonio ricchissimo che va riscoperto: il nostro compito principale è rinnovarlo e adattarlo per renderlo comprensibile ai problemi della nostra epoca (ad esempio l’inquinamento o i cambiamenti climatici) o alla modernizzazione, al nuovo stile produttivo e alle nuove tecniche e tecnologie”.

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Il corso approfondirà le tecniche della biodinamica e della permacultura, attraverso la formazione di agricoltori visti come veri e propri “guardiani del paesaggio”, in grado di osservare, conoscere e capire le strategie da usare nei vari contesti. In questo senso l’agricoltore è la chiave: molto più che della pratica agricola, si tratta della sua forma mentis, della sua moralità e la sua capacità di ‘sentire’ e interpretare l’ambiente, sviluppando una percezione su più piani.

I corsi saranno tenuti da Stefano Vegetabile, insegnante di agricoltura naturale, agroecologica, biodinamica che, attraverso la scuola Agricola Indigena, accompagnerà i partecipanti ad avvicinarsi a questo mondo.

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