14 Giu 2019

Lab Zip: gli esploratori urbani che a Torino riscoprono le periferie

Scritto da: Lorena Di Maria

In città ci sono i Lab Zip, associazione di giovani ragazzi e ragazze che a Torino trasformano e rigenerano gli spazi urbani dando loro nuova vita, coinvolgendo la popolazione locale e creando integrazione. Sabato 15 daranno il via a "Tabàdol" una festa partecipata in Barriera di Milano, per mostrare la vera forza di un quartiere che insieme cresce e collabora.

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Torino - Cosa succede in citta?
Tabàdol” è la grande festa all’insegna dello scambio che sabato 15 giugno animerà il quartiere Barriera di Milano, portando colore, musica e voglia di condividere. Tabàdol in arabo significa proprio “scambio” e sarà questa l’occasione in cui gli abitanti, per un intero giorno, si riapproprieranno dello spazio pubblico per farlo rivivere.

L’evento è organizzato dai Lab Zip, associazione di giovani ragazzi e ragazze che si prendono cura degli spazi pubblici, trasformando l’esistente in colore e creatività e mettendolo al servizio della cittadinanza. Sono architetti, ricercatori ed esploratori urbani, ma anche sognatori capaci di vedere la città con occhi nuovi, immaginando scenari ogni volta diversi.

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Obiettivo principale del collettivo è la cura e la valorizzazione di spazi pubblici dal potenziale inespresso, per favorire nuove forme di interazione tra i cittadini, il territorio e i beni comuni urbani.
Incontri, inclusione, nuove conoscenze: l’evento di sabato è il risultato di un percorso partecipato con gli abitanti del quartiere, per dimostrare l’importanza dello spazio pubblico come luogo di aggregazione, che nella maggior parte dei casi, anche per via delle lente tempistiche e delle tante pratiche burocratiche, non è valorizzato e sfruttato adeguatamente.

Cecilia Pasini e Chiara Maggi fanno parte del gruppo Zip e, con grande entusiasmo e determinazione, mi raccontano il percorso intrapreso in questi mesi sul territorio.
“L’iniziativa di domani è resa possibile grazie alla forte collaborazione degli abitanti di Barriera di Milano, che hanno contribuito a costruire la festa” mi spiega Cecilia.

Un evento che racconta tutta la bellezza di una comunità che insieme collabora e portato avanti con l’impegno e la creatività che da sempre caratterizza gli zip: il processo di partecipazione ha infatti coinvolto non solo gli abitanti ma anche i commercianti, le associazioni e le scuole del territorio, facendo emergere la vera forza del quartiere.

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“La festa di domani sarà l’occasione per scambiarsi racconti ed esperienze, per conoscere meglio il quartiere e chi lo vive, vi lavora e lo attraversa. A partire dalle 10.00, la pittura e la serigrafia saranno le prime protagoniste della giornata di festa. 15 metri di carta saranno il supporto per dipingere tutti insieme una grande tela a tema floreale per poi sperimentare le tecniche della serigrafia con il collettivo di artisti 620gradifucsianauti” mi racconta Cecilia.
“Al pomeriggio creeremo animazione e giochi in piazza con gli scacchi e il backgammon, mentre a partire dalle 16.00 daremo avvio a dei talk sui temi dell’arte, dell’artigianato e delle attività manuali quali motore di socialità, per poi concludere con una cena condivisa”.

Il percorso avviato sul territorio in questi mesi è stato portato avanti in sinergia con il gruppo marocchino “Think Tanger”, che, all’interno del programma Tandem Shaml, conduce una progettazione partecipata nella città di Tangeri, in uno scambio reciproco di idee e capacità con gli Zip.

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“Tutti gli arredi della festa sono stati costruiti coinvolgendo gli abitanti del quartiere: abbiamo trasformato le cassette del mercato che i mercatari di piazza Foroni ci hanno prestato in sedie e tavoli, tramite riciclo creativo. Abbiamo poi coinvolto il centro interculturale Almaterra e le donne che fanno parte, le quali ci hanno aiutato realizzando dei teli di patchwork con gli scampoli raccolti dai sarti del quartiere, che utilizzeremo come tendaggi. Abbiamo inoltre coinvolto le scuole del territorio realizzando, tramite il fai da te, decorazioni e scenografie coi bambini, facendo con loro un discorso sul riciclo, sulla circolarità dei materiali e sulla stagionalità delle verdure. Tutti questi materiali verranno poi restituiti a coloro che ce li hanno prestati”.

La festa sarà un vero momento di condivisione. “Spesso le periferie vengono considerate aree marginali e quindi sottovalutate. Noi vogliamo dimostrare quanto di unico c’è in questi luoghi e quanto di bello, con gli strumenti e le risorse umane già presenti nel quartiere, si riesca a creare”.

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Ed è così che, grazie al lavoro di Lab Zip sul territorio, piazze, strade, spazi di sosta acquisiscono nuovi aspetti: ne è esempio il già realizzato “Salottino Urbano”, in collaborazione con GTT Gruppo Torinese Trasporti e le Case del Quartiere, attraverso il quale le pensiline dell’autobus acquisiscono nuovi connotati.

All’interno del progetto “Rinuncia alla cannuccia”, infatti, le pensiline sono state allestite con cannucce colorate collegate tra loro da uno spago e sono andate a comporre una vera e propria tenda sotto la quale accomodarsi come in un vero salotto, attraverso un progetto che è riuscito a coinvolgere attivamente i cittadini attraverso laboratori di riciclo nelle scuole del territorio.
Altro esempio è il “salotto” di Borgo Dora nel quale le fermate dell’autobus sono state allestite con immagini e fotografie in collaborazione con artisti locali, rievocando un ambiente domestico in uno spazio urbano.

“Porre all’attenzione della comunità lo spazio in cui vive è il primo passo verso una forma di conoscenza e di riappropriazione di ciò che possiede, per poi valorizzarlo” mi racconta Chiara. “Le fermate dell’autobus si prestano, per la loro configurazione, a diventare piccoli luoghi espositivi in cui proporre nuovi immaginari. Quando il Salottino si sposta, di quartiere in quartiere, è capace di diventare una pratica condivisa dalla comunità”.

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Un altro esempio sono i Walkscapes, ovvero passeggiate urbane a tappe per scoprire la storia e la trasformazione dei luoghi e delle persone che vi abitano, oppure i laboratori urbani che coinvolgono i cittadini in una riflessione condivisa sugli spazi dei loro quartieri.

“Cosa ci siamo portati a casa in tutti questi anni di lavoro sul campo? Di sicuro una conoscenza approfondita della città in cui viviamo, stimoli di ricerca che non si fermano e si alimentano di progetto in progetto” racconta chiara. “Indagando un’area della città, anche circoscritta, ti accorgi di quanta complessità e bellezza ci siano al suo interno e di quanto sia importante che vengano valorizzate”.

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