Il gioco non vale la candela
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ATTENZIONE: Questo testo è un racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Sono un ragazzo di 18 anni, vivo a Crocetta. L’altra sera uscendo con i miei amici ho incontrato Mimmo che da poco è entrato in brutti giri. Così parlando mi ha proposto un affare facendo leva sui problemi economici della mia famiglia. Mi ha proposto di portare uno zainetto a Barona ad un suo amico dicendomi però di non aprirlo. A me del resto non interessava; ciò che contava per me erano i soldi promessi. Io ho accettato senza troppe esitazioni. Dovevo portare lo zaino a un bar di Barona alle 21.00.
Durante il tragitto avevo un’ansia terribile, il cuore che batteva a mille e continuavo a guardarmi attorno, però avendo sempre in mente la ricompensa. Ho consegnato lo zaino ad un uomo di mezza età che mi aveva precedentemente descritto Mimmo. Ad occhi bassi ho preso subito i soldi e me ne sono andato.
Il giorno seguente sono venuto a sapere dal giornale che Mimmo è stato arrestato insieme alla persona alla quale avevo dato lo zaino, arrestati entrambi per traffico di stupefacenti e rapina a mano armata nel corso della quale è stato ucciso il proprietario del locale.
Appena ho sentito la notizia la mia mente si è affollata di pensieri. “Ho veramente contribuito alla morte di una persona?”. “I mille euro che io ho preso valgono la vita di una persona?”.
Economicamente ho risolto alcuni problemi, avrò per sempre però sulla coscienza un padre di famiglia che faceva onestamente il proprio lavoro. Questa volta sono stata fortunato a cavarmela però sinceramente non mi va più di rischiare, ma soprattutto voglio sentirmi bene con me stesso e non guadagnare recando danni ad altri.
Leggi l’articolo di Daniel Tarozzi sul progetto Facci Caso!
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