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Utilizzare spazi pubblici pittoreschi e tipici di Frosinone come le scalinate che congiungono la parte alta e la parte bassa della città per ravvivare il tessuto sociale e urbano, contrastando il suo lento declino. Da anni infatti il capoluogo laziale occupa i primi posti nelle graduatorie delle città più inquinate d’Italia e gli ultimi in quelle che registrano gli indicatori della qualità di vita offerta ai suoi abitanti.
La città ha un sistema produttivo in crisi, una mobilità interna molto difficoltosa, un territorio comunale soggetto a movimenti franosi e un suolo quasi del tutto edificato, ma con centinaia di stabili inabitati per un consistente calo demografico. Pur trovandosi a questo stadio di decadenza, non riesce a trovare in sé il coraggio e la forza per ri-pensarsi e ri-formarsi in una città fondata su un’armonia sociale e paesaggistica.
Dopo aver condotto per tredici anni processi di intervento negli spazi pubblici per la riscoperta e valorizzazione di pezzi di territorio abbandonati e/o residuali, per la rigenerazione degli orti, per l’interrelazione tra le culture, come anche azioni sulle forme di relazioni esistenti da modificare e/o creare, sul recupero di elementi identitari da portare ad agire con le nuove culture, zerotremilacento avvia un nuovo processo/progetto partecipativo che ha come obiettivo pensare la città per ri-formarla.
A Frosinone c’è un fiume, il Cosa, circondato da aree verdi continue per tutti gli undici chilometri di attraversamento della città, aree che ad oggi costituiscono una barriera divisiva tra il centro storico sulla collina e l’urbanizzazione post-bellica sviluppatasi nelle campagne della valle.
Ripensare la città vuol dire far diventare le aree verdi che oggi la dividono un elemento di congiunzione, cosicché Frosinone possa diventare un centro urbano che si sviluppa intorno al suo cuore verde. Un cuore verde da tutelare, rendere fruibile e attraversabile con sistemi integrati di mobilità urbana che rimettano al centro i percorsi pedonali, utilizzati prima del massivo avvento delle automobili, affiancati da moderni sistemi di mobilità a zero impatto ambientale.
Da questo ribaltamento della visione della città nasce un progetto pluriennale che, nell’ambito dello step previsto per il 2019, prevede una serie di azioni volte a favorire socialità, inclusione, cittadinanza attiva nei luoghi pubblici dell’area urbana. L’intervento riguarderà le scale e i sentieri che costituivano i percorsi pedonali per scendere e salire dal centro storico di Frosinone alla parte pianeggiante, dove un tempo c’era la campagna coltivata e oggi si estende l’area urbanizzata di sviluppo della città.
Si partirà dall’analisi del territorio e dall’individuazione dei luoghi di interesse, per poi procedere a una mappatura dei percorsi per la realizzazione di una segnaletica e la diffusione degli itinerari. Sono previsti ripristino della fruibilità e recupero delle memorie orali da divulgare attraverso cartellonistica in situ, così come la creazione di app per la mappatura interattiva e per la divulgazione e conoscenza dei luoghi.
Verranno inoltre realizzati eventi in cui le iniziative culturali e l’arte nelle sue varie forme espressive (site specific e pubblica relazionale) raggiungano l’obiettivo di produrre nuovo immaginario e partecipazione attiva dei cittadini. Verranno attuate azioni inclusive per la partecipazione attiva delle marginalità e per il miglioramento degli spazi di socialità dei migranti, dei richiedenti asilo, degli anziani, degli utenti dei Centri Diurni, così che si creino nuove forme relazionali intergenerazionali e di interrelazione dei migranti e dei richiedenti asilo con le comunità native.
Tutte le attività saranno realizzate attraverso il coinvolgimento diretto del corpo sociale. zerotremilacento agisce come soggetto di innesco e di direzione dei processi. Verranno coinvolti singoli cittadini, Istituzioni Pubbliche, Scuole, Accademia Belle Arti, Conservatorio di Musica, Associazioni, Centri Diurni dei Dipartimento Salute Mentale, soggetti operanti con i migranti come la Caritas e gli Sprar attivati dai Comuni, Organizzazioni degli Studenti, Centri Sociali Anziani e Sindacati Pensionati.
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