15 Mag 2019

Labsus: dalle esperienze della “scuola aperta” all’abitare collaborativo

Scritto da: Lorena Di Maria

Quali sono le forme di cittadinanza attiva in Italia e come si costruisce un percorso collettivo per il bene comune, per il proprio territorio e la propria comunità? Ce ne parla Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà con due incontri che avranno luogo nel mese di maggio e che approfondiranno le esperienze virtuose in atto, per creare un momento di riflessione e confronto intorno ai temi della cittadinanza attiva e dell’abitare collaborativo come nuovi modi per intendere non solo la rigenerazione urbana ma la rigenerazione dell’intera società.

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Torino - Conoscete l’articolo 118 della Costituzione o avete mai sentito parlare del “principio di sussidiarietà”? Si tratta di uno strumento fondamentale che valorizza il ruolo e il protagonismo del cittadino all’interno della società in cui vive e che rappresenta “la piattaforma costituzionale su cui costruire un nuovo modello di società caratterizzato dalla presenza diffusa di cittadini attivi che si prendono cura dei beni comuni.

Labsus, acronimo di Laboratorio per la sussidiarietà, è un’associazione culturale fondata nel 2005 da alcuni soggetti appartenenti al mondo del volontariato e della società civile e nasce proprio con lo scopo di promuovere l’attuazione di tale principio.
Le attività dell’Associazione si basano sull’idea che le persone siano portatrici non solo di bisogni ma anche di capacità che, messe a disposizione della comunità, possono contribuire a trovare soluzioni, insieme con le amministrazioni pubbliche, ai problemi di interesse generale sul territorio.

A partire da questo presupposto, nel mese di maggio saranno due gli appuntamenti che approfondiranno le sfide future che mettono sempre più al centro la responsabilità del cittadino in relazione alla sua comunità di riferimento.
L’iniziativa è promossa nell’ambito del progetto “Patti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni nell’area metropolitana di Torino”, finanziata dalla Compagnia di San Paolo, che mira a promuovere nuove forme di cittadinanza attiva e valorizzare la cultura dell’amministrazione condivisa dei beni comuni.

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Scuole aperte, luoghi di Comunità vuole essere il primo tassello di un percorso che coinvolge l’intera area metropolitana di Torino, verso una rete di scuole interessate ad essere una preziosa risorsa per il territorio che abitano.
Ma cos’è la scuola aperta? Si tratta di una scuola che appartiene a tutta la comunità, un vero e proprio laboratorio di cittadinanza attiva dove famiglie e studenti possano sentirsi come in una seconda casa. Rappresenta un luogo che può essere frequentato non solo durante l’orario di lezione ma anche in orario extra scolastico: un “luogo di incontro e di accoglienza, capace di realizzare corsi pomeridiani per allievi e per adulti a costi calmierati, attività di pre e post scuola, i più svariati laboratori, attività di sostegno per i più fragili, progetti di inclusione e integrazione per le comunità straniere e per chi ha bisogno di un’attenzione in più, a cominciare dagli alunni con disabilità” come riportato in un articolo di Labsus.

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Le scuole aperte sono esperienze che intendono attivare alleanze tra scuola e scuola nell’ottica del “si può fare”, scambiando buone pratiche e strumenti che rendano questo processo semplice, trasparente e di crescita.
Si tratta di realtà che allargano le proprie frontiere e sono capaci di avviare un processo decisionale inclusivo e in grado di coinvolgere non solo i genitori ma tutto il territorio, affrontando le grandi sfide e i rapidi cambiamenti della nostra società in un’ottica collaborativa e partecipata.

L’evento avrà luogo lunedì 20 maggio dalle ore 17.00 negli spazi di +SpazioQuattro in via Gaspare Saccarelli 18 a Torino. Introdurrà l’incontro Luca Scarpitti dell’area Filantropia e Territorio Compagnia di San Paolo e seguiranno gli interventi di Labsus, le esperienze delle scuole aperte partecipate presenti sul territorio e dei luoghi condivisi come progetto di comunità nella città metropolitana.

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Dalla vergogna alla cura. Casa, spazi comuni, concorsi è il secondo appuntamento che si focalizzerà sull’esperienza di “Let’s talk about Shame!” in corso in due quartieri popolari di Matera, capitale europea della cultura.
Si tratta di un dialogo collettivo che ha animato Matera attraverso workshop, mostre ed interventi nello spazio pubblico, avviato per parlare delle relazioni che intercorrono tra “Architettura e Vergogna” in Europa attraverso le voci, gli archivi, le idee e le azioni che oggi rappresentano alcuni dei temi più rilevanti che uniscono architettura e valori contemporanei.
Le attività rappresentano una preview del progetto Architettura della Vergogna, progetto di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura.

A partire da questo racconto, l’incontro darà vita ad una discussione non solo sulla rigenerazione urbana in generale, ma più in particolare sull’abitare collaborativo e sullo strumento del concorso per l’architettura e la società.
“Oggi i sassi sono diventati patrimonio Unesco: il riscatto è possibile”. Accanto al ruolo dei decisori politici, infatti, vi è quello dei giovani progettisti e scienziati sociali di tutta Europa, pronti ad unire le proprie intelligenze creative insieme ad altri attori e agli abitanti stessi, che possono giocare un ruolo attivo sulle trasformazioni del territorio.

L’ipotesi al centro dell’incontro è che i patti di collaborazione possano essere uno dei possibili strumenti innovativi di gestione degli spazi comuni anche nella prospettiva dei soggetti responsabili del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.

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L’evento avrà luogo lunedì 28 maggio dalle ore 15.00 al punto Labsus, Sala Molinari, via Cesare Lombroso 16 a Torino.
E’ previsto l’intervento “L’abitare collaborativo” di Marco Demarie, responsabile dell’Area Filantropia e Territorio della Compagnia di San Paolo, oltre che l’esperienza di Labsus, di “Architecture of Shame di Matera e di ATER Matera”.

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