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Nessuno è troppo piccolo per fare la differenza. Lo sostiene e lo dimostra l’esempio di Greta, la giovane attivista che con la sua protesta per il clima ha dato vita ad una mobilitazione internazionale senza precedenti. Il movimento da lei ispirato, Fridays for Future, in pochissimo tempo ha raggiunto risultati eccezionali: ha indetto il primo sciopero globale per il clima che ha coinvolto oltre 100 nazioni, ha finalmente portato l’attenzione dei media mainstream verso la questione ambientale, ha stimolato l’impegno concreto delle nuove generazioni e ha fatto sì che Stati e città dichiarassero l’emergenza climatica.
Dopo Regno Unito, Irlanda e Scozia, proprio qualche giorno fa, il 20 maggio, Milano è stata la prima grande città italiana che, approvando la mozione presentata dal movimento Fridays For Future, ha proclamato lo stato di emergenza climatica ed ambientale impegnandosi così “a predisporre entro sei mesi iniziative per la riduzione delle emissioni e per l’introduzione di energie rinnovabili, per incentivare il risparmio energetico nei settori della pianificazione urbana, nella mobilità, negli edifici, nel riscaldamento e raffreddamento, sviluppando ulteriormente il progetto di riforestazione urbana già in atto”.
Prima di Milano a riconoscere ufficialmente lo stato di crisi climatica è stata in Italia la città di Acri, in Calabria, e diverse scuole, che hanno risposto all’appello lanciato dagli insegnanti.
E quella di oggi, 24 maggio, è un’altra data importante. “Vogliamo Giustizia Climatica. Vogliamo che ovunque sia dichiarata l’Emergenza Climatica ed Ecologica, e non ci fermeremo finché alle parole seguiranno i fatti. Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”. Con questo messaggio e gridando ancora che “non esiste un pianeta b”, ragazze e ragazzi di tutto il mondo scenderanno oggi in piazza per il secondo sciopero globale per il clima.
Anche oggi, come il 15 marzo, la redazione di Italia che Cambia aderisce allo sciopero e torna in piazza insieme ai giovani attivisti.
Ecco cosa scrive Fridays for Future Italia nel comunicato in cui invita tutti a scendere oggi in piazza.
“Eravamo in piazza il 15 marzo in più di 2 milioni. Abbiamo fatto tremare cinque continenti, e dato speranza al mondo intero. ‘Ci avete rotto i polmoni!’ Gridavamo con forza. A fianco a noi hanno camminato insegnanti, genitori, bambini, lavoratori, nonni. Perché il pianeta appartiene a tutti, e tutti apparteniamo a questo pianeta.
Siccità e alluvioni, carestie e acqua inquinata, microplastiche, malattie, estinzioni di massa, carenza di cibo: ricordiamo, una volta per tutte, che i disastri ambientali sono disastri umanitari.
Serve un cambiamento radicale, e deve essere fatto secondo criteri di equità, facendo pagare a chi ha inquinato il prezzo della riconversione, e non scaricandolo sulle classi sociali più deboli. ‘Giustizia climatica’ è per noi non solo uno slogan, ma un punto fermo delle nostre richieste, coscienti che salvare il pianeta può e deve essere occasione di innovazione, sviluppo, lavoro e opportunità.
Irlanda e Regno Unito hanno dichiarato, grazie anche alla nostra pressione, lo stato di Emergenza Climatica. Un gesto importante, ma non sufficiente: a due giorni dalle europee, FridaysForFuture chiede alla politica tutta una rapida ed efficace riconversione del sistema economico e produttivo mondiale e che la tutela del pianeta venga messa in cima alle agende politiche di ogni Paese e continente.
Siamo giovani, ma possiamo votare e lo faremo, assieme a tutti voi, pretendendo che alle parole seguano fatti. Dateci gli strumenti per rendere efficaci le nostre azioni.
Con l’esempio e con la voce faremo vedere al mondo dov’è la differenza, dov’è il cambiamento. E per chi finge di non vedere, di non sentire, grideremo ancora più forte. In piedi nelle nostre piazze, di fronte alla nostra campagna, al nostro mare, alle nostre montagne. Noi ci saremo, perché ci riguarda. Vi chiediamo di esserci, perché vi riguarda.
Fridays for Future – ogni giorno per la vita”.
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