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Biella - Siamo arrivati alla fine di questo nostro primo viaggio alla scoperta del settore tessile Biellese e di come alcune delle sue realtà applicano il concetto di sostenibilità alla propria produzione.
Dopo aver approfondito le storie del Lanificio Subalpino, dell’Associazione Amici della Lana, di Iride S.r.l e del Lanificio Fratelli Piacenza, concludiamo con il racconto dell’Associazione Tessile e Salute, unica realtà italiana che riesce ad aggregare i diversi soggetti, pubblici e privati, interessati a progettare, produrre e vendere articoli tessili; in generale, un aggregatore di tutte le componenti tecnico-scientifiche del settore tessile e di quelle della fisiologia umana del sistema sanitario.
Tessile e Salute nasce nel 2001, è una no-profit e si occupa di eco-tossicologia, meglio nota come sostenibilità chimica. E’ stata fondata con due obiettivi: il primo è quello di fare ricerca, ricercando e testando prodotti innovativi per aprire nuove nicchie di mercato alle aziende. ll secondo è quello di usare la tutela della salute del consumatore come leva di protezione del prodotto di qualità e del ‘Made in Italy’.
Come cerca Tessile e Salute di ottenere questi risultati? “Lavorando sia sul settore pubblico che su quello privato” ci racconta Mauro Rossetti, direttore dell’Associazione. “Nell’ambito pubblico, avendo noi accumulato nel corso degli anni notevoli competenze riguardo le filiere produttive del tessile e del calzaturificio, forniamo supporto tecnico alle autorità competenti come i Ministeri dell’Ambiente, della Salute e dello Sviluppo Economico, in maniera tale che vengano messe in atto delle politiche che tutelino la competitività del sistema manifatturiero italiano.
Per quanto riguarda le imprese, lavoriamo per metterle in condizione di rispondere serenamente a qualsiasi richiesta arrivi dal mercato, e di fatto diveniamo un loro consulente chimico e un partner nella comunicazione. Per fare questo abbiamo dovuto dotarci di un sistema di regole, ma il nostro grande punto di forza è che uniamo tutti gli stakeholder del settore e le stiamo scrivendo insieme”.
Il punto forte è proprio quello di esserci dotati di regole condivise, che poi i vari attori mettono in pratica quotidianamente, rendendo credibile in termini di sostenibilità la filiera.
L’accostamento delle le parole chimica e sostenibilità può suonare strano a primo impatto, ma ci sono delle interrelazioni importanti tra i due mondi. Tessile e Salute nella sua attività si occupa del rischio chimico e Rossetti ci spiega che “la produzione può essere sostenibile anche usando determinate sostanze chimiche: vanno usate con una buona prassi di fabbricazione. Gran parte del nostro lavoro è quello di rendere la filiera produttiva totalmente tracciata, che si traduce nel conoscere esattamente tutte le aziende che ne fanno parte, a cominciare dalla materia prima fino alla realizzazione del capo finito.
Declinare la sostenibilità chimica vuol dire conoscere esattamente, azienda per azienda, quali sostanze utilizza durante le fasi di lavorazione e in che modo vengono usate. Questa è la differenza più importante tra le aziende italiane e il resto del mondo: la tracciabilità della filiera è uno dei nostri punti di forza più importanti.”
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