Restanza, fare viaggi incredibili restando dove si è
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Restanza, un nome singolare femminile di profonda attualità, eppure ancora poco conosciuto. Una parola a cui l’antropologo Vito Teti ha dato un senso, un’etica, diffondendo un concetto che porta con sé il significato di ricostruzione. Un’idea che accompagna ad una riflessione sulla condizione odierna. Alla tensione e al movimento di chi sceglie di restare nella propria terra e da lì ripartire, trasformandola in luogo di risorse, di accoglienza per chi arriva, per chi torna, per chi non se n’è mai andato, compiendo ogni giorno piccoli passi per un cambiamento quotidiano. Perché se è difficile emigrare, a volte è ancora più coraggioso restare. Diventa quasi una sfida, voglia di mettersi in gioco attraverso nuove opportunità e stili di vita, con l’obiettivo di rendere più vivibili quei luoghi a noi affidati e che con noi si contaminano e cambiano.
La restanza non è uno slogan, un principio statico. È un modo di essere contrario alla pigrizia e all’immobilità. È il coraggio di chi non aspetta la politica, il boom economico, le leggi a favore dei luoghi spopolati. È responsabilità, ostinazione, fiducia e storie di tutti i giorni contrarie all’arrendevolezza e alla rassegnazione che IT.A.CÀ torna a raccontare nella sua attesissima XI edizione in tutta Italia: 15 tappe fra città e territori, in una staffetta serratissima di convegni, eventi, progetti innovativi, appuntamenti inclusivi, momenti di scambio, presentazione di libri, itinerari e molto altro.
Il primo festival nazionale di Turismo Responsabile ci parlerà di cambiamenti, di trasformazioni, di valorizzazione e tutela della memoria, di superamento delle difficoltà esistenti, di disastri naturali dai quali ripartire per ricominciare con un nuovo senso dell’abitare i propri luoghi.
È la storia dei Monti Sibillini per esempio, tappa di partenza di questa prossima edizione, che dal 25 al 28 aprile merita di tagliare il nastro d’inizio del festival nazionale. Proprio quei luoghi, duramente colpiti e messi in ginocchio dai terremoti del 2016, diventano emblema della restanza, terra che trova il suo senso in chi ha scelto di restare e impegnarsi in un percorso complesso e faticoso che sta permettendo una risalita ed una ricostruzione attraverso progetti d’innovazione tecnologica, di turismo, di riqualificazione e valorizzazione del territorio come chiavi di riscatto. Un movimento di vite per creare e costruire nuove comunità, appellandosi al diritto di poter restare e sopravvivere con dignità nel proprio territorio nativo.
A seguire – dal 24 maggio al 9 giugno – Bologna, culla natale di IT.A.CÀ che nella scorsa edizione ha raccolto più di 30.000 visitatori – accoglierà la seconda tappa del festival, riconfermandosi anche quest’anno come polo centrale e snodo nevralgico di scambio e riflessione sulla filosofia che la manifestazione persegue con tenacia da ben due lustri, a partire dal tema del viaggio, come opportunità di conoscenza e scoperta che parte da casa e arriva a casa (it a cà in dialetto bolognese significa sei a casa?): una qualsiasi casa, una qualunque Itaca da raggiungere. Un viaggio responsabile, dove non importa la meta, ma ciò che accade durante il percorso.
Oltre agli innumerevoli eventi in città per promuovere la libertà di migrare, ma anche quella di restare, da Bologna ritorna forte la volontà di soffermarsi a riflettere anche sulla valorizzazione e la ripopolazione dell’Appennino Bolognese, terra di straordinaria eredità naturalistica e di storia antichissima, dove – nei primi due weekend di giugno – si parlerà di restanza e turismo responsabile.
Ad aprire il tema, un grande convegno a Marzabotto, seguito da eventi, camminate fluviali, itinerari a piedi e a pedali, trekking in zone poco conosciute, laboratori, escursioni notturne e geo esplorazioni. Momenti culturali dal forte connotato simbolico, funzionale e produttivo per discutere delle conseguenze antropologiche, sociali ed economiche che sta provocando l’abbandono di questi luoghi verso un intasamento sempre più massiccio delle città.
IT.A.CÀ in questa XI edizione, riconferma le due caratteristiche peculiari del festival: la diffusione nazionale e la sua natura itinerante che dalla città delle due torri, accompagnerà temi e propositi in altri 13 territori di tutta Italia. Da nord a sud, le altre stazioni di sosta lenta sono attese nei territori di Rimini e le sue Valli, Calabria di Mezzo, Salento, Gran Sasso, Brescia, Ravenna, Trentino, Reggio Emilia, Parma, Pavia, Monferrato, Napoli e Levante Ligure in una staffetta nazionale che avrà come comune denominatore il consenso di centinaia di realtà coinvolte e il tema della restanza e della promozione del territorio, secondo valori di equità e giustizia sociale.
Tra gli obiettivi esclusivi di questa XI edizione ci sarà anche quello di raccogliere e ripulire dalla plastica e dai rifiuti i luoghi toccati dal passaggio del festival. Durante la scoperta di luoghi straordinari, ricchi di natura, cultura e tradizioni, i viaggiatori collaboreranno attivamente nel restituire ai luoghi la loro originaria bellezza, fornendo un esempio virtuoso di turismo responsabile.
Gli eventi IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori sono a ingresso libero. Il programma dettagliato sarà disponibile nei prossimi giorni sul sito.
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