18 Apr 2019

C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria. Sull’assemblea nazionale di Fridays for Future

Scritto da: Lorena Di Maria

Più di 100 città italiane, 500 giovani provenienti da nord a sud della penisola uniti a Milano per essere parte della prima Assemblea Nazionale Costituente dei Fridays for Future con lo scopo di discutere la direzione che deve prendere l’Italia all’interno di questo grandissimo movimento. Il 13 aprile è stato un momento unico per le sorti del nostro pianeta: a distanza di un mese dal grandissimo evento del 15 marzo che ha riempito le piazze del mondo, noi di Italia che Cambia siamo qui, in compagnia dei gruppi piemontesi dei Fridays For Future che portano la testimonianza di un cambiamento che sta avvenendo.

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Centinaia di volti. Mi guardo intorno e l’atmosfera è giovane, frizzante, energica. Una sala gremita di giovani ragazzi e ragazze, un’energia che si può toccare con mano. C’è chi, per la troppa adrenalina è giunto in anticipo a destinazione, chi ha impiegato gli ultimi giorni ad organizzare con cura e impegno l’assemblea, chi ha trascorso le ultime 20 ore in un lungo viaggio che lo ha portato fin qui. Sono i volti dei ragazzi e delle ragazze giunti oggi a Milano da tutta Italia per rappresentare le voci delle proprie città e le esperienze di attivismo nate in questi ultimi mesi dai movimenti locali dei Fridays for Future ispirati da Greta Thunberg.

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105 sono le città italiane rappresentate nell’assemblea e giunte fino a Milano, che salgono a turno sul palco per raccontarsi e condividere le esperienze dei Fridays for Future locali intraprese in questi mesi sui territori.

“Se siamo qua insieme è perché il 15 marzo siamo scesi in piazza in 400 mila a manifestare per il clima”. Mi rimane impressa questa esclamazione, proprio perché da qualche tempo si respira nelle città un’aria diversa, un’aria nuova che sembra portare un vero e proprio vento di rivoluzione giovane ed effervescente, lo stesso che ha spinto ragazzi e ragazze ad unirsi a questo grande movimento nascente e ad essere oggi presenti in questa sala.

Sono numerose le persone con cui mi ritrovo a conversare durante l’intera giornata, proprio perché non posso fare a meno di farmi influenzare dalla loro vitalità contagiosa. “Oggi l’atmosfera è vivace e giovane. È fuoco che arde. Abbiamo sempre pensato di essere soli e invece siamo tantissimi”, mi dice Alessandro Silvello, coordinatore nazionale. “C’è interesse a conoscersi e prendere contatti tra le diverse città – aggiunge in seguito Emma Romoli, portavoce di Firenze – e questo è il clima che io mi auguro si inizierà a respirare da ora in avanti”.

Oggi è un momento di confronto tra i gruppi locali che non possono più rimanere isolati nei confini delle proprie città ma che necessitano di un momento di contaminazione reciproca che, attraverso questo raduno, vuole dare forma ad un coordinamento nazionale capace di definire obiettivi e linee guida per il nostro futuro.

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Voci alte, toni forti. La mattina è destinata ai racconti delle esperienze sui territori. Ogni rappresentante ha soltanto cinque minuti per raccontare i progetti portati avanti nelle proprie città e per farsi portavoce di pensieri, idee e valori. Mi accorgo con stupore che le pause e i momenti di silenzio sono molto rari: sono tante, troppe le cose da dire. E tanti sono gli applausi che si sovrappongono alle voci di chi parla senza mai fermarsi, perché le argomentazioni sono numerose e l’entusiasmo incontenibile.

Mi ritrovo, durante la giornata, ad ascoltare una moltitudine di voci: sono le speranze, i progetti, i desideri di un mondo di giovani che uniti scoprono di non essere soli ma di rappresentare una potenza trasformatrice. Ma sono anche le paure e le preoccupazioni per un mondo che ha sempre più bisogno di azioni concrete e immediate.

Determinazione. “Dobbiamo essere il ticchettio dell’orologio di un cambiamento che deve avvenire” sostengono i ragazzi di Acireale, che il 15 marzo hanno raccolto delle istanze da consegnare alle amministrazioni in fatto di mobilità sostenibile e che parlano di un impegno necessario non solo nelle scelte politiche, ma anche nelle piccole pratiche da intraprendere a livello locale. “Bisogna partire dalle scuole, cambiare la didattica e costruire momenti di discussione in base a ciò che emerge dai singoli territori” aggiungono i rappresentanti di Scafati.

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Unione. I ragazzi di Faenza ci ricordano che “la forza di questo movimento è l’unione, sentirsi parte attiva e decisionale del sistema”, o come afferma il gruppo della Valle d’Aosta “in questa lotta abbiamo bisogno di tutti”.

Coraggio, come ne è esempio il rappresentante di Reggio Calabria, che durante il suo turno sale sul palco a nome di un gruppo che sul territorio calabro ancora non esiste e che chiede ai suoi concittadini di unirsi, per non essere solo in questa battaglia. “Non saremo mai un movimento nazionale finchè tutta la nazione non sarà coinvolta”, afferma con un’incredibile fermezza.

Critica. Non solo sogni e desideri da realizzare: l’intrecciarsi di pensieri e riflessioni si sofferma su alcuni grandi temi di protesta quali l’aumento delle malattie e della mortalità a causa dell’inquinamento, la lentezza nei grandi cambiamenti politici di cui si sta iniziando a parlare ma che sembrano ancora troppo lontani, il rischio che il movimento sia sottoposto ad una strumentalizzazione politica, ma anche un no alle grandi opere dannose agli ecosistemi, agli allevamenti intensivi, all’eccessivo consumo di plastica.

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Ma come concretizzare tutti i sogni e le visioni emerse durante la giornata? Il risultato è racchiuso nel report che gli organizzatori dell’assemblea ci leggono in seguito alle testimonianze dei vari portavoce. Non un “manifesto”, per sottolineare la visione apartitica ma bensì un “report di sintesi” che contiene l’anima e lo spirito del movimento e che ragguaglia sui punti affrontati durante la mattinata, mettendo le basi per una nuova linea programmatica.

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