In Piemonte la nuova legge sulla montagna: recupero dei borghi e green communities
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Costruita in sinergia con l’Uncem – Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani e le proposte delle associazioni degli enti locali, nasce la nuova legge sul riordino della disciplina in materia di autonomie locali e nuove norme sulla montagna, approvata a maggioranza dal Consiglio regionale mercoledì 27 marzo.
Una legge che punta a valorizzare il territorio della montagna piemontese scommettendo sulle tipicità locali, le tradizioni e le risorse, rafforzando la rete delle comunità preesistenti.
Tra gli obiettivi principali si riscontrano la salvaguardia del territorio e lo sviluppo socio-economico nell’ottica di una sua promozione e del rafforzamento delle Unioni di Comuni e delle Unioni montane.
Un rafforzamento che nasce proprio dalla volontà di “lavorare insieme” attraverso un impegno collettivo capace di creare relazioni solide tra i vari enti presenti sul territorio per generare sviluppo, strategie future e nuovi investimenti.
Promuovere artigianato, cultura, mestieri e turismo nelle valli che siano da sostegno al recupero dei borghi alpini e appenninici permettendo a chi vive in montagna di restare, anche con incentivi per l’insediamento.
Come si evince dal comunicato stampa, Alberto Valmaggia, assessore alla Montagna, sostiene che “si tratta di una versione 4.0 delle leggi sulla montagna, che attua così anche la legge nazionale 158 del 2017 sui piccoli Comuni e in questo il Piemonte è la prima Regione in Italia. Mette inoltre al centro del lavoro delle Unioni montane molti temi chiave per il contrasto all’abbandono e ai cambiamenti climatici in attuazione della Legge Nazionale 221 del 2015 sulla green economy.
Approfondendo il tema della green economy, tra gli elementi più innovativi introdotti dalla legge si rileva proprio il sostegno alla realizzazione di green communities, cooperative di comunità e comunità energetiche in grado di valorizzare in modo integrato e sostenibile le proprie risorse economiche, ambientali, energetiche e socio-culturali.
Le comunità energetiche rappresentano enti senza finalità di lucro, costituite al fine di superare l’utilizzo del petrolio e dei suoi derivati e di agevolare la produzione e lo scambio di energie generate principalmente da fonti rinnovabili, nonché forme di efficientamento e di riduzione dei consumi energetici.
La valorizzazione delle risorse energetiche si propone di promuovere il corretto sviluppo delle filiere locali, il tutto in linea con recente Piano regionale della qualità dell’aria che Piemonte che Cambia approfondirà in un secondo momento.
“Negli ultimi anni si è aperto un nuovo percorso in cui la montagna gioca una partita fondamentale della sua storia – si legge sul sito di Uncem – è proprio nelle Alpi e negli Appennini che si trova il naturale bagaglio di risorse che garantiranno il futuro stesso del Paese e del Piemonte.
Nelle Terre Alte si trovano risorse importanti quali biomasse, fotovoltaico, idroelettrico, eolico, che rappresentano i settori che vedranno direttamente impegnate le Comunità montane che la Regione ha voluto collocare come “Agenzie di sviluppo del territorio montano“, riconoscendole titolari di funzioni in materia di energia e patrimonio forestale.
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