1 Apr 2019

Greenpeace contro la produzione intensiva di carne che divora il pianeta

Scritto da: Greenpeace

Stop dei fondi pubblici agli allevamenti intensivi e sostegno a modelli produttivi sostenibili. È quanto chiede Greenpeace che torna in piazza per denunciare un sistema di produzione alimentare altamente inquinante e rischioso per la salute pubblica.

Salva nei preferiti

Davanti ad una gigantesca bistecca con dentro una siringa di antibiotici Greenpeace ha manifestato oggi a Roma in piazza San Cosimato. Contemporaneamente i volontari dell’associazione ambientalista sono scesi nelle piazze di 25 città italiane con lo slogan “All you can M-Eat”, invitando i passanti a provare il “Menu PAC-co degli allevamenti intensivi”: Una lista di specialità invisibili di cui ci “nutriamo”, dall’insalata di nitrati alla zuppa di liquami. Obiettivo: denunciare un sistema di produzione alimentare insostenibile foraggiato anche dai soldi pubblici della Politica Agricola Comune (PAC), che rappresenta circa il 40 per cento del bilancio annuale europeo.

Foto di Greenpeace

Foto di Greenpeace Italia


L’Europa e i Governi stanno discutendo come sarà la nuova PAC dei prossimi sette anni e il 2 aprile a pronunciarsi sarà la Commissione Agricoltura europea. «Le istituzioni nazionali ed europee non possono più ignorare gli impatti ambientali dei prodotti di origine animale provenienti dagli allevamenti intensivi e alimentare un sistema altamente inquinante a scapito delle piccole aziende che continuano a scomparire», dichiara Federica Ferrario, Responsabile Campagna Agricoltura Greenpeace Italia.

 

«Con il “menu creativo” proposto oggi alle persone – continua Ferrario – chiediamo loro di unirsi a noi per chiedere lo stop dei fondi pubblici agli allevamenti intensivi e il sostegno a modelli produttivi sostenibili».

 

Le grandi quantità di ammoniaca provenienti dagli allevamenti intensivi e i residui di pesticidi e fertilizzanti chimici legati alla produzione mangimistica, inquinano acqua, terra e aria. Inoltre l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha individuato negli allevamenti intensivi la seconda fonte in Italia per contributo all’inquinamento da “polveri fini”, più del settore industriale e del trasporto privato, indicando nella riduzione del numero dei capi e della loro densità una soluzione.

Foto di Greenpeace

Foto di Greenpeace Italia


Anche il ricorso agli antibiotici, nonostante le tante dichiarazioni contrarie, istituzionali e non, continua ad essere elevato e comporta un rischio per la salute pubblica, come conferma un recente rapporto dell’EFSA (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) sull’aumento della resistenza agli antibiotici in Europa.

 

«Come voteranno i parlamentari della Commissione, di cui l’italiano De Castro è Vicepresidente? Europa e Italia si sono impegnati per combattere il cambiamento climatico. Per farlo realmente e proteggere l’ambiente, la salute e lo stesso comparto produttivo devono avviare un processo di transizione verso una produzione sostenibile, rispettosa dell’ambiente, della salute e dei lavoratori», conclude Ferrario.

 

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
I polpi, animali sorprendenti per le capacità senzienti e intellettive, corrono un grave pericolo
I polpi, animali sorprendenti per le capacità senzienti e intellettive, corrono un grave pericolo

I Medici per l’Ambiente: “Basta allevamenti intensivi, senza biologico non c’è futuro”
I Medici per l’Ambiente: “Basta allevamenti intensivi, senza biologico non c’è futuro”

Anche le grandi aziende alimentari contro le gabbie negli allevamenti
Anche le grandi aziende alimentari contro le gabbie negli allevamenti

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Elezione Trump: che leggi farà su clima ed energia? – #1015

|

Un festival in Sicilia sta radunando persone da tutta Europa per parlare di economia solidale

|

Taxi (poco) accessibili e diritto alla mobilità delle persone con disabilità

|

Luigi Mantegna, il pugile che non vince mai: “Ma faccio ciò che amo e sono felice”

|

GPA, aborto, maternità, diritti. No, io non sono un’incubatrice

|

“Ecco come ho salvato il Giardino Epicureo dall’alluvione”

|

Eticar: “Ecco come rendere le assicurazioni auto più economiche e sostenibili”

|

Marika Camposano e il “silent reading”: la lettura come momento intimo di connessione con se stessi

string(9) "nazionale"