2 Apr 2019

EdilCasa: dal condominio solidale a nuove culture dell’abitare

Scritto da: Lorena Di Maria

Ritorniamo a Biella a visitare la cooperativa di produzione e lavoro Edilcasa, la cui missione sul territorio biellese è creare una nuova cultura dell’abitare che si fonda sulla promozione dell’esistente: una valorizzazione che non si concentra esclusivamente sulla riqualificazione di beni immobili ma che punta ad investire sulla qualità delle relazioni e sulla qualità dell’abitare, attraverso nuove reti solidali che si basano sul rafforzamento del senso di comunità e delle relazioni umane.

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Biella - Mettersi in viaggio ed incontrare a distanza di tempo una realtà precedentemente scoperta è un po’ come tornare nei luoghi dell’infanzia: posti e persone già conosciuti ma col tempo arricchiti, progetti avviati e ormai consolidati, obiettivi raggiunti e nuovi sogni nel cassetto.
Il viaggio nel Piemonte che Cambia è evoluzione, trasformazione continua che nella maggior parte dei casi ci mostra la determinazione ed il coraggio di coloro che scommettono ogni giorno sui propri ideali.

Così ritroviamo Andrea Mondin e Valeria Janno di Edilcasa, cooperativa di produzione e lavoro di Biella che fonda il suo lavoro quotidiano su un percorso di transizione degli spazi legati all’abitare e che affonda le proprie radici nelle tecniche costruttive tradizionali verso una qualità edile che mette al centro la persona e la sua identità.

Per immaginare la visione di Edilcasa, pensate alla tecnica della permacultura per la coltivazione di un orto: prendersi cura della terra e delle sue risorse, progettare un sistema basato sull’integrazione invece che sulla separazione, valorizzare le diversità. Ora applicate lo stesso concetto ad un’abitazione: “la permacultura ti insegna ad osservare un’immobile – ci raccontano – a rispettare la sua natura e quindi a interagire con essa”.

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Il risultato concreto di questa visione è l’innovativo Condominio solidale Casa Torrione, un progetto sociale che crea ricchezza sul territorio e che mette al centro l’edificio come Bene Comune, attraverso la trasformazione di una villa abbandonata in un condominio a basso impatto ambientale ed energetico.

Villa Torrione, oltre che essere per molti una “casa”, rappresenta anche un’opportunità di integrazione, un luogo di incontro tra persone e realtà molto diverse tra loro che difficilmente si sarebbero trovate a condividere spazi abitativi.

Un progetto coraggioso avviato insieme a Caritas Biella che ha dato vita ad “nuovo modello di sviluppo sostenibile ed ecologico, che affronta le nuove sfide sociali, culturali ed economiche del nostro tempo” e capace di creare sul territorio biellese nuove consapevolezze e forme di integrazione.

Ora, a quasi un anno dalla nostra ultima visita, Casa Torrione sta proseguendo il suo percorso virtuoso volto ad investire sulla qualità delle relazioni e sulla qualità dell’abitare, eliminando le distanze e favorendo l’integrazione e la dignità delle persone, contribuendo alla crescita di un contesto sociale ricco di opportunità.

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“Questo progetto, sin dal principio, ha avuto per noi molteplici obiettivi: il primo era quello di far incontrare povertà diverse quali la povertà imprenditoriale e la povertà associazionistica” racconta Andrea Mondin.

Oltre che rappresentare la sede di Edilcasa, Villa Torrione ospita il Presidio Slow Food Biella, la cooperativa di turismo responsabile Viaggi e Miraggi Piemonte e Banca Etica.
E’ poi presente uno spaccio popolare, nonchè gruppo di acquisto di prodotti etici e biologici, l’emporio fai da noi dove le persone e famiglie in difficoltà possono condividere materiali e utensili per effettuare lavori di manutenzione ed inoltre una casa famiglia per l’accoglienza di donne senza tetto volte ad intraprendere percorsi di autonomia e integrazione sociale.

Casa Torrione rappresenta oggi un luogo con una nuova dignità, un mix eterogeneo di realtà che convivono sotto lo stesso tetto, una rete di persone dalle diverse provenienze, età e storie con una ricaduta sociale positiva volta ad eliminare le barriere.

“Possiamo dire ad oggi che l’esperienza di Casa Torrione è stata per tutti meravigliosa, l’integrazione vera nasce proprio dalla semplicità. Noi ci siamo da tanti anni spostati dal pensiero di stare nel mercato edile al pensiero di stare nel mercato della sensibilità, comprendendo dove sono presenti opportunità di crescita”.

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Sono numerosi i progetti che la cooperativa sta portando avanti, come l’esperienza di “Rivitabitare”, progetto che vi abbiamo raccontato in un precedente articolo e che si focalizza sul “recupero degli edifici da destinare a nuovi modi di abitare e a nuovi stili di vita fondati sulla condivisione e sull’aiuto reciproco, sull’unione di risorse ed economie di diversi soggetti”.

Fondata dalla Cooperativa Edilcasa, dalla Cooperativa Valli Unite del Canavese e dalla Segheria Valle Sacra, si basa proprio sulla ricerca di spazi di abitare collaborativo e sul concetto di “riabitare la vita“.

“Coinvolgendo le persone in un percorso di progettazione e creazione dell’identità del luogo – ci spiega Valeria – ci siamo resi conto di quanta difficoltà e quanti problemi sorgono nel momento in cui si avvia il progetto di abitare un luogo. Abbiamo quindi iniziato a riflettere su come accompagnare le persone nella ricerca di soluzioni abitative che si basano sull’assunzione di un ruolo attivo nell’evoluzione di un progetto.
Un esempio per noi rappresentativo è aver supportato alcune famiglie unite dallo stesso sogno di vivere in spazi condivisi. Nell’arco di un anno abbiamo individuato una villa a Pollone che soddisfaceva le esigenze di tutti e alla quale abbiamo ridato vita creando un nuovo senso di comunità“.

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Tra i vari progetti Edilcasa promuove anche l’autocostruzione di case in legno valorizzando la filiera locale attraverso l’utilizzo di legni piemontesi.

“Oggi il legno non è valorizzato appeno ed inoltre le politiche forestali e la settorializzazione in quest’ambito in Italia non facilitano la creazione di sinergie tra i diversi soggetti che permettano la realizzazione di progetti virtuosi legati ai boschi” racconta Valeria.

“Troveremo la sostenibilità nel nostro bosco soltanto nel momento in cui inizieremo ad innescare processi legati al bene comune – aggiunge Andrea – facendo convergere ambiti quali cultura, turismo, apicoltura o ciclabilità. La nostra visione è quella di sviluppare e creare sistemi dove le persone siano accompagnate ad autocostruire e realizzare la propria dimora”.

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