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“Ecco una nuova sfida per voi adolescenti annoiati. Fotografate un’area che necessita di pulizia o manutenzione, immortalatela di nuovo dopo che l’avete messa a posto e infine condividete la foto sui social”.
È questo l’invito un po’ provocatorio che Byron Roman, un utente americano di Facebook, ha condiviso sul suo profilo poco tempo fa. Il post ha ricevuto centinaia di migliaia di condivisioni e apprezzamenti, diventando virale nel giro di pochi giorni.
Così come è successo per il movimento delle social street, un’iniziativa nata in rete ha preso corpo e ha prodotto effetti concreti e positivi che si sono diffusi a macchia d’olio su scala mondiale.
Il post di Roman, che conteneva delle foto dell’attivista algerino Drici Tani Younes in azione, ha innescato la reazione di migliaia di utenti in tutto il mondo. Nel giro di pochi giorni l’hashtag #trashchallenge è diventato popolarissimo e hanno cominciato a circolare numerose immagini di persone, per lo più giovani e giovanissimi, che hanno deciso di raccogliere l’invito.
C’è chi si è sbizzarrito, come un gruppo di indonesiani che si sono auto-ritratti in spiaggia insieme ai sacchi contenenti la spazzatura che avevano raccolto e a Bumblebee, gigantesco robot della saga dei Transformers. E c’è chi ha voluto stupire, come un alpinista canadese che si è immortalato sul monte Everest mentre raccoglie i rifiuti lasciati da precedenti spedizioni.
Numerosi i riferimenti ironici ai politici, con tanti utenti che hanno condiviso foto di aule parlamentari prima piene e poi vuote, dopo che la “spazzatura” era stata buttata. Due studenti universitari messicani hanno raccolto e fotografato due camion interi di plastica, “250000 confezioni che non sono più in strada o nel mare e sono pronte per essere riciclate”, scrivono nel loro post su Instagram.
Una signora australiana ha condiviso una sua foto mentre pulisce una spiaggia con tanto di screenshot della sua app per l’esercizio fisico che riporta i chilometri percorsi e le calorie bruciate durante la pulizia, mentre in Sicilia il gruppo “RipuliAmo Catania” ha raccolto più di un quintale di rifiuti sul litorale della città etnea.
Sicuramente per risolvere quella che sta diventando un’emergenza ambientale c’è bisogno di un cambio di rotta deciso e diffuso. I rifiuti, in particolare quelli plastici, non possono essere eliminati solo attraverso il riciclaggio, ma bisogna ridurre notevolmente la loro produzione cambiando modello e orientandosi verso l’economia circolare.
Ciononostante, quello che è nato come un gioco virtuale sta contribuendo in maniera importante a diffondere consapevolezza e responsabilizzare le persone, soprattutto i più giovani, su un tema cruciale come quello del rispetto per l’ambiente. Un passo avanti decisamente incoraggiante!
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