Torna "Scambia semi", la festa dello scambio di semi
Torna in Sicilia “Scambia semi”, un evento nato dalla volontà di continuare la tradizione dello scambio semi, fatto dai contadini di anno in anno e attraverso il quale si è sempre garantito un mix genetico di qualità superiore. Appuntamento il 14 aprile al Monastero dei Benedettini, Catania.

Domenica 14 aprile a partire dalle 10.00 presso la ‘A fera bio di Catania, nel bellissimo scenario del Monastero dei Benedettini, agricoltori custodi, piccoli contadini e amatori, coadiuvati dall’associazione Seminativi e dal gruppo informale Sementi Indipendenti, saranno invitati a scambiare semi, marze, talee ma anche fermentati vari, nel buon nome delle auto produzioni e con la finalità di stabilire una sovranità alimentare essenziale, a partire dalle fondamenta del sistema alimentare stesso, i semi appunto.
“Scambia semi” non è solo uno slogan è una necessità sempre più forte e vera: salvaguardare la biodiversità siciliana. Un atto politico che riconduce alla basi dell’agricoltura e della vita. Scambia semi è anche un evento, giunto alla sua seconda edizione, per promuovere scambio di semi, auto prodotti, antichi, locali e autoctoni tra agricoltori e amatori Siciliani.
Scambiare semi è stato per secoli l’atto base delle pratiche agricole. Da sempre l’agricoltura si è evoluta grazie allo scambio di semi tra agricoltori. Questa pratica è stata anche essenziale per il divenire delle varietà, che di scambio in scambio, da agricoltore ad agricoltore, da territorio a territorio, hanno assunto gran parte delle caratteristiche che oggi ritroviamo nei nostri frutti e prodotti della terra.
I semi, da sempre liberi, da sempre patrimonio della Terra e degli agricoltori, sono a un certo punto, dalla cosiddetta rivoluzione verde e con l’avvento della chimica agricola, divenuti proprietà di alcune multinazionali, brevettati o comunque standardizzati e racchiusi in codifiche industriali. Progressivamente all’appellativo pomodoro di Castelvetrano, Melone di Trapani, Cipolla di Rocchenere sono sopraggiunti codici come F1, togliendo quel carattere tipicamente territoriale che ha fatto la storia e la qualità delle varietà locali. Non solo, si è persa anche la pratica dello scambiarsi i semi e con essa quella possibilità per gli agricoltori e per i consumatori di intervenire direttamente sulla filiera del cibo, partendo appunto dai semi e di garantirsi la variabilità genetica necessaria per avere semi sempre sani.
Ecco perché nasce “Scambia semi”: l’intento è quello di recuperare questa pratica necessaria per l’agricoltura ma anche per la nostra cultura e il nostro territorio e nel contempo di riappropriarsi della propria sovranità alimentare. L’evento del 14 aprile vuole quindi essere un momento importante di scambio agricolo, sociale e culturale. Tutti sono invitati allo scambio dei propri semi, in un atto semplice ma anche politico di affermazione del nostro ruolo di agricoltori e consumatori.
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