Grazie agli abitanti del borgo nasce un parco naturale per ripopolare la montagna
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Alessandria - Carrega Ligure è un comune montano di confine, localizzato nell’estremità sudorientale del Piemonte, in provincia di Alessandria.
Il Comune si trova nell’Alta Val Borbera, in un’area caratterizzata da meraviglie naturali ed un ambiente tanto selvaggio quanto suggestivo: paesaggi incontaminati, panorami mozzafiato, pendii erbosi e boschi di faggio secolari. Un luogo magico e affascinante che accoglie da sempre gli amanti della natura, donando ai loro polmoni aria salubre e pulita e rendendo smog e inquinamento concetti distanti.
Si tratta di un paesaggio tipico degli appennini, territorio che i piemontesi poco conoscono ma che racchiude in sé la ricchezza delle quattro regioni che si incontrano proprio in sua corrispondenza: Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte.
Un luogo da favola, si direbbe, eppure come in tutte le favole, per giungere al lieto fine, è necessario superare una sfida: il problema principale che il borgo di Carrega Ligure si trova da anni a fronteggiare è il crescente rischio di abbandono dovuto ad un progressivo spopolamento da parte degli abitanti, dapprima verso l’estero e successivamente verso i maggiori centri urbani ed industriali.
E’uno spopolamento in percentuale tra i più consistenti del territorio piemontese, di cui si vedono gli effetti concreti in ciò che rimane nelle frazioni del Comune, ormai quasi completamente abbandonate e disabitate, che lasciano troppo spazio ad una popolazione che nell’intero paese non arriva a sfiorare i 100 abitanti.
Si tratta di una storia di abbandono, come le numerose che ormai caratterizzano i centri montani, in particolare quelli appenninici e responsabile di indebolire severamente le attività economiche del luogo quali agricoltura, allevamento e turismo, che in questi contesti hanno da sempre trovato la loro vocazione, compromettendo l’esistenza e la valorizzazione di un luogo ricco di storia e tradizione.
E’ di Marco Guerrini, sindaco di Carrega Ligure, l’iniziativa di rilanciare il borgo di montagna salvaguardandolo dall’ inevitabile spopolamento, con una richiesta forte e chiara: far istituire un parco naturale sul territorio dove il comune è collocato, per rilanciarlo in chiave turistica e salvarlo da un abbandono inevitabile.
Ebbene si, si tratta proprio di un comune di montagna a chiedere l’istituzione di un parco naturale che sarà area protetta, rafforzato dalla significativa presenza di siti di interesse comunitario della Rete Natura 2000 e che sarà, allo stesso modo, una prospettiva di un futuro possibile per le valli e di attrazione e sviluppo territoriale.
Una possibilità unica nel suo genere per rimettere in luce un’area che ha ancora tanto da offrire, puntando proprio su due tratti caratterizzanti quali ambiente e biodiversità.
Per raggiungere lo scopo, il primo passo è stato quello di convincere il Consiglio Comunale a votare unanimamente per la richiesta di istituzione del parco, che ha trovato un ampio consenso, spinta dall’amore verso il proprio territorio.
Il passo successivo è stata la richiesta di un vero e proprio sostegno da parte dei cittadini: coinvolgere attivamente gli abitanti della Val Borbera col fine di far sentire la propria voce fino in Regione, proponendo di approvare al più presto l’istituzione del nuovo Parco naturale come area protetta.
Un parco, un vero e proprio bene comune, la cui iniziativa è stata accolta e condivisa con entusiasmo e passione dagli abitanti, che non hanno fatto attendere una loro risposta: nel 2017 un migliaio di persone hanno sollecitato la Regione inviando mail e messaggi in sostegno della richiesta del Sindaco. Si tratta di residenti del luogo, visitatori, amanti della natura che in questi paesaggi ritrovano ricordi e valori passati.
Un coro di voci che, all’unisono rappresenta una ventata di speranza per un progetto condiviso che parte proprio dal basso e che ci parla di un legame indissolubile tra l’uomo e la terra.
Proprio in questi giorni, dopo lunghi anni di attesa, il Consiglio regionale ha approvato la nuova legge che istituisce 10mila ettari di nuove aree protette, oltre a quelle già esistenti, per un totale di 200mila ettari, includendo anche il Parco regionale dell’Alta Val Borbera, che sarà affidato all’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese.
Nel complesso sono ben tre i provvedimenti che hanno ricadute dirette per l’Alessandrino: oltre all’istituzione del Parco naturale e dell’area contigua dell’Alta Val Borbera presso il Comune di Carrega Ligure, si aggiungono l’ampliamento della Riserva naturale di Castelnuovo Scrivia e l’istituzione del Parco del Po piemontese, che vede l’unione delle aree protette del Po alessandrino e del parco del Po vercellese.
Una vittoria del territorio, una buona notizia che genera positività in un momento in cui il dibattito per il clima e l’ambiente è acceso più che mai.
Ma si tratta soprattutto della vittoria di un’intera valle che ha creduto nella bellezza e potenzialità dei propri borghi e di un senso di appartenenza capace di scommettere su futuro per generare il cambiamento.
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