Effetto Palla: quando i social cambiano la vita degli animali – Io faccio così #243
Seguici su:
“Io sono una veterinaria e lavoro in una clinica ad Oristano. Nella nostra clinica vengono seguiti e curati anche animali randagi, recuperati in stato di grande difficoltà. Tra questi il cane che chiamammo Palla: per promuovere le adozioni di questi animali dopo averli curati, abbiamo creato una pagina Facebook. Il giorno in cui scoprimmo l’effetto Palla… andammo a dormire con 26 mila like alla pagina e ci siamo svegliammo con 186 mila!”.
A parlare è Monica Pais, animatrice del progetto Effetto Palla e della Clinica Veterinaria Duemari. Dopo averne sentito tanto parlare, la intervistiamo lo scorso dicembre a Cagliari, durante la fiera Scirarindi. Monica è una donna decisa, entusiasta, che ci racconta con un pizzico di incredulità la sua straordinaria vicenda.
Effetto Palla è una Onlus nata a marzo 2016 con l’obiettivo di soccorrere e dare nuova vita agli “animali di nessuno”. Nasce grazie a una meticcia di pitbull, Palla ovviamente, che ha disegnato il primo pezzo dell’opera. Ma torniamo al gennaio 2016, quando viene ritrovata la cagnolina nelle campagne di Oristano, in Sardegna. Il giovane animale viene recuperato in condizioni disperate: ha la testa deformata a causa di un laccio di nylon di 15 cm di circonferenza stretto intorno al collo, che la fa soffrire da mesi, chissà quanti. Un supplizio che, giorno dopo giorno, per un cane nei primi mesi di vita, può portare addirittura alla decapitazione.
Fortunatamente, nella stessa città sarda, c’è la Clinica Veterinaria Duemari, che cura, oltre agli animali di proprietà, i randagi feriti e trova loro una casa. La clinica, così, nella figura della dottoressa Monica Pais, si adopera per salvare la cagnolina con un’operazione delicata. E ci riesce. Guarisce e viene chiamata dai suoi salvatori Palla, come a rimarcare, ora con un sorriso, la sua deformazione. “I nomi che diamo agli animali che curiamo – racconta Monica – sono onomatopeici e legati al tipo di trauma che hanno riportato. Non so perché questa storia abbia bucato più delle altre, noi non ce lo aspettavamo minimamente. Quando Palla è arrivata sembrava un cartone animato riuscito male. Era tenerissima, era brutta ma si poteva guardare, era una Cenerentola diventata principessa.”
Nella clinica di Monica lavorano dieci veterinari. La nostra struttura, nata dieci anni fa, ha sempre curato anche animali randagi, siano feriti o in gravi condizioni. “Sono randagi certificati da una qualunque autorità – spiega Monica –, abbiamo una piccola convenzione che dovrebbe pagare il primo soccorso. Noi poi, a titolo volontaristico, portiamo avanti tutto l’iter successivo dell’adozione”.
Ecco perché la pagina Facebook della clinica “riveste un ruolo fondamentale: permette ai nostri ‘pazienti’ di essere conosciuti nei social, aumentando così la possibilità di essere adottati. Attualmente, il nostro portale online è una sorta di rivista che racconta tutte le (dis)avventure dei nostri animali e, dopo Palla, anche altri sono diventati famosi su internet e negli altri media. Le pubblicazioni sul web sono quindi decisive per le loro prospettive: noi li curiamo ed evitiamo che vadano in canile, ma il loro futuro, per essere roseo, dipende dai nuovi padroni”. La clinica, in quanto centro di recupero di fauna selvatica, non cura solo cani e gatti, ma un ampio target di animali, dalle tartarughe marine alle rondini.
Ora, per fortuna, accanto alla Clinica troviamo la Onlus. “Ci pesa avere la clinica piena di animali – ci ricorda Monica – vogliamo quindi portare il progetto fuori dalla nostra struttura”. Per questo la Onlus finanzia iniziative per la comunità e gli animali. Il requisito fondamentale è che questi devono avere benefici diretti agli animali stessi, ma spesso riguardano anche noi umani. Ad esempio, in Brasile stanno aiutando le persone che vivono in alcune favelas a diventare assistenti veterinari. In questo modo, il risultato è doppiamente virtuoso: alcuni umani sono strappati alla miseria e, una volta formati, diventano portatori di cure per gli animali delle stesse favelas.
Il successo della Onlus, dopo la pubblicazione della storia di Palla è stato davvero dirompente. Effetto Palla, infatti, è diventata una delle Onlus più grandi di Italia, tra le prime 160 su 45 mila. Ciò ha permesso a Monica e al suo team di gestire cifre importanti, raccolte con il 5 per mille e dirottate su randagi e progetti vari.
Come tutti quelli che hanno a che fare con animali in difficoltà, il rapporto con il dolore diventa quotidiano: “Per noi è una sfida – confida Monica – ci sono persone che non riescono a liberarsi del dolore, che assorbono le situazioni pesanti che hanno nelle vicinanze. Per noi è una metafora: hai una vita che ti permette di stare così a contatto con la morte che alla fine questa non ti fa più paura”.
Mentre Monica ci parla osservo dietro di lei i calendari che hanno realizzato. In copertina si vede Palla che salta nel cerchio centrale del segno-simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Sempre in copertina, non per caso, è anche riportata una citazione dall’ultimo libro dell’artista biellese: “Per progredire nella formazione di una società evoluta – questa la frase tratta da ‘Ominiteismo e demopraxia’ – è innanzitutto indispensabile stabilire un rapporto di pieno rispetto tra noi e gli animali”. Le chiedo quindi cosa ci faccia Palla dentro il simbolo del Terzo Paradiso. “Palla sta dentro il suo personale Terzo Paradiso. Da un lato c’è la natura, la vicinanza con tutti gli esseri viventi; dall’altra parte, il paradiso di Facebook, della tecnologia, degli arrivi su Marte; in mezzo lei, che coglie tutto quello che riesce a mettere insieme”.
Concludiamo il nostro incontro chiedendoci come mai la storia di Palla abbia avuto così successo nell’immaginario delle persone. “Non lo so, ce lo chiediamo anche noi” afferma Monica. “Forse, il motivo è da ricercare nel fatto che la gente ha bisogno di modelli. A me il coraggio nasce dall’incoscienza. Quando mi fanno i complimenti non capisco il perché. Ma quando mi chiedono cosa vedano gli altri in Effetto Palla, mi dico che forse riconoscono ciò che loro per primi vorrebbero fare. Si rendono conto che possono fare qualcosa anche loro, entrare nell’Effetto Palla”.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento