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“Il Casale della Cervelletta è stato il luogo del cuore del FAI (Fondo Ambientale Italiano) più votato a Roma e nel Lazio, con 14.605 sottoscrizioni. Perché quando c’è il cuore…”, spiega Nicola Marcucci, presidente del Centro culturale Michele Testa e componente del Coordinamento Uniti per la Cervelletta. Racconta di questa “vittoria dal basso” mentre camminiamo insieme nella riserva naturale dell’Aniene con il Casale della Cervelletta e la sua torre che svettano sullo sfondo.
Si tratta di luoghi antichi, le cui prime testimonianze risalgono al 1200 e che dopo anni di proprietà privata diventano bene pubblico nel 2001. Anche se da quell’anno sono solo i cittadini ad occuparsene: “Il Coordinamento Uniti per la Cervelletta è nato nel 2016, con lo scopo di salvaguardare questi luoghi; nel 2017, però, questo casale e la sua torre sono stati interdetti al pubblico dal Comune di Roma per possibili crolli e da allora tutto è rimasto così”.
È all’interno di questa cornice che si inserisce la mobilitazione del Coordinamento, che da mesi propone iniziative e conferenze sulla Cervelletta come luogo da ridare ai cittadini, da far rivivere. Uno dei passi decisivi verso questo obiettivo è stata l’iscrizione della Cervelletta al concorso dei luoghi del cuore FAI: “È stata una grande mobilitazione: abbiamo contattato le associazioni e le scuole, abbiamo parlato con la gente del quartiere, persino i parroci si sono mobilitati dal pulpito. Ma fondamentale è stata la presenza del Cinema America, che ha portato il cinema direttamente nel parco della Cervelletta per 54 giorni, durante i quali noi abbiamo raccolto circa 4.000 firme”.
Da quel 6 febbraio 2019, giorno della pubblicazione dei risultati ufficiali del concorso FAI, i riflettori istituzionali sembrano essersi accesi su questo luogo: il Comune ha promesso che aprirà un tavolo di lavoro (di cui però ancora non si ha traccia) e Zingaretti, presidente della regione Lazio, ha affermato che si impegnerà nella riqualificazione del posto, sul breve e lungo periodo. Tuttavia i lavori per il restauro della torre, che potrebbe crollare in breve tempo, sono urgenti e ancora sembra non esserci alcuna proposta seria per attuarli.
Camminando attraverso le zone umide del parco della Cervelletta, arriviamo di fronte all’ingresso del Casale, dove una volta c’erano le stalle e ora ci sono un lucchetto arrugginito e qualche bottiglia buttata lì intorno. A raccontarmi le storie dei tempi passati è Mimmo Pietrangeli, detto anche “Mimmo Cervelletta”, abitante del quartiere e per anni promotore di iniziative attorno a questo luogo con l’associazione “Insieme per l’Aniene”. Indica una piccola casetta, lì accanto l’ingresso: “Questo era uno sfiatatoio, perché qui sotto facevano il vino e ci facevano bollire il mosto. Viene anche chiamato casina dell’asina per questo dipinto che c’è dentro: qui, fino a venti anni fa, alcuni abitanti della zona venivano a giocare a carte e le rondini entravano a fare il nido”. Mostra anche i resti di un fienile e alcune case che dovevano essere restaurate tempo fa grazie a dei fondi europei, ma che – per questioni di tempo – sono rimaste inagibili e col tetto pericolante.
Mimmo, a partire dal 2001, ha animato questo posto, mobilitando e mobilitandosi assieme alla gente del quartiere: “Quando mi sono trasferito qui, mi sono affacciato dalla finestra di casa, ho visto questo parco pieno di fiori e ho pensato di essere in paradiso!”. E così, per molti anni, la Cervelletta è stata davvero un bene comune: aveva dentro una biblioteca con 7.000 volumi, un Museo della civiltà contadina, c’erano visite guidate gestite anche da ragazze e ragazzi di istituti superiori, c’erano studi e attività attorno alla natura dell’Agro romano, dove c’è addirittura la “tartaruga palustre”. C’è tutto un “deposito di storie e culture che nei secoli hanno abitato quei luoghi” che ora rischia di crollare assieme alla torre.
Mimmo non nasconde un po’ di sfiducia nei confronti delle istituzioni: “Per anni ci siamo impegnati, ma visto come sono andate le cose la gente piano piano ha perso fiducia e non ha più voglia di lottare”. Gli ultimi mesi, la forza di Nicola per cui “la Cervelletta è solo uno dei tanti obiettivi per lo sviluppo locale” e la mobilitazione del Coordinamento dimostrano però che c’è ancora tanta voglia di fare da parte dei cittadini, che sono i primi interessati alla salvaguardia e tutela del territorio. E sarà solo grazie a loro se la Cervelletta, fra qualche tempo, sarà di nuovo un luogo da vivere e non soltanto un luogo del cuore.
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