8 Feb 2019

La tradizione della canapa: una scommessa vincente

Scritto da: Roberto Battista

Una filiera locale che partendo dalla coltivazione della canapa arriva alla produzione e commercializzazione di prodotti derivati da questa pianta dalle straordinarie qualità. Nasce in Umbria dall'iniziativa di tre amici il progetto Le Canapaie, un esempio virtuoso di come investendo sulla tradizione e sulle risorse locali si possano creare opportunità lavorative nel segno dell'etica e della sostenibilità.

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Perugia, Umbria - Edoardo, Giacomo e Jacopo sono tre amici di Nocera Umbra che, come tanti, a un certo punto si sono chiesti come potevano migliorare la qualità della loro vita in modo etico e sostenibile. Si sono guardati intorno cercando di capire cosa esisteva nel loro territorio che presentasse delle possibilità per il futuro e, vista la quantità di terreni abbandonati, hanno pensato a come le risorse del territorio potessero prestarsi ad inventare nuove opportunità che consentissero loro di riavvicinarsi alla campagna e ad un modo di vivere più naturale e soddisfacente.

 

Nel 2014 decisero di scommettere sulla canapa, lasciarono i loro lavori e misero in piedi una società, Le Canapaie, con l’intento di ricreare una piccola ma completa filiera locale che partisse dalla coltivazione per arrivare alla produzione e commercializzazione di prodotti derivati dalla canapa. La scelta fu di concentrarsi sugli utilizzi alimentari, in parte per il principio che vede l’alimentazione come elemento centrale di una sana qualità della vita, e in parte per considerazioni di mercato, oltre al fatto che altri utilizzi della canapa, come le produzioni tessili, di carta, corde e prodotti per la bioarchitettura non hanno ancora un mercato sufficiente e richiedono impianti per la lavorazione che attualmente non esistono in centro Italia.

 

L’intervista completa ai fondatori di Le Canapaie

 

Inizialmente affittarono terreni incolti e impiegarono le sottosfruttate risorse agricole locali. L’ambiente umbro si presta, la canapa è relativamente facile da coltivare e si adatta bene a climi e terreni diversi. I tre amici si dedicarono inizialmente a studiare le caratteristiche della pianta e iniziarono a sperimentare con semi diversi per verificare quali si prestassero meglio alla zona e al prodotto che volevano ottenere. Il primo passo fu dunque di coltivare varietà diverse fino ad ottenere i risultati voluti, cosa che fecero in prima persona su su piccola scala. Contemporaneamente iniziarono ad intessere rapporti con realtà locali che fossero adatte alla lavorazione e permettessero loro di ottenere i primi prodotti di una serie che si è andata gradualmente espandendo. Oggi Le Canapaie producono diversi tipi di farina, semi, pasta, olio e birra, tutti ottenuti impiegando aziende locali.

 

Uno degli scogli iniziali fu quello di ottenere le certificazioni e permessi necessari alla coltivazione. Una volta risolti quegli aspetti si trattò di individuare le aziende necessarie alla lavorazione e convincerle della viabilità dell’idea da un punto di vista commerciale, oltre a superare il sospetto che ancora circonda qualsiasi iniziativa che abbia a che fare con la produzione di questa pianta straordinaria, che, nell’immaginario comune, viene associata al suo uso ludico, seppur si tratti di due varietà distinte della pianta.

 

Il passo seguente fu quello di trovare un modo di distribuire e commercializzare i prodotti, puntando su un mercato nascente e offrendo una qualità alta e completamente biologica. Agendo sempre in autonomia e contando solo sulle proprie forze, senza investimenti esterni, i nostri amici iniziarono a partecipare a fiere e mercati, contattare direttamente punti vendita, facendo dimostrazioni e portando ovunque possibile i loro prodotti.

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A quattro anni dalla partenza del progetto Le Canapaie funzionano, hanno allargato la loro produzione, diversificato la loro linea di prodotti e ad oggi la piccola impresa consente ai fondatori di mantenersi dignitosamente e con soddisfazione. Diverse persone vengono impiegate nelle varie fasi della coltivazione, raccolta e prima lavorazione, tutte fasi eseguite manualmente, con cura e senza necessità di grandi infrastrutture o attrezzature. Il lavoro è impegnativo e le sue fasi si svolgono nel corso di tutto l’anno, ma consentono un ritmo lavorativo armonico e gratificante.

 

La scommessa ha pagato e, vista nel contesto sociale dell’Umbria di oggi, ha molto senso in quanto si riallaccia a tradizioni che hanno contraddistinto la regione per secoli, tiene conto delle caratteristiche naturali dell’ambiente, ricco di sorgenti di acque anche curative, e di ampi spazi che stavano rapidamente perdendo la loro vocazione agricola e artigianale. Importante è anche l’aspetto di interagire con realtà locali che già esistevano e spesso languivano nella mancanza di nuove opportunità.

 

Tra le infinite proprietà della canapa bisogna ricordare anche la sua capacità di bonificare i terreni, cosa indispensabile oggi in zone dove monoculture come il tabacco hanno impoverito il suolo, e non richiede disinfestanti e agenti chimici dannosi per l’ambiente. Le Canapaie si propongono di ottenere risultati a lungo termine, nella creazione di una vera “canapa-cultura” con la creazione di biodistretti e perseguono collaborazioni con le università e l’ambito della ricerca, in vista di nuovi e più ampi utilizzi della canapa.

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Molte zone dell’Italia si stanno spopolando per mancanza di opportunità e spesso i giovani che vivono in aree lontane dalle città vedono l’emigrazione come unica possibilità di crearsi un futuro, eppure la ricchezza del territorio, se analizzata con raziocinio unito all’immaginazione, può offrire infinite opportunità. Conoscere e comprendere l’ambiente che ci circonda, scoprirne le potenzialità e reinterpretarle nel contesto della società di oggi e di quella che vorremmo per il futuro, è una strada aperta e ricca di possibilità.

 

Quello delle Canapaie è un esempio di come inventarsi un’attività sostenibile e soddisfacente è possibile, anche in un contesto che non è dei più favorevoli, senza necessità di grossi investimenti, a patto di guardarsi intorno e comprendere quali sono le risorse che l’ambiente offre e sempre tenendo presente che i sogni sono a volte più realizzabili di quanto si pensi e nel renderli reali si può anche dare inizio ad una reazione a catena che porta benefici non solo direttamente agli artefici, ma anche all’ambiente e le persone che li circondano.

 

Il contesto regionale in breve
Il numero di piccole giovani aziende che si occupano di canapa in vari settori sta crescendo in Umbria. Molti progetti di ricerca sono in via di sviluppo presso varie università in regione, tesi a verificare la fattibilità di diversi usi specifici della canapa. Un ostacolo considerevole ad uno sviluppo di rilievo per il settore è la mancanza di uno stabilimento per la lavorazione di tutte le parti della pianta. Ne esistono solo due in Italia, in Piemonte e in Puglia, e la distanza rende economicamente non praticabile trasportare la materia prima ad uno o l’altro di questi stabilimenti.

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Il potenziale del settore è enorme e interessa diversi ambiti, dall’agricoltura alla produzione alimentare, dall’artigianato alla piccola industria nei settori tessile, cartario, delle bio-plastiche e soprattutto edilizio, quest’utimo particolarmente importante dato il ricorrere di eventi sismici in Italia e le eccellenti proprietà antisismiche dei manufatti in canapa per l’edilizia.

 

Altre nazioni hanno deciso di investire nel settore per rivitalizzare aree in via di abbandono, l’esempio più vicino è quello della Francia, dove investimenti pianificati in modo organico e su lunghe scadenze stanno dando risultati molto positivi, indicando una via che sarebbe perseguibile anche in Italia con investimenti moderati e ritorni su larga scala, sia dal punto di vista economico che ambientale e sociale.

 

Ci auguriamo che le amministrazioni locali si rendano conto del potenziale di questa filiera e decidano di investire nelle infrastrutture necessarie affinché le piccole giovani aziende come Le Canapaie possano ampliare la loro attività e fare da traino ad un contesto produttivo che potrebbe creare lavoro e sviluppo in modo ecologico e sostenibile, nel rispetto delle tradizioni e dell’ambiente di questa splendida regione.

 

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