5 Feb 2019

Dal maggiordomo rurale all’accoglienza migranti, ecco la montagna solidale

Scritto da: Francesco Bevilacqua

Due progetti sociali davvero innovativi, sostenuti da Fondazione Cariplo, promuovono integrazione, accoglienza e solidarietà nella montagna lombarda. Ve li raccontiamo in questo servizio.

Salva nei preferiti

Pavia - L’Oltrepò Pavese è un territorio affascinante e ricco di biodiversità ma, come tutte le zone montane, può provocare anche qualche disagio a chi ci abita. A questo aggiungiamo il drammatico fenomeno dello spopolamento che da qualche tempo lo affligge e a cui proprio il progetto Oltrepò(bio)diverso sta cercando di proporre soluzioni.

 

In questa direzione va il lavoro della cooperativa La Sveglia e in particolare il progetto del maggiordomo rurale. Oltre a tanti servizi alle famiglie come doposcuola, assistenza domiciliare, babysitting, questa realtà ha lanciato una nuova proposta di supporto alle persone più fragili del territorio.

 

«Il maggiordomo rurale – spiega Chiara, coordinatrice della cooperativa – è una figura ideata per sostenere le persone del territorio che hanno difficoltà a gestire la vita quotidiana. È un “factotum” che si occupa di tutta una serie di faccende: va a fare la spesa, ritira la posta, taglia l’erba e così via».

 

Il servizio, prenotabile a chiamata tramite un numero verde, è reso possibile grazie al contributo di Fondazione Cariplo tramite il progetto Oltrepo(Bio)diverso, che a sua volta fa parte del programma di rivitalizzazione delle aree interne AttivAree.

 

Ma la solidarietà di queste montagne non è rivolta solo agli abitanti storici. Ci sono nuovi “montanari” con storie drammatiche alle spalle e tanta voglia di ricominciare una nuova vita. In Oltrepò Pavese hanno trovato un’opportunità per farlo attraverso un percorso formativo che si è tramutato poi in un inserimento lavorativo.

montagna solidale

«Abbiamo organizzato un corso per i richiedenti asilo ospitati dal CAS locale», spiega Francesca della cooperativa Finis Terrae. «Per questa iniziativa, inserita nell’ambito del programma AttivAree, abbiamo coinvolto una quarantina di aziende agricole locali e alla fine del percorso quattordici migranti hanno vinto una borsa lavoro. Cinque di loro sono stati anche assunti a seguito del progetto».

 

È una bella opportunità per queste persone di dimostrare al territorio che anche loro hanno voglia di fare e, al tempo stesso, una bella risorsa per una comunità vittima dello spopolamento che ha bisogno di forze fresche per ricostruire il proprio tessuto sociale.

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Scampia: via al progetto del Comune per la ristrutturazione e riqualificazione delle Vele
Scampia: via al progetto del Comune per la ristrutturazione e riqualificazione delle Vele

La rivoluzione “dolce” di Banda Biscotti: il riscatto nelle carceri passa per la pasticceria
La rivoluzione “dolce” di Banda Biscotti: il riscatto nelle carceri passa per la pasticceria

Still I Rise e il modello educativo che offre agli “ultimi” le possibilità migliori
Still I Rise e il modello educativo che offre agli “ultimi” le possibilità migliori

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Dopo i droni, le radiazioni: che succede negli Usa? – #1034

|

Il Comitato per la liberazione di Assange: “Julian è libero, ma l’informazione no”

|

A Campobello di Licata c’è un forno di comunità in cui lavora tutto il paese

|

Buon Natale globale, tra riti solstiziali e consumismo moderno

|

L’archeologia lo mostra: la cura è stata centrale nella storia della civiltà

|

I rifiuti elettronici sono un grosso problema. La soluzione? Riparare invece che ricomprare

|

Perché dire basta ai botti di Capodanno: petizioni e proposte sostenibili

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

string(9) "nazionale"