“Che Aria Tira?” A Torino il monitoraggio ambientale parte proprio dai cittadini
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Torino - Monitorare le condizioni ambientali e dell’aria nelle nostre città è un’azione urgente e necessaria e quando avviene grazie alla mobilitazione di singoli cittadini che con impegno e dedizione si prendono cura delle città in cui vivono, ciò acquisisce un valore impagabile.
La gravità dell’inquinamento atmosferico e la mancanza di progressi soddisfacenti ci lasciano sempre più inermi, frustrati, spaventati davanti ad un nemico invisibile che necessita sempre più nell’immediato di risposte efficaci e tempestive.
Per far fronte a questa situazione critica in diverse città del Piemonte stanno nascendo iniziative spontanee che partono proprio dai singoli cittadini, dalle scuole, dalle associazioni che divengono protagonisti attivi di un cambiamento ormai indispensabile.
Oggi vi raccontiamo la storia di “Torino Respira“, un comitato di cittadini che nasce da una visione comune per promuovere iniziative finalizzate a migliorare la qualità dell’aria nella città di Torino e nell’area metropolitana. Sono singole persone che credono nella possibilità di dare vita a un cambiamento attraverso un’azione concreta e partecipata, che parta proprio dal basso.
“Che aria tira?” è la prima iniziativa di monitoraggio civico della qualità dell‘aria promossa a Torino che misura le sostanze inquinanti presenti nell’aria. Un’occasione che coinvolge l’intera cittadinanza, volenterosa di agire in prima persona per un bene comune ed essenziale.
Ma come misurare l‘inquinamento? Con un dispositivo di facile montaggio che ha un reagente interno che registrerà l‘accumulo del biossido di azoto, uno degli inquinanti più pericolosi che respiriamo tutti i giorni. E’ stato scelto il biossido proprio perché rappresenta un inquinante primario presente in ogni fenomeno di combustione, facile da misurare e che produce effetti negativi sulla salute.
Sono 300 i campionatori passivi distribuiti su tutto il territorio ai cittadini che hanno aderito alla campagna “Che Aria tira?” e che verranno applicati per tutto il mese di febbraio.
L’utilizzo dei campionatori è molto semplice: si tratta di provette in plastica che possono essere facilmente installate presso la propria abitazione, nelle vicinanze delle scuole, negli spazi pubblici e nei luoghi di lavoro. Alla fine del mese questi verranno ritirati e portati al Comitato che si occuperà di inviarli a un laboratorio per le analisi, il quale curerà l’interpretazione, la presentazione e la diffusione dei risultati.
Una parte dei campioni verrà installata dal Comitato nei pressi delle centraline dell’ARPA, in modo da poter calibrare i dati ottenuti con quelli ufficiali e aumentare così l’affidabilità scientifica dei risultati.
Si tratta di un’indagine che vuole dare vita ad un monitoraggio diffuso sul territorio. “Le centraline dell’Arpa sono poche e, per quanto siano più precise dei campionatori che utilizzeremo, rappresentano la qualità dell’aria in un numero limitato di località. I dati raccolti con la campagna di monitoraggio saranno invece più capillari e prossimi ai luoghi di vita, di scuola e di lavoro dei partecipanti”.
L’iniziativa, nel complesso, vuole rappresentare una reazione all’emergenza inquinamento attraverso una vera e propria azione dal basso, fatta “dai cittadini per i cittadini”. Ponendosi come stimolo per una maggior presa di coscienza, per l’educazione didattica e la sensibilizzazione collettiva, permette alle singole persone di toccare con mano un reale problema e stimolandole a reagire, a diventare parte attiva di un cambiamento che siamo troppo spesso abituati a pensare possa partire solo dall’alto.
“Crediamo che sia un diritto dei cittadini utilizzare tutte le forme consentite dalla legge per fare in modo che le amministrazioni preposte affrontino in maniera strutturale e continuativa il problema dell’inquinamento dell’aria”.
Aumentare la consapevolezza dei decisori per mettere in atto misure necessarie ed istantanee per la salvaguardia dell’ambiente e della nostra salute è quindi l’obiettivo primario del comitato. Un obiettivo che parte proprio dal presupposto che “le amministrazioni preposte a livello nazionale, regionale e locale avrebbero un’attitudine ad agire quasi esclusivamente in una logica emergenziale, mentre è necessario affrontare il problema in modo continuativo, sistematico e duraturo”.
Tramite il monitoraggio di otterrà anche una mappatura dell‘inquinamento comparabile a quella realizzata in altre città, proprio come nel caso di Milano, in cui, grazie ai 277 campionatori installati dalla rete “Cittadini per l’Aria Onlus“, si sono evidenziate le alte concentrazioni fuorilegge di inquinanti e che contribuiscono alla violazione delle normative europee.
In Piemonte, anche ad Alessandria è partita la campagna “MALdARIA”, il cui nome racconta proprio “quella sensazione di malore che invade i cittadini piemontesi ogni giorno” e realizzata da un totale di dieci fra associazioni e movimenti presenti sul territorio.
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