24 Gen 2019

Lucia Cuffaro: "L'autoproduzione? La mia via per la felicità" – Meme #16

Scritto da: Elisa Elia

Attivista e presidente del Movimento per la Decrescita Felice, Lucia Cuffaro è da anni appassionata al mondo dell’autoproduzione, come scelta consapevole per un benessere fatto di semplicità. Autoproduce praticamente tutto e attraverso i suoi libri, un blog ed una rubrica in tv spiega agli altri come creare da soli ciò che serve.

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Roma, Lazio - Ha lavorato tanti anni in Rai ed è sempre stata appassionata di ambiente, spreco, rifiuti, autoproduzione. Poi ad un certo punto lascia il lavoro a Report e inizia la sua vera vita: quella dell’attivista, impegnata all’interno del Movimento di Decrescita Felice di cui oggi è presidente e sui temi del riutilizzo e della decrescita felice. È Lucia Cuffaro, che parla dell’autoproduzione come del suo personale percorso di felicità, iniziato quando era bambina: “Credo sia iniziato quando i miei genitori, per potermi istruire ad uno stile di vita sobrio ed ecologico, mi comprarono una Barbie in costume da bagno, la più semplice di tutte”, ride Lucia. “Così ho iniziato a inventare abitini per la mia Barbie e a riutilizzare tutti i materiali possibili”.

 

 

Quando Lucia faceva ancora le elementari, forse non immaginava che la sua (auto)produzione di vestiti per la Barbie fosse già un segno di ciò che sarebbe successo. Ma così è stato. Da quando è piccola, infatti, tutta un’altra serie di fattori si è aggiunta a cementare il suo interesse iniziale e a farlo diventare passione: si è trasferita con la sua famiglia vicino Malagrotta, conoscendo così cosa significhi vivere vicino ad una discarica; ha frequentato l’Università del Saper fare del Movimento per la Decrescita Felice sotto consiglio di un amico; è venuta a contatto con realtà come la Città dell’Utopia a Roma che le hanno permesso di portare avanti questo percorso.

 

Oggi Lucia autoproduce tutto: dal detersivo per la casa alle tinte per i capelli alla crema per il viso. È contenta di poter dire che non distingue più fra lavoro e attivismo: “Il lavoro non poteva essere un lavoro che mi portasse a casa lo stipendio e basta; io avevo bisogno di altro”, spiega Lucia, parlando di come fosse strano – agli occhi degli altri – la sua (volontaria) dimissione da “Mamma Rai”. “Ho lavorato con la Città dell’Utopia e man mano è arrivato il percorso con la decrescita felice: un attivismo sempre più presente, un appassionarsi in modo folle all’autoproduzione, al creare con le mani cose semplici che fanno bene a me, ai miei vicini, alla natura, che creano circolazione del denaro nel modo giusto che valorizza le piccole aziende. Poi mi sono presa un anno sabbatico, mi sono data all’associazionismo e mi sono impegnata anche per il mio quartiere a Malagrotta”.

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Da sette anni gestisce una rubrica televisiva su Rai1 che parla di decrescita felice. Proprio come a dire che tutto è circolare e ogni cosa si rimette al posto giusto nel momento giusto. “C’è un interesse sempre crescente legato al tema dell’autoproduzione e questo purtroppo lo si deve alle malattie che derivano dai prodotti per il corpo, per la casa e dagli alimenti che si trovano in commercio. Sta crescendo la consapevolezza che forse dobbiamo tornare alla semplicità”. Anche la comunicazione di ciò che si fa, di un mondo diverso, è possibile, soprattutto perché “la decrescita felice è un concetto di buon senso ma dirompente, ribelle, che da molti è ancora ostacolato”.

 

Se adesso il suo impegno è legato principalmente al mondo dell’autoproduzione, non per questo Lucia si ferma qua: “Il prossimo obiettivo è quello di lavorare sempre di più per aumentare il mio tempo liberato. Sembra un controsenso, ma è questo: in realtà a me piace semplicemente fare attivismo e voglio che questa sia la parte predominante della mia vita: stare a contatto con persone che portano progetti legati a questo mi rende felice”. E alla tematica del riutilizzo e dell’autoproduzione aggiungere quella degli animali: “Sono tendenzialmente vegana, ma mi rende felice riuscire a mangiare solo cibo vivo e che non viene da tortura, per cui vorrei trovare il modo di comunicare questa mia felicità. Spesso chi parla di animalismo e veganismo lo fa in modo molto aggressivo, ma io penso che non possa essere quello il modo giusto di comunicare”.

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E non è un caso che partecipi ogni anno a Scirarindi, il Festival indipendente Benessere, Buon Vivere e Sostenibilità in Sardegna, dove l’“l’energia è diversa, è quella di persone che partecipano e contribuiscono al cambiamento”. Qui si vede l’Italia che cambia, che per Lucia non è altro che “l’insieme dei progetti che creano bellezza sul territorio” e che, creando una propria personale “impalcatura di felicità”, contribuiscono al bene comune.

 

 

Intervista e realizzazione video: Paolo Cignini

 

 

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