11 Gennaio 2019 | Tempo lettura: 3 minuti

In Piemonte nuova vita ai beni confiscati alla criminalità organizzata

Sono otto i Comuni piemontesi che riceveranno un contributo economico per la riconversione, valorizzazione e fruizione di beni immobili presenti sul territorio e confiscati alla criminalità organizzata. Scopo del bando della Regione Piemonte è quello di supportare le comunità locali nella restituzione alla collettività di proprietà da destinare a fini sociali, con particolare riguardo alle fasce più deboli della popolazione.

Autore: Lorena Di Maria
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In Piemonte nuova vita ai beni confiscati alla criminalità organizzata
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Otto Comuni Piemontesi, otto beni immobili confiscati nel tempo alla criminalità organizzata, otto progetti di rinascita, riscatto e legalità. Sono nuove opportunità per trasformare e far rivivere luoghi e spazi che superano un passato di violenze e soprusi rivendicando il vero senso di comunità di un luogo.
Confisca, assegnazione e riutilizzo sono i fondamentali passi di una lotta quotidiana in atto sui territori, volta a sradicare la criminalità organizzata e restituire alla cittadinanza coraggio e speranza.
In Piemonte i Comuni assegnatari di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata riceveranno contributi economici dalla Regione Piemonte per la creazione di nuove opportunità per la rigenerazione degli spazi e la promozione di nuove attività sociali.

“Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, così recita la legge n.14/2007, che supporta le comunità locali e agisce a favore delle fasce deboli della popolazione.

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I vincitori del bando emanato nel mese di settembre saranno Torino, San Sebastiano da Po, Coazze, Nichelino, Cuorgnè, Gifflenga, Gattinara e Borgomanero, Comuni che ospitano sui propri territori realtà già avviate e consolidate, così come progettualità in attesa di nuova vita.

Saranno numerose e variegate le attività e i progetti che vedranno interessati i beni recuperati quali attività sociali, aggregative e di accoglienza.
Un primo esempio è Cascina Caccia a San Sebastiano da Po, un luogo di condivisione e accoglienza in cui è attualmente attivo un progetto di riutilizzo sociale condotto dai giovani che vi abitano e ne portano avanti le attività. Il nuovo intervento prevederà lo stanziamento di risorse destinate allo svolgimento di attività educative, accoglienza di persone rifugiate e laboratori di smielatura e gastronomia.
A Torino il progetto “Performing Media Lab” è invece rivolto alla ristrutturazione di un bene confiscato e destinato a divenire laboratorio di sperimentazione e spazio espositivo per giovani artisti, mentre l’Edificio Torretta di Borgomanero sarà destinato a rappresentare il simbolo cittadino della legalità da destinare ad attività di aggregazione e socializzazione.

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Altri progetti saranno destinati a soluzioni di emergenza abitativa: a Nichelino la “Casa dei Diritti – Centro di legalità” verrà ristrutturata e diventerà una sorta di “casa aperta”, punto di riferimento per i Comuni circostanti e sarà destinata ad attività di valore sociale basate sul tema della legalità, che coinvolgeranno i giovani, le scuole e le realtà presenti sul territorio.
A Gattinara sarà realizzato l’intervento “Una casa per mamma e papà” che prevede la riqualificazione di un immobile che prevede soluzioni di emergenza abitativa con particolare riguardo ai genitori separati.
A Coazze si avvierà invece il progetto “Val Sangone Solidale”, che si occupa di ristrutturare un edificio da destinare a soluzioni di emergenza abitativa mentre a Cuorgnè si prevede la sistemazione di un fabbricato che garantisce nuove soluzioni di convivenza in autonomia tramite l’Associazione di Mastro Pietro & C. Onlus. Infine a Gifflenga si recupererà un’area da destinare a centrale operativa della Protezione Civile.