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Verbania - L’Educazione Sentimentale non è solo un libro che, come ci racconta Gustave Flaubert, narra di amori difficili e vissuti storici di una lontana Parigi dell’ottocento…Educazione Sentimentale è un progetto più che mai attuale, un’iniziativa pilota avviata proprio in questi giorni in Piemonte e destinata a farsi conoscere sempre più nelle scuole della nostra regione.
Il progetto prende nome di “Educazione sentimentale ed esercizio del pensiero dialogante”, promosso e finanziato dal Consiglio Regionale del Piemonte e sviluppato in forma seminariale con l’intento di avvicinare i giovani alla riflessione sull’affettività e le relazioni con gli altri.
“Si tratta di un’iniziativa che – in questo format – viene sperimentata per la prima volta in Italia e che già altre regioni e istituzioni hanno preso a modello per la sua portata innovativa” afferma Gabriele Molinari, il consigliere segretario delegato alla Consulta regionale dei Giovani. “L’obiettivo primario è quello di contrastare la violenza e la discriminazione. Siamo infatti convinti che temi delicati come la parità di genere, il rispetto di sé e dell’altro, la valorizzazione delle differenze, la non discriminazione abbiano una valenza universale, che richiede di essere diffusa e condivisa proprio fra gli adolescenti, come essenziale tappa di crescita per la formazione di adulti equilibrati, sereni e responsabili”. Il presidente del Consiglio Regionale Nino Boeti, ha inoltre sottolineato il fatto che “nei paesi che hanno la più alta qualità di vita come la Norvegia, Finlandia, Danimarca, l’educazione sentimentale si insegna nelle scuole ed è alla base del rispetto e della convivenza”.
L’idea iniziale del progetto nacque proprio in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulla donna del novembre 2017, quando il Consiglio regionale avviò una campagna sociale sul tema, riconoscendo l’importanza della prevenzione per combattere i comportamenti devianti.
Il primo incontro si è svolto a Verbania venerdì 30 novembre e ha riunito numerosi studenti e studentesse delle classi quinte del Liceo Cavalieri presso il centro eventi “Il Maggiore”. Il seminario, accolto con interesse e partecipazione, è stato tenuto da Paolo Ercolani, professore in Filosofia dell’educazione dell’Università di Urbino e dalla psicoterapeuta Giuliana Mieli.
L’intento è stato quello di instaurare un dialogo continuativo e dinamico con i ragazzi, cercando di stimolare una nuova maturità per affrontare le questioni nodali della contemporaneità in campo sentimentale. Si è inoltre avviata un’ampia riflessione sulla profonda crisi interiore che molti giovani al giorno d’oggi vivono e che va progressivamente ad intaccare le dinamiche relazionali e comunicative con gli altri, una riflessione che approfondisce il ruolo dei social network, entrati sempre più nell’uso comune e considerati ormai “indispensabili”.
In particolare, Ercolani ha messo in evidenza distorsioni e condizionamenti prodotti “dall’intermediazione di una macchina”, ovvero nel modo di comunicazione tramite i social media e ha affrontato il tema dell’analfabetismo emotivo di chi è abituato a vivere le relazioni con gli altri in maniera esclusivamente virtuale, dietro a uno schermo che deforma la realtà.
L’importanza di dare spazio al proprio sentire emotivo, riconoscendo la complementarietà delle modalità affettive proprie della sfera maschile e femminile, è stato uno dei temi centrali dell’intervento di Giuliana Mieli. L’esperta ha ricordato come nella storia del pensiero occidentale la separazione fra corpo e anima, fra materia e spirito abbia fatto ingiustamente dimenticare l’ambito dei sentimenti ed una sua riscoperta non gioverebbe solo alla crescita degli adolescenti, ma migliorerebbe anche la qualità delle relazioni degli adulti.
Nel complesso vengono forniti ai ragazzi gli strumenti conoscitivi e sentimentali capaci di incoraggiare nuovi modelli di concepire il rapporto con se stessi e con gli altri, relazionarsi con la propria capacità empatica e stimolare l’intelligenza emotiva, ovvero la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle altrui. L’iniziativa, con la sua portata innovativa, incoraggia la scuola e le istituzioni ad “invertire la rotta” verso costruttive e solide forme di relazione che stimolino i giovani a essere parti integranti di una società più evoluta, aperta e consapevole.
Articolo tratto da Piemonte che Cambia
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