19 Dic 2018

SocialHub: Ad Alessandria la prima bottega solidale in carcere

Scritto da: Lorena Di Maria

SocialHub è il primo negozio italiano in carcere, pensato e realizzato dall’Associazione ISES di Alessandria, uno spazio creato per dare visibilità a tutti gli attori del terzo settore e alle loro produzioni solidali. Nasce dall'ambizioso progetto SocialWood, finalizzato a creare un'impresa sociale nella Casa Circondariale di Alessandria attraverso la valorizzazione dei principi di economia circolare.

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Alessandria - Prova a pensare al carcere. Come lo immagini? Forse come un luogo cupo e misterioso, un luogo isolato seppur inserito in un contesto cittadino, un luogo inaccessibile e negativo, lontano dalla nostra quotidianità.  Spesso è vero, ma alcune volte la realtà è ben diversa. Ne è esempio il progetto “SocialHub” di Alessandria, il primo negozio italiano situato proprio in carcere.

 

SocialHub è una bottega curiosa, insolita, rivoluzionaria nella sua semplicità. E’ un modello dalla forte portata innovativa ed unico nel suo genere, capace di rivalutare la tradizionale immagine del carcere e di creare un modello a cui ispirarsi per la realizzazione di nuove economie locali.

 

La bottega inizia la sua attività all’interno dell’ambizioso progetto “SocialWood”, con l’obiettivo di dare vita ad una vera e propria impresa sociale che valorizzi i principi di economia circolare e che vede nei detenuti un’importante risorsa per la comunità. È un laboratorio artigianale di falegnameria, realizzato all’interno della Casa Circondariale “Cantiello e Gaeta” di Alessandria, nella quale vengono coinvolti attivamente i detenuti per la realizzazione di arredamento, proprio a partire da materiali riciclati.

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Il progetto è proposto e realizzato dall’Associazione ISES, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Marcondiro e la Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri di Tortona, con l’obiettivo di costituire una Cooperativa Sociale autonoma e sostenibile, capace di dare vita a sinergie e creare reti sul territorio.

“Il progetto SocialWood parte nel 2015 e, grazie ai fondi ottenuti dalla Fondazione SociAL di Alessandria, siamo riusciti ad aprire la falegnameria che era in disuso e ad insegnare ai ragazzi ad utilizzare materiali riciclati per realizzare mobili e arredamenti”, racconta Andrea Ferrari, presidente dell’associazione ISES. “Questo spazio viene arredato dai ragazzi di SocialWood e gestito con l’idea di creare un ambiente dove tutti gli enti del terzo settore possono fare ricerca fondi per finanziare le proprie attività. Grazie a SocialWood recuperiamo materiali e persone col fine di dare vita ad iniziative socialmente utili”.

 

 

La bottega si presenta alla cittadinanza come un luogo aperto a tutti, al cui interno è possibile trovare e acquistare prodotti locali quali miele, vini, salse e pasta biologica, valorizzando le autoproduzioni locali e rafforzandone l’economia. Attraverso il riutilizzo ed il riciclo creativo vuole inoltre creare nuove sensibilità e attenzione in tema ambientale ed allo stesso tempo offrire nuove opportunità lavorative per i ragazzi all’interno del carcere Don Soria, restituendo loro una maggior autonomia e dignità e facilitandone il percorso di reinserimento lavorativo e sociale.

 

“È uno spazio che noi immaginiamo espositivo sia per tutte le attività che vengono svolte all’interno del carcere grazie al progetto Social Wood, sia per il fatto che è aperto a tutti gli enti del terzo settore della Provincia di Alessandria”, racconta Andrea Ferrari.

 

Obiettivo dell’Associazione ISES è quello di creare in città uno spazio destinato alle necessità del terzo settore locale, rappresentando un luogo di ritrovo, incontro e scambio in cui raccogliere fondi col fine di dare vita ad iniziative socialmente utili in sinergia e partecipazione.
“Grazie a SocialHub diamo vita ad un luogo particolare, un luogo generalmente e storicamente associato ala chiusura, come il carcere, che si trasforma in uno spazio aperto alla città, al terzo settore cittadino, alle imprese che credono nella responsabilità sociale, col fine di avviare attività condivise e raccogliere fondi per altre attività sociali”.

 

Articolo tratto da Piemonte che Cambia

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