Regione Sardegna condannata per aver dismesso il sistema di rilevamento incendi
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Cagliari - «Il tribunale di Cagliari ha condannato la Regione Sardegna per la colpevole dismissione dei servizi di telerilevamento e videosorveglianza dei boschi». È questo il testo che dopo anni rende giustizia di ciò che è successo in Sardegna. Nel 2005, infatti, la Regione Sardegna aveva dismesso il sistema di telerilevamento e videosorveglianza dei boschi inventato dall’azienda Teletron Euroricerche. Oggi il Tribunale di Cagliari afferma con chiarezza che il primo collaudo fatto sull’impianto era valido e per questo la dismissione del sistema da parte della Regione è da considerarsi colpevole.
Quella di dismettere il sistema è da sempre stata considerata una decisione incomprensibile, soprattutto se si pensa che la Sardegna è una delle regioni italiane più colpite dagli incendi: solo nel 2018, secondo i dati disponibili fino al mese di luglio, si calcola che vi sia stato un totale di 727 incendi, per una media di 103 incendi al mese di cui il 70% dei casi è doloso. E infatti, proprio a partire dal 2005 – anno della dismissione del telerilevamento – gli incendi avevano ricominciato ad aumentare.
In questi giorni, a commentare la sentenza, definita «storica», è Michele Cossa, consigliere regionale per i Riformatori Sardi: «Si è privato in modo arbitrario e per chissà quali secondi fini il nostro patrimonio boschivo sardo di uno strumento fondamentale per la prevenzione e la lotta agli incendi […] Si sono sprecate risorse pubbliche, ben 30 milioni di euro per 50 postazioni di telerilevamento, senza contare i quasi 900.000 euro per gli aggiornamenti. Si sono spese altre risorse per dismetterle, e adesso dovremo spendere altri 230.000 euro per rispettare la sentenza».
Ma prima ancora di Cossa a denunciare con toni forti la decisione della Regione Sardegna è intervenuto Giorgio Pelosio, amministratore e direttore tecnico di Teletron Euroricerche, ormai impegnato da anni a denunciare questo stato di cose. Come ci ha spiegato quando lo abbiamo intervistato, la Teletron, che è l’azienda che ha inventato questa tecnologia, aveva iniziato le sue sperimentazioni proprio in Sardegna, nel 1984, divenendo operativa nel 1985, ed aveva avuto subito un successo: si calcolava che l’85% degli incendi si verificava all’esterno dei sistemi di telerilevamento.
Il sistema, infatti, consente di rilevare subito il nascere di un incendio e di intervenire nel giro di pochi minuti, prima che le fiamme si propaghino. Non a caso, lo stesso sistema è poi stato usato (e lo è tuttora) anche in altre regioni italiane da sempre colpite da incendi (Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e Calabria) e addirittura è stato utilizzato anche all’estero (in Spagna, Portogallo e Grecia). Senza contare il fatto che un sistema di telerilevamento così efficace non soltanto aiuta ad intervenire subito per spegnere le fiamme, ma agisce da deterrente nei confronti di chi vorrebbe appiccare roghi nelle zone boschive della regione.
A fronte dei dati (diminuzione dell’85% degli incendi e ripresa degli stessi dopo la dismissione) risulta dunque ancora più incomprensibile la decisione della Regione Sardegna, che adesso però è stata condannata e dovrà pagare per questa dismissione. Secondo Pelosio, non ci sono dubbi: ci sarebbero dei forti interessi economici dietro questa decisione. Ogni anno, infatti, la Regione Sardegna promuove una campagna antincendio che si aggira sugli 80 milioni di euro. Secondo Giorgio Pelosio, infatti, «sono in molti a mangiare nella torta degli incendi boschivi».
Oggi il Tribunale di Cagliari ha dato un giudizio importante. Bisogna però vedere cosa succederà adesso: servirà, questa «sentenza storica», a smuovere le acque e a far sì che il sistema di telerilevamento torni operativo? Servirà, in poche parole, a salvare i boschi della Sardegna dalla speculazione degli incendi dolosi?
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